Israele, ecco i ristoranti più innovativi tra Gerusalemme e Tel Aviv|Latitudes

2022-09-10 06:27:50 By : Mr. Steel Saky

Per storia e spiritualità Israele è un crogiolo di fedi religiose, di intensi contrasti ma di indiscusso fascino. Oggi è anche la patria dell’innovazione, dove si moltiplicano le start up, e occupa una posizione di primo piano nella scena gastronomica internazionale.

Testo e foto di Emanuela De Santis

Gerusalemme e Tel Aviv – nonostante molti ristoranti seguano le regole della dieta kosher – sono capitali del gusto con una miriade di locali, dai chioschi di street food ai ristoranti di alta classe, dove si elabora un cucina fusion tipica israeliana con i sapori delle tradizioni gastronomiche importate dagli ebrei immigrati da tutti gli angoli del mondo.

Medio Oriente, Africa Settentrionale e Mediterraneo sono la prima fonte d’ispirazione per i piatti a base vegetariana, il ricco mare davanti a Tel Aviv dà la materia prima per la cucina di pesce, per non parlare delle ricette della tradizione askenazita dell’ Europa centro-orientale, corpose e saporite.

Dalla Porta di Giaffa il labirinto della città vecchia, fitto di luci e colori, si dipana tra profumi di spezie e di pita – il pane tondo e piatto che si mangia in tutto il mediterraneo orientale -; dietro ogni arco del suk occhieggiano banchi di dolci avvolti nel miele, spremitori di succhi di arancio e melograno, minuscoli bar dove si serve solo tè alla menta.

Nel reticolo di vicoli e sottopassi del quartiere ebraico, dove i turisti s’incolonnano per visitare i resti del cardo romano e la spianata del Muro del Pianto, i fast food non hanno scalzato i forni della tradizione come la Family Neeman bakery, un’istituzione per chi viene per il breakfast e finisce per ingozzarsi di challa, bagel e burekas, i migliori della città.

In fila dietro decine di pullman di pellegrini, ogni tour prevede la salita al Monte degli Ulivi. Meglio ammirarne il panorama sorseggiando un bicchiere di vino dalla collina dove sorge Yemin Moshe, un quartiere costruito fuori mura alla fine dell’Ottocento e sormontato da un mulino a vento: ora, con pochi tavoli all’ombra delle pale, è l’enoteca della Jerusalem Vineyard Winery che raccoglie uve di alta qualità per vini kosher da esportazione.

Anche i torrioni del Castello di Erode, ai confini della città vecchia, sono un ottimo punto panoramico con una vista su Gerusalemme a 360° che include i luoghi dove la città mostra il suo lato più urban: a partire da Mamilla Avenue, dove sono dislocati i brand più modaioli insieme a bistrot e trattorie sofisticate, come l’Happy Fish, una delle tavole a ridosso dello stilosissimo Mamilla Hotel, si dipana un percorso disseminato da alberghi di lusso e locali di design.

Se i saloni ovattati del King David, l’hotel dei vip e dei politici, sfoggiano un fascino stereotipato, a pochi passi la scena cambia ai banconi no kosher del Satya, dove volteggiano piatti mediterranei e signature cocktail o sotto le luci languide in stile Old Jerusalem di Olive and fish.

Anche un sandwich può diventare una specialità gourmet e Rachel Basdera ne porta il testimone nel chiosco tra le strade bon ton di Rahavia dove per i suoi ‘Rachel Make me something’ (ingredienti seguendo il mood del giorno) e ‘Brave Tunisian’ (tonno affumicato, peperoni arrosto, uovo sodo, limone confit) si attende anche mezz’ora.

Anche qui la birra artigianale va alla grande e per i palati esigenti il locale perfetto è Biratenu Brewery, l’aspetto di un pub rock retrò ma con bionde e brune della casa dagli aromi esclusivi – come lo zenzero – e venti tipi diversi di lievito.

Con piglio allegro e fiero chef Moshe Basson, patron del The Eucalyptus, prova che anche con ingredienti vegani si possono creare piatti di alta cucina: spezie e piante selvatiche esaltano i sapori del fattoush o di un’entree semplice come dips and bread o delle melanzane arrostite con la tahina raw e lo sciroppo di melograno.

Gli hipster gerosolimitani vanno a Beit Hanatziv, un nuovo complesso a sud della città, dove l’indirizzo post shopping è il Medita, bistrot di design con vocazione carnivora – grigliate, asados e succulenti stew – tutto rigorosamente kosher –.

Piatto forte la guancia di manzo arrosto cotta 6 ore. Se le gambe reggono è il caso di trottare verso la periferia per i pasticcini francesi di David Laor che oltre per macarones e canelet si è imposto con il mega croissant che si mangia a fette.

La febbre del giovedì sera sale tra gli eventi cool delle Zedekiah’s Caves (più conosciute come le miniere di re Salomone) e i concerti alla Alliance House https (new-spirit.org.il).  

Ma è al ventre di Gerusalemme che bisogna puntare, il Mahane Yehuda Market, che di notte si trasforma nella più originale pista da ballo della città. I bar prendono il posto delle bancarelle e la musica, gli strilli dei venditori, birra e Arak scorrono sopra i warm up mix dei dj.

Di giorno torna la girandola giocosa di sapori, con banchi tappezzati di mielose baklava di mandorle e pistacchi, recipienti traboccanti di hummus, babaganoush e taboulé, mentre dietro nuvole di vapore si svelano cesti di bambù con i dim sum in versione kosher.

E il gastrotour prosegue nelle chiassose vie d’intorno e sotto i palazzoni trasformati in musei all’aperto dalla street art, i tavoli invadono cortili e marciapiedi: Hachapuria sforna a getto continuo le focacce originarie della Georgia, farina impastata con yogurt o kefir, qui nella versione ajaruli con l’uovo fritto in centro.

Ossobuko pita, pita piccante triglia e coriandolo, vegan pita, solo dalla biondissima Dwini la pita ripiena, con il contorno di spezie ed erbette, è un’esperienza sensoriale.

E il fine settimana si mangia anche in piedi nell’open kitchen di Machneyuda, il menù mediterraneo nella versione di chef Uri Navon è ora partito alla conquista di Londra.

Nonostante i grattacieli puntati verso il mare e la concentrazione di laboratori high tech, Tel Aviv è la Miami del Medio Oriente: oltre cinque chilometri di spiaggia con una beach life h 24: come tramonta il sole via i lettini, le mille luci di lounge e ristoranti rischiarano la riva e sul lungomare rimbalzano i ritmi dei disco jam.

Non a caso uno dei bistrot più in voga, il Benedict, sul boulevard Ben Yehuda, la rambla di Tel Aviv, serve il breakfast tutto il giorno nelle sue differenti declinazioni, da quello tipico israeli style con uova, aringhe, hummus e tahina, alla shakshouka, la prima colazione del nord Africa: padellata di uova, pomodori freschi e peperoncini.

Questo stile di vita iperdinamico ha contagiato anche il concept dell’ospitalità e, intrappolati tra le palazzine iconiche dell’architettura bauhaus, si scoprono boutique hotel con spazi coworking come il Diaghilev – anche art gallery e bistrot – o come il Berdichevsky, famoso per il bar ispirato all’America del proibizionismo dove si va a dormire dopo aver fatto il pieno di cocktails della casa.

Insieme alle torri e agli edifici ispirati a ‘Gotham City’  proliferano gli spazi per il tempo libero e lo shopping: mentre il centralissimo Carmel Market richiama ormai solo i turisti, il numero sempre in crescita di palati fini fa la spesa negli store sofisticati del Sarona Market, nell’area di un’ex colonia agricola a due passi dal centro, formaggi artigianali e carni di fattoria, selezioni di olii extra vergine, cioccolati e tè orientali oltre allo street food di chef di rango e agli utensili da cucina di design.

Un nuovo progetto di rigenerazione urbana ha trasformato HaTachana, la vecchia stazione ferroviaria di Jaffa, in un hub del divertimento serale, con wine bar e locali. Il più gettonato? Vicky Cristina (il nome è preso dall’omonimo film di Woody Allen), una veranda tra gli alberi dove si servono sangria e tapas a gogò.

Dove il lungomare scivola verso Old Jaffa, la vecchia città araba, l’atmosfera cambia: ci si intrufola tra i vicoli di Ajami, tra le case ottomane dei pescatori, e si scende al porto da dove lo skyline di Tel Aviv offre il suo lato migliore.

Le vie intorno al mercato delle pulci pullulano di caffè e taverne ma Dr. Shakshuka non si batte, anche per un couscous o un sawarma come tradizione vuole, ai tavoli allungati tra le botteghe.

Il Carmelo è una delle regioni vinicole più antiche del paese: ad un’ora d’auto da Tel Aviv, relax e gusto sono garantiti con le merende in vigna a base di formaggi artigianali e degustazione di vini prodotti con metodi eco dell’Amphora Winery.

Sulla via del ritorno una deviazione sulla provinciale che passa per i campi coltivati dalle colonie agricole svela i Ramat Hanadiv Garden, per una passeggiata rigenerante lungo i viali disegnati da piante mediterranee e specie esotiche fino al mausoleo del Barone Edmond Rotschild, considerato il primo benefattore d’Israele.

A fine giornata Caesarea, al primo posto per la rivista americana Travel & Leisure tra i best tourist spot del Medio Oriente, combina archeologia e piaceri della gola: le rovine dell’antico porto di Erode addossate ai resti dei palazzi dei Crociati si squadernano in faccia al mare in uno scenario di grande bellezza; e in un’ansa della baia marcata da un vecchio minareto, all’ora del tramonto, la vita è dolce.

Ai tavoli aggrappati agli scogli del Caffè Hatzalbanim e sulla veranda al riparo della brezza dell’Helena Restaurant, dove con i piatti di pescato locale di chef Amos Sion, che siano le speziate tielle di gamberi e capesante all’ouzo o i raffinati carpacci di pesce tamburo marinato in arak, l’acquolina in bocca è garantita.

Informazioni: Sito dell’Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo

Come arrivare: i voli diretti per Tel Aviv partono da Roma e Milano. Tra i principali operatori Alitalia (alitalia.it), Ryanair (ryanair. com), El Al (elal.com) anche da Venezia. Con Vueling (vueling.com) oltre a Roma e Milano, da Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Napoli, Olbia,  Palermo, Pisa, Torino e Venezia.

Uri Navon, lo chef, voleva studiare fotografia ma è finito in una cooking class perché costava meno: ora va alla grande e insieme ai due amici Mahane Yehuda e Yosef Pappy hanno aperto anche una sede a Londra sempre realizzando il meglio della cucina mediterraneo orientale. Prezzo da 45 euro

Beit Ya’akov St 10, Jerusalem | tel. 00 972  25 33 34 42 | www.machneyuda.co.il

La pita, tradizionale pane mediorientale, caldo e profumato, ospita qui una sarabanda di sapori, e via con la pita ossobuko o la pita ceviche con il coriandolo fresco e il pesce crudo. Prezzo da 8 euro.

Beit Ya’akov St 6, Jerusalem | tel. 00 972  50 47 42 428 |

Ai margini del mercato di Mahane Yehuda lo street food che viene dalla Georgia,  il khachapuri  la focaccia con l’uovo fritto al centro e tanti altri ingredienti a scelta.

Ha-Shikma St 5, Jerusalem | tel. 00 972 25 3736 30 | www.tabitorder.com

Su una delle terrazze del Mamilla Hotel si gode lo struscio dell’elegante Avenue sottostante gustando piatti di pesce kosher come il couscous con le polpettine e il  fish “shawarma” . Prezzo da 30 euro.

Shlomo ha-Melekh St 11, Jerusalem | tel. 00 972 77 23 07 654 | www.happyfish.co.il

Conosciuto anche in Italia chef Moshe Basson tiene le redini di uno dei migliori ristoranti di Gerusalemme: ha rinnovato la tradizione culinaria biblica con piatti come ‘la minestra di lenticchie di Esau’ e introdotto erbe selvatiche dei dintorni. Prezzo da 40 euro.

Felt alley (tra Hativat Yerushalayim 14 e Dror Eliel st.), Jerusalem |Tel. 00 972 26 24 43 31 | www.the-eucalyptus.com

A Yemin Moshe, quartiere di gallerie, ristoranti, caffè, un locale preferito dalla gioventù posh, cucina tradizionale con un tocco di creatività. Prezzo da 45 euro.

Keren HaYesod St 36, Jerusalem | tel. 00 972 26 50 68 08 | www.satya.co.il

Ampia gamma di craft beer israeliane e bottiglie d’importazione, laboratori di degustazione e per fare la birra in casa con tutto l’occorrente oltre a una lunga serie di stuzzichini per chi non rinuncia all’aperitivo. Prezzo da 10 euro.

Hillel St 6, Jerusalem |tel. 00 972 54 90 10 076 | www.biratenu.com

Rachel Basdera è la regina del sandwich gourmet . Armarsi di pazienza perché nelle ore di punta si aspettano anche 30 minuti per un ‘Rachel make me something’ il panino fatto secondo il mood della chef. Prezzo da 11 euro.

Sderot Ben Maimon 13, Jerusalem |tel. 00 972  26 64 41 22 |

La tradizione della pasticceria francese è di stanza qui, in un tranquillo sobborgo di Gerusalemme, fragranti croissant anche ripieni e salati, macarones e leggeri canelet di Bordeaux e un minibistrot per colazioni e light lunch. Prezzo da 10 euro.

12 Creation St., Mevaseret Zion |tel. 00 972 25 79 33 11

Arredi di design e cucina a vista,  bistrot moderno e cucina mediterranea: grigliate favolose ma anche le carni cotte a bassa temperatura sono uno dei must irrinunciabili. Prezzo da 35 euro.

Hebron Rd 101, Jerusalem |tel. 00 972 25 66 44 66 | https://medita.rest.co.il

La terrazza sul mare a più livelli rende ancora più speciali i piatti di pesce dello chef Amos Sion, creatività e tradizione nei crudi accompagnati da sfoglie di barbietole e nei tegami di gamberi e capasante. Prezzo da 30 euro.

Old port of Caesarea | Tel. 00 972 46 10 10 18 | www.hellena.co.il

Tavoli sugli scogli e cucina mediterranea, nella concentrazione di ristorante e pizzerie lungo il porto di Cesarea è uno dei più gettonati oltre che per la posizione anche per la scelta del pescato locale – triglie, san pietro, cernie e spigole – cucinato nei modi tradizionali per esaltarne la freschezza. Prezzo da 40 euro

Old port of Caesarea | tel. 00 972 53 938 50 77 | https://pundakazalbanim.rest.co.il

Un mondo di breakfast, ovvero il giro del mondo attraverso al prima colazione servita durante tutto il giorno: tipica israeliana con uova, Labneh Za’atar, lo yoghurt speziato, insalata di pomodori, o la saporita shakshuka, la casseruola tunisina. Prezzo da 16 euro.

Ben Yehuda 171, Tel Aviv |tel. 00 972 36 86 86 57 | www.benedict.co.il 

Un’antica stazione abbandonata si è trasformata in un hub della movida di Tel Aviv: tra i locali di punta questo tapas bar sotto gli alberi ispirato al film di Woody Allen, sangria e patatas bravas, gamberi e calamari a la plancha.Prezzo da 18 euro.

Hatachana, 1 Koifmann St., Tel Aviv |tel. 00 972 37 36 72 72 | www.vicky-cristina.co.il

Nel bel mezzo di Old Jaffa una trattoria con tavolate all’aperto e piattoni di couscous, falafel, montagne di shawarma e naturalmente la specialità tunisina più amata in Israele, la shakshuka,  uova  cotte nel pomodoro con cipolle e peperoncini freschi.  Prezzo da 18 euro.

Beit Eshel St 3, Tel Aviv-Yafo |tel. 00 972 35 18 65 60 | http://www.doctorshakshuka.co.il

Testo e foto di Emanuela De Santis|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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