Voice as a Service, che cos'è e come una startup italiana rende naturale le conversazioni uomo-macchina - Economyup

2022-08-27 03:10:35 By : Ms. Jasmine Liu

Con il Voice as a Service tutte le comunicazioni si spostano in cloud sulla Rete. La startup IIO, nata nello studio Fool Farm nel dicembre 2021, propone un’assistente vocale evoluto “ispirato” ad Alexa. Entro il 2026 renderà disponibile un marketplace di soluzioni sviluppate da terzi per le aziende e i privati

IIO è una startup nata nel dicembre del 2021, che ha sviluppato la prima soluzione innovativa di Voice as a service (VaaS) interamente made in Italy. Una piattaforma “aperta” – simile ad Alexa di Amazon ma in versione evoluta -, realizzata per rendere “naturali” le conversazioni uomo-macchina e identificare la condizione emotiva della persona, oltre ad offrire i migliori standard di sicurezza e protezione dei dati e delle informazioni dando infine “voce a ogni applicazione”.

Come primo obiettivo, attraverso una piattaforma autonoma la startup punta a risolvere diversi problemi attuali dei vocal assistant: la necessità di una parola chiave per attivarli, quella di agganciarsi ad hardware specifici, l’appartenere ad ecosistemi “chiusi” e non aperti al contributo di sviluppatori terzi, oltre a difficoltà nell’inquadrare il contesto e seguire il “filo del discorso”.

VaaS è infatti una soluzione di comunicazione che sposta tutte le comunicazioni in cloud, utilizzando Internet quale piattaforma rispetto alle compagnie telefoniche, riducendo contestualmente i costi.

Se un’azienda, ad esempio, sceglie di adottare tecnologie di Voice as a service, di fatto passa ad una soluzione terza che ospita, fornisce e gestisce da remoto le sue comunicazioni in sicurezza. Un vantaggio rispetto al passato, quando le imprese con, ad esempio, assistenza clienti telefonica, dovevano necessariamente investire ingenti somme in hardware per implementare e gestire autonomamente tutte le tecnologie e le infrastrutture per le comunicazioni vocali.

Le soluzioni VaaS offrono funzionalità che esistono nel cloud come tutte le infrastrutture, necessitando solo di materiali banali e device per connettersi Internet per accedervi. A seconda della configurazione specifica adottata delle singole aziende, il segnale vocale può essere trasmesso digitalmente su Internet o venir convertito in un segnale telefonico “tradizionale” che passa dalle linee telefoniche fisiche

I servizi VaaS, generalmente, offrono una migliore qualità è semplicità per le comunicazioni vocali, rappresentando di conseguenza una soluzione ottimale per aziende che offrono customer care telefonica e call center, ma anche per medici di base e altri professionisti impegnati spesso al telefono: sostanzialmente chiunque utilizzi comunicazioni vocali abitualmente, da piccole realtà a settori delle multinazionali.

Il Voice as a service è un campo in costante evoluzione al pari delle tecnologie che lo costituiscono, come dimostra l’esempio di IOO nell’immediato e in prospettiva. Al momento, tra i vantaggi che offre ci sono:

–           Facilitazione nell’utilizzo di app mobili

–           Condivisione e raggruppamento dei contatti

–           Funzionalità di posta vocale in cui i messaggi possono essere reindirizzati alla casella email

–           Trasferimento di chiamata più facile da utilizzare;

–           Nessun hardware costoso e complicato da comprare e gestire autonomamente (costi inclusi);

–           Servizi qualitativamente migliori e registrazione immediata delle richieste dei clienti/utenti;

–           Benefici per la produttività grazie alla possibilità di accedere ai servizi in cloud “everytime&everywhere”;

–           Monitoraggio costantemente della qualità della voce nelle comunicazioni e risoluzione dei problemi h24, 7 giorni su 7, da remoto;

–           Strumenti inclusi nella loro totalità in un’unica piattaforma, con reportistica inclusa

–           Comodità dovuta alla possibilità di accedere a tutte le funzioni anche da smartphone.

Lanciata da FoolFarm, startup studio fondato dal CEO Andrea Cinelli (ideatore di Libero.it, Alice, fondatore della società leader nel riconoscimento biometrico Inventia, e autore di numerosi brevetti sull’IA) e focalizzato su intelligenza artificiale, blockchain e cybersecurity -, IIO propone una soluzione che poggia su tre tecnologie brevettate in Italia, utili a differenziarla dagli assistenti vocali attuali rappresentandone invece un’evoluzione.

Progressivamente, grazie al machine learning e allo sviluppo automatico derivante dalle interazioni degli utenti elaborate dall’IA, IOO si prefigge come obiettivo la costruzione di soluzioni “su misura” realizzate da sviluppatori di tutto il mondo. Acquistabili in un marketplace dedicato che vedrà la luce nel 2026.

A riprova dell’interesse nel settore, la startup ha da poco chiuso un round pre-seed da 300mila euro ed ha raggiunto un valore stimato compreso tra i 3,5 e gli 8 milioni di euro a pochi mesi dal lancio. Il CEO di IIO è Pasquale Bombino, che vanta oltre trent’anni di esperienza in aziende (tra cui Pirelli e Allied Telesys) lavorando su SaaS e IoT, e in startup italiane ed israeliane. Ad affiancarlo in qualità di COO, lo startupper seriale Marco Orifici.

La soluzione proposta da IIO poggia su tre tecnologie brevettate e sviluppate “in house”. La prima e più rilevante è ACE (Adaptive Conversational Engine), che permette di monitorare l’intento delle conversazioni, riconoscere appunto le emozioni e rendere la piattaforma interoperabile tra diversi canali.

A questa si aggiunge Secure Voice, che garantisce la sicurezza e la proprietà dei dati sfruttando la “polverizzazione del dato” brevettata sempre da Foolfarm affinché siano proprietà esclusiva dell’utente, che è anche l’unico utilizzatore se non decide altrimenti

Infatti, l’utente può scegliere se (ed eventualmente con chi) condividere dati e informazioni, evitando la profilazione indesiderata e offrendo al contempo protezione da eventuali attacchi hacker. Questo permette che sia la persona a cui appartengono e non altri a monetizzare eventualmente i dati

Competeranno la piattaforma i “Versa”, template conversazionali che metteranno chiunque nelle condizioni di creare o adattare app vocali per diversi scopi attraverso un editor 3D (“VE”), per poi successivamente farli confluire nel marketplace in cui vendere i “Versa”.

Il modello di business di IIO, che intende rivoluzionare il paradigma degli assistenti vocali, è infine articolato in due parti. La prima, iniziale, come detto verte sulla creazione di verticali proprietari sviluppati “in house” per diversi settori di applicazione, sia B2B che B2C con software appositi.

Dopodiché, con l’apertura del marketplace verranno incentivate le sottoscrizioni attuando un modello molto simile a WordPress che faciliti la creazione dei moduli conversazionali “tailor-made” – i “Versa” – aperta ad alcuni creator selezionati nel 2024 e alle corporate (almeno 10 secondo gli obiettivi dichiarati) dal 2026. Con la possibilità di acquistare i “Versa”, IIO proporrà una soluzione di Voice as a Service completa.

Giornalista pubblicista dal 2014 e growth hacker dal 2017 con master presso Talent Garden, durante gli studi in comunicazione ho iniziato a collaborare con testate cartacee generaliste dal 2006. Dopo…

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