Dalla consulenza per i mulini, a grandi impianti di trasformazione alimentare. È la parabola di Brambati, piccola meccatronica italiana con sede nella provincia di Pavia, oggi diretta dalla terza generazione della famiglia imprenditoriale che l’ha fondata nel 1928. Il fatturato ha retto bene ai colpi del 2020, attestandosi a 32 milioni, in linea con il 2019. Nell’unica fabbrica, a Codevilla, Brambati progetta e realizza macchine chiavi in mano per la movimentazione di polveri e liquidi alimentari (e più di recente anche al servizio dell’industria pharma e chimica) che poi vengono esportate, installate ed avviate in tutto il mondo e, se necessario, collaudate da remoto. Questo è ciò che ha consentito di tenere i volumi costanti nel periodo pandemico, nel momento in cui i collegamenti con il mondo si sono interrotti; Brambati ha messo in servizio ben 38 impianti.
«L’export è stato del 70% sul totale delle commesse nel 2020, e abbiamo investito il 5% su R&S», dice a Industria Italiana Andrea Brambati, vice presidente e AD del gruppo. «La situazione che il mondo sta vivendo da fine febbraio 2020 ha dato a tutti la possibilità di soccombere o rilanciare. Ognuno in base alle possibilità, nessuno escluso. Brambati ha deciso subito di rilanciare, non ha mai fermato la produzione, garantendo consegne e messe in servizio, adottando però tutto il necessario e previsto dalle norme, in materia di sicurezza, in maniera massiva tutti gli uffici hanno operato in smart-working, ad esclusione della logistica e della produzione. Abbiamo deciso di trasformare il veleno della pandemia in un’opportunità di crescita ulteriore e investimenti in Ricerca e Sviluppo» aggiunge Fabrizio Brambati Presidente ed AD di Brambati S.p.A.
Oggi Brambati progetta, costruisce e installa impianti “chiavi in mano”, completi di sistemi di controllo ed automazione, per la movimentazione di materie prime. «Gli impianti, prodotti interamente nello stabilimento di Codevilla, nella provincia pavese, possono soddisfare le richieste dei clienti ovunque nel mondo, con soluzioni ingegneristicamente avanzate e altamente personalizzabili». Proprio per presidiare tutta la catena del valore nel 2017 è stata acquisita e fusa in Brambati una società di automazione industriale, per rafforzare la parte tecnologica e gestire a 360 gradi il processo impiantistico e l’engineering. È inoltre stato istituito in house un servizio tecnico di assistenza, di servizio post-vendita e di gestione della ricambistica.
Oltre alla sede italiana, dove vengono realizzate tutte le fasi produttive anche per l’estero, nel 2012 l’azienda ha aperto una filiale a Melbourne anche co me ponte verso l’Asia, «per offrire un servizio di miglior qualità e di prossimità nell’installazione e nel post vendita ai clienti asiatici, dal supporto meccanico a quello elettrico, elettronico, assistenza per i software, nuove installazioni, ispezioni e controlli, interventi straordinari» – spiega Fabrizio Brambati. Sono due i principali settori di attività dell’azienda pavese, per quello degli sfarinati l’azienda fornisce impianti “chiavi in mano” fino all’alimentazione di eventuali impastatrici o altri punti di utilizzo, attraverso le fasi di stoccaggio, pesatura, pulitura, trasporto, dosaggio di materie prime sia in polvere (come farina e zucchero o affini) sia liquide (acqua, olio e grassi).
«Possiamo dire di essere specializzati nella prima parte del processo dove tutti gli ingredienti sono adeguatamente trattati e preparati per alimentare le specifiche macchine di processo – spiega Fabrizio Brambati – I nostri sistemi si caratterizzano per una grande flessibilità». Altro settore di attività in cui Brambati ha assunto un ruolo di grande specialista è quello del caffè; anche in questo caso l’azienda è in grado di seguire la lavorazione dal ricevimento del verde sino all’alimentazione delle confezionatrici, attraverso le fasi di pulitura, stoccaggio, pesatura, miscelatura, tostatura, trasporto, macinazione e degasaggio. «Forniamo anche quadri di comando, hardware e software e tutti i nostri sistemi possono essere completamente computerizzati e automatici». Con le stesse tecnologie e lo stesso concetto Brambati è entrata nel settore pharma e in quello della chimica; anche in questo caso l’azienda si occupa di ogni fase del processo di trattamento, dal ricevimento da camion cisterna all’alimentazione delle macchine specifiche di processo (come gli estrusori), attraverso le fasi di stoccaggio, dosaggio, pesatura e trasporto. La storia di Brambati inizia nel 1928, quando Francesco Brambati, nonno degli attuali manager, progettava e costruiva macchinari per il trattamento della farina come consulente tecnico per varie aziende del settore. Solo nel 1945, con 17 anni di esperienza alle spalle, decise di mettersi in proprio. Nasce così l’azienda di produzione di impianti per l’industria molitoria “Francesco Brambati Costruzioni Meccaniche”.
Le macchine di Brambati sono interamente connesse, ma la peculiarità è che questo concetto è stato introdotto dalla famiglia alla fine degli anni ’90, «quando realizzavamo impianti collegati in remoto, benché le linee fossero di bassa capacità di trasmissione e la quantità di dati scambiati di modesta entità, ma avevamo ben chiaro che il concetto dell’assistenza, il controllo e l’analisi dei dati da remoto fosse fondamentale». Sono oltre venti anni che dunque le macchine Brambati sono dotate di sensori: «avevamo dato un forte impulso alla sensorizzazione, per il collegamento e comando in rete degli inverter e dei relativi consumi di energia, e per monitorare le condizioni di funzionamento. Con i dati rilevati e relative analisi, si possono evitare fermi intempestivi di produzione. I guasti, se rilevati tempestivamente, possono evitare rallentamenti di produzione, spreco economico e ridurre l’impatto ambientale».
Inoltre, i dati ricavati permettono di migliorare la progettazione delle macchine, perché i punti deboli e forti vengono identificati, «in questo si può sapere dove conviene aumentare o ridurre la sensoristica, la capacità meccanica e potenza delle parti evitando potenze sovradimensionate o sottodimensionate – continua Andrea Brambati – Tutti i punti precedenti conducono a un circolo virtuoso di aumento di affidabilità e produttività dei macchinari, riduzione dei costi e delle attività di manutenzione, sia programmata che di emergenza con la conseguente riduzione dei costi di esercizio; anche un efficace Ecodesign, con riduzione dei costi e dell’impatto ambientale nel ciclo di vita della macchina».
Il fiore all’occhiello della fabbrica pavese è il FoodLab, un laboratorio di 350 mq in cui i clienti possono testare la qualità ed eccellenza dei macchinari, verificando che i parametri del prodotto finito siano conformi ai loro standard. E dove si fa la R&S del gruppo, anche in collaborazione con le Università. «Il FoodLab è il nostro centro di ricerca e sviluppo su tecnologia di lavorazione prodotti alimentari, e negli ultimi anni ha svolto un ruolo fondamentale nella collaborazione con le Università, quella pavese in particolare – dice Andrea Brambati – le tesi sperimentali realizzate al suo interno sono state 12 dal 2015».
Sempre nell’ottica della collaborazione con l’Accademia, nel 2019 Brambati e Siemens hanno erogato un corso articolato su 13 incontri durante i quali 23 studenti dell’ateneo pavese hanno dovuto affrontare un problema di automazione proposto da Brambati usando tecnologia Siemens. Parte del lavoro si è svolto in Brambati, in una commistione che per l’azienda è imprescindibile al fine di formare professionalità adatte al mondo della fabbrica.
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