Amflora, la patata per la carta - Scienza in cucina - Blog - Le Scienze

2022-08-13 08:41:00 By : Ms. Wendy Wei

Non tutte le patate coltivate sono utilizzate come cibo. Anzi, negli ultimi anni nei paesi occidentali la patata ha perso molta importanza come alimento. Questo però non significa che se ne coltivino di meno. In Europa solamente una patata coltivata su quattro viene utilizzata per l’alimentazione umana. La metà viene usata nell’alimentazione animale e un quarto dall’industria per produrre alcool e amido. La patata infatti, con il suo alto contenuto di amido, è anche un prezioso materiale di partenza per l’industria della carta, in cosmetica, nell’industria tessile e in tanti altri settori industriali.

L’amido della patata è costituito da due componenti: l’amilosio (circa 20%) e l’amilopectina (circa 80%). Entrambi sono polimeri di glucosio ma hanno proprietà differenti. L’amilosio gelifica mentre l’amilopectina è un addensante. Per molte applicazioni industriali è solo l’amilopectina ad essere di interesse. Separare le due componenti però è un processo costoso ed economicamente non conveniente. Industrialmente si procede modificando l’amido per ridurre la sua tendenza a gelificare. Le classiche tecniche di incrocio e selezione non sono riuscite e produrre una patata senza amilosio.

Gli scienziati della BASF hanno avuto l’idea di usare l’ingegneria genetica per produrre una patata il cui amido fosse prodotto solamente di amilopectina. Per far questo non hanno, come per la maggior parte degli OGM in commercio, inserito un gene apposito preso da qualche altro organismo. Hanno invece disattivato il gene (si dice che lo hanno “silenziato”) che produce un enzima responsabile per la sintesi dell’amilosio, ottenendo una patata completamente senza amilosio: Amflora.

Questa patata, che ovviamente non verrebbe coltivata insieme a quelle convenzionali e non arriverebbe mai sulle nostre tavole (anche se vi confesso che mi piacerebbe provare le sue proprietà culinarie, vista l'assenza di amilosio ), è stata sottoposta a vari test e prove in campo aperto (nella Repubblica Ceca, in Olanda e in Svezia) che hanno riscontrato l’assenza di rischi per l’uomo, gli animali o l’ambiente.

La BASF ha chiesto l’autorizzazione alla coltivazione nell’Unione Europea nel 2003.

Nel 2005 l’EFSA, l’ente preposto a dare una opinione sulle richieste di coltivazione di organismi geneticamente modificati, ha fornito una opinione positiva, secondo la quale la patata Amflora è tanto sicura quanto una patata convenzionale. I suoi effetti sull’ambiente sono identici a quelli di una patata convenzionale. La Commissione Europea, come fa per ogni altro OGM che è stata chiamata ad autorizzare, tira la faccenda per le lunghe e poi, non raggiungendo una maggioranza qualificata, non decide e rimanda l’approvazione chiedendo un supplemento di indagine all’EFSA.

In particolare il Commissario Dimas preferisce dare ascolto agli argomenti scientificamente deboli di varie associazioni ambientaliste piuttosto che all’autorità scientifica dell’EFSA. Nonostante la patata Amflora non sia destinata al consumo alimentare, gli oppositori agli OGM non hanno intenzione di lasciarla approvare senza combattere. Sanno benissimo che una volta approvato un nuovo OGM la porta sarebbe aperta anche ad altri e l’unica strategia possibile per loro è continuare ad opporsi opponendo argomenti scientificamente traballanti ma che fanno presa su politici e opinione pubblica (continuando ad esempio a immaginare ipotetici rischi, mai dimostrati, sull’ambiente e sulla salute e trascurando sistematicamente i benefici). La BASF per questo motivo nel 2008 ha deciso di portare il caso davanti alla Corte Europea.

Nel 2009 l’EFSA effettua un supplemento di indagine riguardante i possibili effetti del marker della resistenza ad un antibiotico usato nella creazione di Amflora, la kanamicina, e riconcede il disco verde non riscontrando possibili problemi reali. Nel 2009 in Europa ci sono state 285 prove in campo aperto di patate transgeniche (non solo Amflora) principalmente in Germania (73), Olanda (61) e Gran Bretagna (41). Solamente in Italia la poca lungimiranza di molti politici nostrani impedisce la ricerca vietando le prove in campo aperto, con il plauso di associazioni che si autodefiniscono ambientaliste ma impediscono la ricerca che potrebbe andare a vantaggio dell’ambiente. In Germania ad esempio il Ministro dell’Agricoltura Ilse Aigner, che ha vietato il mais ogm di Monsanto, nel 2009 ha permesso la coltivazione sperimentale della patata Amflora. Sono tedeschi, mica stupidi. I politici tedeschi si oppongono agli ogm USA ma non ci pensano minimamente a privarsi di questa tecnologia per sviluppare i propri (BASF è una azienda tedesca).

È solo in Italia che i ministri dell’agricoltura (di destra, di sinistra e leghisti) si oppongono insensatamente alle sperimentazioni in campo aperto, contro l’interesse degli agricoltori che potrebbero beneficiarne, dell’ambiente e della ricerca pubblica italiana.

È mia opinione che la politica in campi come questo debba prendere decisioni che siano science based, basate sulla scienza, e questa ha ribadito più volte il disco verde per la patata Amflora. Intendiamoci, è assolutamente lecito per la politica decidere altrimenti e non tener conto dell’opinione dei propri organismi scientifici come l’EFSA. Tuttavia se ne deve assumere la responsabilità e dichiararlo apertamente. Invece i politici continuano ad usare la pseudoscienza per giustificare decisioni che hanno sicuramente motivazioni economiche, sociali, psicologiche, ideologiche e quant’altro, ma che di scientifico non hanno nulla. Basta dirlo.

Mentre si attendeva la ripresa delle approvazioni di OGM in Europa, la scienza ha cercato di saltare a piè pari la miopia della politica e con una tecnica biotecnologia chiamata Tilling ( “Targeting Induced Local Lesions in Genomes”) gli scienziati del Fraunhofer Institute for Molecular Biology and Applied Ecology sono riusciti a modificare il genoma della patata, con delle mutazioni mirate, per silenziare il gene responsabile della produzione dell’amilosio. Il risultato è una patata che, esattamente come Amflora, possiede solo amilopectina. Il genoma è stato modificato, ma non utilizzando tecniche di DNA ricombinante e quindi, legalmente (ma solo legalmente), non è un OGM. Le prime 100 tonnellate di questa patata sono state coltivate e lavorate nell’autunno del 2009 da Emsland Stärke, il più grande produttore tedesco di amido di patate.

Ed ecco che il 2 marzo finalmente la Commissione Europea approva la coltivazione della patata Amflora. Amflora verrà coltivata già nel 2010: il materiale da distribuire agli agricoltori verrà prodotto in Svezia, mentre in Germania e nella Repubblica Ceca, e forse anche in Olanda, verrà messo in coltura.

Addendum: già da anni, tra le decine di OGM legalmente autorizzati in Europa come mangimi animali, si usano colture contenenti gli stessi geni che donano la resistenza ad alcuni antibiotici usati per Amflora. Leggendo i commenti sulla stampa sembra che questo fatto sia ignoto ai vari commentatori.

Scritto in Biotecnologie, OGM, Patate | 1.383 Commenti »

Peccato che non t'intendi di Biodinamica, Araldo, che invece il discorso si farebbe interessante, coinvolgendo le possibilità di produrre cornoletame suino OGM-menoscacazzante i cui effluvi potrebbero purificare le sopraddette cariossidi per un fenomeno di "contro-contrastualità", sempre che Betelgeuse o chi per lei concordi, ma è questo che immagino si debba alfine controllare...

occhio zeb che ci sono già varietà perfide che al test del Mazzalavecchia rispondono anche con: "Col flit! (ma anche fleet=bisacodyl)" oppure "Col gip! (jeep=veicolo motorizzato)". Anch'esse sono perse! anch'esse sono da distruggere! Confidiamo in te, o salvator.

Per la Seconda Guerra Mondiale non saprei, ma il fornitore del Napalm in Vietnam era proprio la Monsanto, assieme alla Dow Chemical

http://en.wikipedia.org/wiki/Dow_Chemical_Company

@zeb Comunque. "cariossidi di Mais inquinate da polline OGM" forse intendevi inquinate da geni derivati da OGM? Se è così, però, non sarebbe mica male. Si tratterebbe di una svolta dal punto di vista biotecnologico per il tuo lavoro. Questa è una mia personale interpretazione, eh! Magari è la volta buona che quello che fai acquista un senso (oh, senza polemica, senza voler sminuire il tuo lavoro, credimi!) Io al tuo posto ci proverei, se non altro per raccogliere dati "concreti" sul campo. Se poi ti pagano per farlo, meglio ancora, no?

Il napalm è niente, caro Harald... Monsanto era uno dei maggiori fornitori dell'Agent Orange che nel medio e lungo termine è stato devastante. Pensa con che razza di delinquenti abbiamo a che fare...

Eh! Cacia in bisaca e porta a ca', questo dicevano i nostri patri e questo diranno i nostri nepoti! Penitenziagite! Penitenziagite! (sputa.... silvuplè thenkiu)

Riguardo al diserbo sotto la vite direi che il sistema più economico sono dei trinciaerbe con sensori che vengono utilizzati sulla fila. Ovviamente la vite, oggi, non ha alcun rapporto con gli OGM, così come l'eventuale diserbante (anche se fosse Glyphosate) che rimane una sostanza chimica e non un organismo. Riguardo al Glyphosate (nome commerciale Roundup) della Monsanto, invece, è curioso che è stato sempre pubblicizzato come “sicuro” “ecocompatibile” perchè “comletamente e rapidamente biodegradabile”, poi si scopre che non è così. http://en.wikipedia.org/wiki/Glyphosate#Environmental_degradation

In soils, half-lives vary from as little as 3 days at a site in Texas to 141 days at a site in Iowa.[70] In addition, the glyphosate metabolite aminomethylphosphonic acid has been shown to persist up to 2 years in Swedish forest soils.[71] Glyphosate adsorption varies depending on the kind of soil.[72]

Per esempio nella foresta svedese può persistere oltre due anni.... Sono stati portati in tribunale ed hanno perso per falsa pubblicità. (vedi sempre il link wikipedia)

Riguardo alla tossicità, è un milione di anni luce avanti al vecchio diserbante totale Paraquat, ottimo per suicidarsi in quanto distrugge subito gli organi interni e non ti salva niente, non ci sono antidoti. Però anche il Glyphosate è stato giudicato “pericoloso per l'ambiente” e si studiano i danni agil embrioni umani causati da un suo coformulante, che se non sbaglio è stato eliminato recentemente. Per gli embrioni passati, occhio non vede, cuore non duole. A recent study, on the other hand, has shown that Roundup formulations and metabolic products cause the death of human embryonic, placental, and umbilical cells in vitro even at low concentrations. The effects are not proportional to Glyphosate concentrations but dependent on the nature of the adjuvants used in the formulation.[35]

Invece riguardo alle cose scientifiche, che ci stanno tanto a cuore in questo blog, sono sati colti a fare frodi scientifiche, a manipolare i dati e dire bugie nella stesura dei fascicoli per ottenere l'autorizzazione a circolare. (vedi seguito, sempre da wikipedia)

Scientific fraud On two occasions the United States Environmental Protection Agency has caught scientists deliberately falsifying test results at research laboratories hired by Monsanto to study glyphosate.[79][80][81] tradotto: In due occasioni gli States Environmental Protection Agency ha colto gli scienziati ad aver deliberatamente falsificato i risultati dei test presso i laboratori di ricerca incaricati da Monsanto a studiare glifosate. [79] [80] [81]

In the first incident involving Industrial Biotest Laboratories (IBT), an EPA reviewer stated after finding "routine falsification of data" that it was "hard to believe the scientific integrity of the studies when they said they took specimens of the uterus from male rabbits".[82][83][84] tradotto: Nel primo incidente che coinvolse Industrial Biotest Laboratories (IBT), un recensore EPA ha dichiarato dopo aver constatato "la falsificazione sistematica dei dati" che era "difficile credere che l'integrità scientifica degli studi, quando hanno detto che ha preso campioni di utero da conigli maschi". [82] [83] [84]

Quindi la frode scientifica dimostrata (e salatamente pagata) sul Glyphosate – Roundup compiuta dalla Monsanto (e la falsa pubblicità) è più o meno scientifica dei risultati di Pusztai? O forse non avevano fatto in tempo a manipolare i dati di Pusztai prima che lui dichiarasse i risultati... il dubbio mi rimane.

Ma questi discorsi fanno sorgere un dubbio? Non staremo mica perdendo tempo? E ce lo dice L'uomo meringa che il maiale ogm è prossimo all' uscita sul mercato e mi chiedo perchè non farci anche noi ogm? Già mi immagino il catalogo con l'elenco dei geni che vuoi infilare in tuo figlio! E perchè vietarlo se ci sarà la possibilità di farlo? Poi un altro dubbio si insinua...quanti soldi energie e sofferenza provoca la sperimentazione su animali. Quando potremmo farla direttamente sull' uomo e ne guadagneremmo sia economicamente che scientificamente. Poi dove sta scritto che una cavia soffre più di un uomo solo perchè non sa i principi della termodinamica? Cocnludo maledicendo la morale cristiana-cattolica e che cazzo. Progresso, progresso, progresso!!!

eh, i passati loschi delle grosse industrie. Chi direbbe che questa http://it.wikipedia.org/wiki/Maybach_57 discende da questo http://it.wikipedia.org/wiki/Maybach non se ne esce, se guardiamo al passato.

"Per esempio nella foresta svedese può persistere oltre due anni…". A parte che stiamo parlando non del glyphosate ma del suo metabolita (sei d'accordo, vero Harald?), ti sei chiesto come mai è stato usato erbicida nella foresta svedese? Ed ammesso che ci sia una risposta (io penso che sia, tra l'altro), ci sai dire quali devastanti danni ha prodotto per quei due anni quell'AMPA?

Socchmel yopanzer hai centrato in pieno, aggiungerei questo: La Volkswagen (letteralmente auto del popolo) nacque sotto la dittatura di Adolf Hitler nel 1937, per suo volere.

E allora formiamo un comitato per la sperimentazione sull' uomo dei medicinali! Usciamo dal torpore della morale, è scientificamente provato che per soffrire allo stesso modo non serve essere della stessa specie!!!

... solo che l'industria si è evoluta, mentre gli ideologi sono rimasti più o meno gli stessi. Ahimé.

baucellus....almeno tu dammi un fidbech positivo!

Cavolo, anche qui, quando si toccano certi argomenti diventano tutti seri e zitti. Uff...proverò a proporre altrove. Grazie lo stesso. E io che volevo proporre una rivoluzione...

@il_provocatore, proponi, proponi quanto ti pare, basta che non cominci anche tu con le solite solfe tipo: "quando si toccano certi argomenti diventano tutti seri e zitti" etc. che qua di depressi sparaminchiate sai quanti ne son passati.

... che palle. Tutti a proporre soluzioni agli altri, nessuno ad offrirsi volontario per concretizzarle. "Armiamoci e partite!" disse un simpatico totalitarista del secolo scorso. Nessuna novità, altro che rivoluzioni...

@ yopanzer e (im)becillus sarò pure depresso ma cercate di aprire la mente... quanto costa sperimentare su animali (come se poi non ci voglia anche la fase clinica, ergo sull' uomo, per approvare un farmaco)? Cosa ci impedisce di produrre uomini ogm per la sperimentazione se non la morale??? E la morale non è affatto scientifica. Maledetti limiti etici. Direi che in linea teorica il discorso non è affatto stupido.

L'industria si è evoluta, ma le bugie rimangono, come la “scientificamente” falsificazione dei dati delle sperimentazioni. Il Glyphosate o peggio i suoi metaboliti hanno raggiunto le falde acquifere, quindi ci si lava, lo si beve ogni tanto. Chi ha perso il feto a causa del Glyphosate di prima generazione non conta, perchè oggi abbiamo la seconda generazione! Evviva il progresso industriale! Il punto che rimane è che sono stati condanntati per aver sistematicamente falsificato i dati. Non sono io che sono estremista, sono i tribunali che lo dicono. Come dicevo, in passato ho lavorato anche nella ricerca, e la cosa non mi stupisce. Quindi che fiducia devo avere in questi signori? Perchè non posso battere strade alternative, cosa che già faccio e che fanno altri meglio di me, per il miglioramento genetico e l'evoluzione del sistema agricolo?

Anche valgasi per quanto sotto...

PErchè inutile? Vuoi dire è inutile perchè non sarebbe possibile per questioni morali? O inutile perchè non servirebbe a nulla?

"Ma questi discorsi fanno sorgere un dubbio? Non staremo mica perdendo tempo? {...] e mi chiedo perchè non farci anche noi ogm? " Eh, già. Giusto. Perché? Perché cercare di cambiare? Che senso ha questo anelito interiore volto a trovare cose nuove, migliori, che risolvono problemi, che combattono malattie, che consumano meno energia, che inquinano di meno? Fermiamoci! Così non faremo soffrire le cavie da sperimentazione, che diamine!

In Africa milioni di persone continueranno a morire di AIDS, filariosi, malaria, lebbra, malnutrizione, colera... gli animali domestici non avranno sorte migliore e continueranno a soffrire delle più svariate malattie... anche le scarse popolazioni di specie rare come i gorilla, molto probabilmente, andranno incontro ad eventi repentini fuori dal nostro controllo umano che ne causeranno in breve tempo l'estinzione...

Riguardo alle soluzioni genetiche, per esempio, c'è chi lo fa senza associare fitofarmaci alle sue sementi (vedi http://www.kultursaat.org ) e produce nuove varietà per l'agricoltura biologica a scarsa richiesta di fertilizzanti, fitofarmaci (bio o no) e con alta concentarzione in elementi nutritivi. Riguardo alla nutrizione vegetale con fertilizzanti organici (agricoltura bio o no) ho anch'io contribuito con la ricerca, sperimentazione, pubblicazione, ecc. con risultati molto interessanti. Una volta avevo fatto progetti per l'agricoltura biologica in cui sottolineavo che non era fondamentale la concimazione, in quanto prevedevo delle buone rotazioni. Due ispettori del Servizio Agricoltura mi hanno bloccato la pratica, anche per questo motivo, ed ho scritto loro uno studio di 28 pagine su come si fa'. Quando l'ho presentato, mi hanno detto che già lo sapevano e la pratica è rimasta bloccata per anni... E' andata a finire che quell'azienda ha rifatto la pratica con un altro bando ed è entrata a contributo, io ho abbandonato il lavoro di progettazione e assistenza tecnica, gli ispettori regionali sono inquisiti per tangenti (ups..) probabilmente prese da un grosso commerciante di erba medica (non so come è andata a finire, però mi sa che ho capito perchè la mia pratica si era insabiata....) Soluzioni. Facevo lezione di agricoltura biologica agli agricoltori e spiegavo che nell'interfila del vigneto (o frutteto) è buono fare sovesci con favino, per concimare ed avere il terreno coperto. Dopo un anno uno degli ascoltatori mi ha ritrovato alla facoltà di ingegneria (di cui era studente) e mi diceva che davvero il favino non disturbava la vite. Qualcosa si muove. Altre soluzioni: mi hannno chiesto: come diserbare la vigna nei mesi freddi in cui il Glyphosate è poco attivo? E io rispondo che il problema è nella testa di chi vuole fare il diserbo e danneggiare suolo, vite e se stesso (in particolare la tasca) per certe attività. Le erbe trattengono gli elementi nutritivi dei concimi e li proteggono dalla lisciviazione, un giorno o l'altro ritornano alla vite, non fuggono via, son sempre lì.

... che tristezza, però, constatare che esistono ancora dei nostalgici del dott. Mengele...

dai bacillus, suvvia, mi son pure stupito che mi haI elaborato una risposta seria ((anche se pappone accozzaglia ambientalscema), non ostante il mio dichiarato nick. E poi per inciso a me fa più pura chi fa il dott. Mengele subdolamente, spacciandosi per progressista, democratico e...e ... ah già e Sticazzi. p.s.i gorilla se la passano meglio anche senza le nostre ricerche... vai tra zio! Simpaticissimi tutti...:D

più che il_provocatore questo me pare il_embriaco.

"nell’interfila del vigneto (o frutteto) è buono fare sovesci con favino [...] il favino non disturbava la vite": il favino no, ma la lavorazione (10-20 cm) sì, perché danneggi l'apparato radicale più efficace della vite, quello superficiale che può trovare la maggior disponibilità di sostanze nutritive; "diserbare la vigna nei mesi freddi": perché diserbare la vigna nei mesi freddi? siete pazzi? "Le erbe trattengono gli elementi nutritivi dei concimi e li proteggono dalla lisciviazione": concimi? ma se hai detto che non servono... e poi, se i concimi vanno alle erbe, non vanno alla vite, no?

Eh, Harald, non te ne faccio una colpa... se penso che non sei il solo...

... certo, certo. Ormai sono famoso per i miei pipponi/papponi/minestroni in tema di ecologia & evoluzione & agrikoltura ... tutta robaccia pessima dal punto di vista accademico, senza citazioni di grandi formule, di grandi scienziati, di grandi teorie. Roba penosa, sotto diversi punti di vista, concordo.

Molto più nobile e virtuosa, invece, la penosa frigna per il topo che muore di cancro per effetto del nuovo farmaco in sperimentazione o la terribile preoccupazione per il campetto da tremila metri di mais "biologico" che verrebbe "contaminato" da presunte entità mostruose possibile causa di danni devastanti... ma non si sa quali. Il tutto, ovviamente, stando davanti ad un pc, con la panza piena, un buon stipendio che va su regolare una volta al mese, senza problemi se non quello di prenotare le prossime vacanze estive... Definendosi, provocatoriamente (e poco seriamente) "il (underscore) provocatore" e ridacchiando, e pigliando per il culo... Ma non era meglio, a questo punto, presentarsi come "il_ruffiano"? che forse ti si prendeva più sul serio?

A quest'ora voi ragazzi dovrebbe stare a letto... perché voi no stare a letto vostro che ognuno è bene cià il suo...? Viene suora con pompetta di camomilla, eh...!

Nuovo importante rapporto presentato oggi in USA alla National Academy of Science sugli effetti degli OGM negli usa, con le prospettive future. Qui il riassunto http://dels.nas.edu/dels/rpt_briefs/genetically_engineered_crops_report_brief_final.pdf

Qui il briefing, che si può sentire online, e il link al rapporto http://nationalacademies.org/morenews/20100413.html

A me questa storia delle patate d'oltr'Alpe ricorda tanto la storia delle centrali nucleari in Italia. 30 anni fa i verdi ci terrorizzarono sui pericoli e votammo per il no. Oggi i nostri confini sono pieni di centrali nucleari ma quel che è peggio è che importiamo dai nostri confinanti furbi, a caro prezzo, quella energia che potevamo produrre da soli. Fu grazie a quella scelta demagogicamente scellerata che oggi paghiamo caro. E ancora i verdi non perdono occasione per dirci che le centrali nucleari sono pericolose! Quindi se tanto mi da tanto, tra qualche anno mangeremo allegramente patate importate dalla Germania, Olanda ecc. ma saremo orgogliosi di poter dimostrare che no! l'Italico popolo non produce "franken food"!!! C'è da sbellicarsi dalle risate, ma solo per non piangere....

Le sue rispsote a Carlo Petrini sono allucinanti.

Lei dichiara came falsi alcuni lampati evidenti problemi riscontrati dell'uso di prodotti OGM, circa le contaminazoni delle coltivazioni vicine.

Inoltre le ricodto che proprio MONSANTO è in causa con vari agricoltori francesi nonostante siano le proprie sementi ad aver inquinato i semi "liberi" dei vicini. I pollini volanooooooooo non sono MAI contrallabili, ma lei si ostina a dire che noncisono rischi. C'è o ci fa??

Temo putroppo che lei debba sostenere una tesi perchè "sponsorizzato" da chi di soldi ne ha tanti per trovare finalmente il ripago dei costi delle proprie assurde ricerche di ingegneria genitca su piante. Piantee che sono patrimonio dell'umanità. Non credo alla libertà di pensiero di chi si batte per sostenere le tesi di aziende che hanno il potere per poetrsi "difendere" da sole..

Come poi gli OGM facciano "tornare in vita" varietà antiche..è frutto di sua fantasia: le varietà antiche possono vivere al limties usando alcune tecniche in vitro pe rriprodurle, MICA PER MODIFICALRE GENITICAMENTE!! Ma che confusione fa!!!!!

Del resto lasciamo parlare appunto gli agricoltiri, e grazie al cielo due nostre confedereazioni agricole sanno di cosa parlano e si sperimono contro la necesistà dell'uso dell'ogm.

Il ministro tesdesco ...sa cosa fa, lo dice lei appunto: difende BASF!! Non l'agricoltura!!

quali problemi risolvono i semi OGM??

cyb: se non capisce qualche passaggio degli articoli qui sul blog me li indica e provo a usare parole piu' semplici per chiarire i concetti. Mi pare lei faccia molta molta confusione.

cyb: sono pronto a scommettere che lei, come MOLTI di quelli che parlano di ogm, non ha mai coltivato in vita sua, vero?

Visto che il blogmaster fornisce il cattivo esempio del troll's feeding:

"i pollini volanooooo"? Sì, ma mooolto meno delle scemenze

Dario visto che ne parli ,

tu che coltivi ? e su quanti ha ?

Dai Biola, non diventarmi anche tu Troll eh.... Tra chi non ha mai coltivato e NON SI E' MAI INFORMATO e chi invece come me si e' almeno informato su quanto volano i pollini, mi pare ci sia una certa differenza. Altrimenti che ci stai a fare su questo blog?

Ricapitolando, in forma di disegnino :

Troll = NON informato e NON coltiva Biola' = NON informato e coltiva Bressanini = informato e NON coltiva

ok mi sta bene , ma qui , da noartri , volano i semi , da qualche parte del globo finanche i pesci ....

Biola', ma tu lo sai per quanto tempo rimane vitale il polline? Dai, non costringermi a fare l'antipatico. Il punto e' che un sacco di persone che parlano di questi temi ne hanno solo sentito parlare e non si sono neanche preoccupati di informarsi se quanto hanno "appreso" dalla vandana di turno e' vero o meno.

Io qui espongo i fatti. Ci sono persone invece che sono solo interessate a esporre le loro "opinioni" indipendentemente dai fatti.

Dario, devi terminare il concetto: se le loro opinioni contrastano con i fatti, tanto peggio per i fatti. Ecco, così è completo.

Io ti dico e affermo per esperienza diretta che frequentemente trovo piante in campi senza che nessuno li abbia mai seminati negli anni precedenti ,

per cui le docs scientifiche sulla coesistenza , 1 mt 10 mt 100 mt mi lasciano alquanto perplesso !

La mia affermazione non vale una emerita cippa da un punto di vista scientifico ma la faccio comunque , perche' accade qui in campagna , nell' agro romano , e te lo dice uno che fa campagna da qualche anno e su 400 Ha non sull' orticello di casa ...

Biola: e io ti dico che le sperimentazioni vengono fatte con tutti i crismi, non passeggiando nei campi con il filo di paglia in bocca. Misurando il flusso genico. Tu ti trovi piante di mais inaspettate in mezzo a 400 Ha del tuo campo di trifoglio? O anche tu credi, come l'esperta di Slow Food, che i pomodori possano essere "contaminati" dal mais ogm, magari lontano chilometri e chilometri?

Chissà perchè credo più a Biola. Forse perchè ho frequentato molto la ricerca scientifica... , in cui Dario crede ciecamente.

Biola: quello che dici è perfettamente credibile, fa parte dei famosi "fatti", di cui nessuno ha il monopolio. Solo che dovresti essere più preciso: Hai trovato piante di patata spontanee nei tuoi campi? No? E allora un motivo ci sarà (e non è molto difficile informarsi e scoprirlo). Hai trovato qualcos' altro? Si? Embè se non ti spieghi e provi a chiarire cos'è, e ti limiti pensare a "IL polline o I semi" non si può discutere ... per mancanza di fatti precisi.

biola, stavolta alberto ha ragione se vuoi contribuire alla discussione è importante che tu sia più preciso, perché il tuo argomentare interessa tutti. Quante piante non previste trovi, anche in percentuale, come sono distribuite, raggruppate, disperse, di che tipo sono, inverosimili nel contesto o magari pensandoci bene... Ecco, perché anche uno stormo di augelletti che molla il carico puzzetto dal posteriore dopo aver fatto colazione altrove può influire: o no?

con il dovuto rispetto per la scienza e per i suoi flussi genici ed i suoi metodi che spesso sono a me oscuri

trovo piante di pisello dove non sono mai state seminate , ma non una ma metri e metri a chiazze , la cui unica spiegazione e' il trasporto con il vento o eventi atmosferici

Non posso dire di aver visto piovere pesci ma nelle giornate di scirocco qua si deposita la sabbia del deserto , se Gheddafi pianta colza ogm , noi bio sulla costa siamo spacciati

Qua abbiamo la piaga dei cinghiali , atterrano decine di mquadri di mais , si abbuffano , si spostano e qualche chicco sano lo ridepositano sul terreno . Stesso comportamento su favino , grano tenero o qualsiasi granaglia appetibile

ripeto , mi e' difficile immaginare un 'confinamento' di un appezzamento e del suo contenuto se non solo teorico .

Biola: ti ricordo che anche per voi coltivatori bio vige la soglia dello 0,9%, per cui le norme di coesistenza NON sono mirate ad avere zero commistioni ma inferiori allo 0,9% in modo tale che non perdiate la certificazione (cosa giustissima). In ogni caso, non è che non ti creda, ma l'esperienza in questo campo è vecchissima, non è limitata agli ogm. Pensa a chi deve produrre semi certificati ad esempio, o separare mais bianco dal mais giallo. Ci sono tabelle usate da tempo nei vari paesi che coltivano OGM (mais ad esempio, perché non è che il polline è diverso dal mais convenzionale).

In più, già ora puoi avere una contaminazione perfettamente legale nei semi non ogm (non è che i tuoi piselli arrivano da uno "spacciatore" di semi autoprodotti in cui sono finiti dei piselli per sbaglio? )

aggiungo che, parere puramente personale, la colza ogm difficilmente potrebbe essere seminata qui, visto la possibilità di incrociarsi con specie selvatiche. Ma esattamente come per la patata di questo articolo, queste discussioni sono puramente teoriche perché non c'è nemmeno un interesse a seminarla qui, e non è nemmeno autorizzata o in vista di autorizzazione

Gli attuali OGM, ovvero quelli che ci propongono per la coltivazione, sono vecchi, non mantengono le promesse, non servono ad aumentare la competitività dell'agricoltura italiana e, soprattutto, la gran parte delle persone non li vuole mangiare! Quando dico che è una tecnologia vecchia dico che è una tecnologia che ha 30 anni! Al momento stiamo discutendo se introdurre OGM che sono stati "creati" con tecniche ormai superate. In particolare: 1) il transgene degli attuali OGM è inserito nel genoma nucleare per cui origina inquinamento genetico, in quanto viene espresso in ogni parte della pianta (foglie, radici, polline, ecc.). Oggi il transgene potrebbe essere inserito nei cloroplasti (ovvero nelle parti verdi della pianta) e, almeno, non originerebbe inquinamento genetico perchè il transgene non si troverebbe nel polline. 2) il transgene ha promotori costitutivi che con la tecnologia attuale potrebbero essere sostituiti da promotori inducibili, che attivano il transgene solo in presenza di particolari sostanze, come per esempio la saliva dell'insetto che attacca la pianta (il transgene produce la proteina insetticida solo in presenza di un attacco dell'insetto). In questo modo nelle piante BT si limiterebbe la formazione di progenie di insetti resistenti alla proteina insetticida. 3) gli OGM che stiamo approvando hanno marcatori di resistenza agli antibiotici (è vero, antibiotici vecchi, kanamicina e neomicina). Oggigiorno la tecnologia transgenica potrebbe utilizzare per la selezione altre sostanze come per esempio i fitormoni.

@Dario Grazie per il tuo impegno razionale nello sfatare i miti, parlare alla pancia è troppo facile e pericoloso...A volte però sono scettico

1 Per la posizione morbida verso le multinazionali: il brevetto limita effettivamente la conoscenza, l'innalzamento dei costi è un problema per chi studia e sperimenta nuovi prodotti...vorrei una ri-regolamentazione normativa per l'approvazione di varietà ogm "tipiche italiane" sviluppate da università pubbliche in collaborazione europea/mondiale

2 Quando ti schieri contro la critica dell'agricoltura esistente: la monocoltura intensiva mi sembra insensata sia per l'economia che per l'ambiente. Immagino che la soluzione sia un "ogm-biologico", ebicidi biodegradabili (glifosato o galera! ) siepi che favoriscono la biodiversità, fermare l'erosione del terreno (esempio: un aratura che non impacchi il terreno e non seppellisca sotto 1metro di zolla i 20 cm di materia organica interesante per le piante)

Se c'è stato qualche articolo comparativo che ti ha fatto maturare quelle opinioni vorrei leggerlo..ecco ho finito spero di aver annoiato nessuno

"agricoltura esistente" = "monocoltura intensiva". Per favore, perché riduciamo tutto a questi luoghi comuni? La "monocoltura intensiva", se si escludono vigneti e frutteti, è un concetto che nelle agricolture più evolute, non esiste.

bacillus io non ce l'ho messo l'uguale! ... NOn ho detto che tutti i campi sono così.. In veneto abbiamo i trattori giganti che impaccano il terreno e grandi campi di mais e sorgo: questo non è affatto un luogo comune

Hai letto la riga sucessiva? Il punto è proprio questo, anch'io vorrei che nessuno mi raccontasse storie del "biologico" ma se queste alternative sono pretestuose non significa che lo stato attuale dell'agricoltura sia sensato o equilibrato

I trattori giganti hanno anche ruote giganti che di conseguenza presentano un'ampia impronta sul terreno. Quindi, anche con un peso maggiore, la pressione sul terreno è minore di una trattrice "normale". Inoltre, potendo lavorare fasce di terreno più ampie, di fatto compattano superfici minori. Detto questo, quale sarebbe l'alternativa ai "grandi campi di mais e sorgo"? Premesso che nel nostro paese i grandi appezzamenti non esistono proprio, quell'agricoltura lì, oggi come oggi, adottando macchinari ed impianti di irrigazione efficienti e schemi colturali che prevedono adeguate rotazioni, risulta produttiva e con un impatto ambientale contenuto (non dico nullo, eh, ma non certo insostenibile). Potrebbe essere ancora più produttiva e nettamente meno impattante sull'ambiente se attraverso l'utilizzo di colture GM fosse possibile rendere più accessibili e sicure pratiche come il minimum-tillage ed il no-tillage. Quei sistemi di coltivazione di possono adottare e si adottano anche senza OGM, ma le loro corretta conduzione è più difficile (e costosa). Sì, opportunità ci sono, e sono molto interessanti. Peccato che non si possano perseguire.

Non ho proprio voglia di ergermi a difensore del contadinume nostrano (di cui in qualche modo faccio parte), ma insomma, non è nemmeno il caso di considerare questo mondo del tutto vecchio e decrepito. Anche riguardo le lavorazioni del terreno ormai l'unico ad arare a 60 cm è quel pirla di mio suocero: il resto del mondo fa ormai arature superficiali (20-30 cm) molto agili e veloci. Diffusissima è la lavorazione ridotta per il secondo raccolto... E poi ci sono agricoltori "illuminati" che già da tempo portano avanti il no-tillage. Insomma, dài, riconosciamo ogni tanto al mondo contadinesco un po' di buona volontà.

Se in campagna si ritornasse a fare rotazioni quinquennali o settennali con inserimento della leguminosa (guardate che in Francia almeno quelle quinquennali le fanno perchè hanno a che fare con terre molto meno fertili delle nostre e soprattutto meno profonde) allora il dibattito tra modi diversi di fare agricoltura perderebbe ogni valenza. Perchè non si fa più la rotazione? Semplice in Italia la superficie aziendale dell'impresa agricola è talmente ridotta che per sopravvivere occorre ogni anno, seminare sempre e solo le coltivazioni a maggior reddito, tralasciando ogni concetto di buona agricoltura. Se i francesi mettono in rotazione triticale orzo, pisello proteico, lupino, medica, colza, assieme al frumento, alla barbabietola e al mais (cioè mettendo assieme coltivazioni a maggior e minor reddito)ci sarà pur una ragione. Essi infatti moltiplicano il reddito medio di un ettaro in rotazione per tanti ettari, mentre da noi il moltiplicatore superficie è infimo a causa delle nostre microaziende. Finchè manterremo la struttura fondiaria attuale da noi la buona agricoltura non si potrà mai più fare, c'è solo Carlin Petrini e la Coldiretti (mia padre li chiamava i "colduretti") che affermano che il bello è piccolo e fa guadagnare.

La "piccola proprietà contadina", ahimé croce e delizia...

Suppongo sia tutto giusto quel che dici, Guidorzi: suppongo perché non ho conoscenze dell'agricoltura francese, né in fin dei conti di quella "industriale" italiana: devo giusto informarmi su che fine abbiano fatto cento ettari di pisello proteico che un mio collega pugliese mi ha chiesto se sapessi dove poter piazzare, circa due mesi fa. E' - era al tempo in cui ci stavo, circa dieci anni fa - una coltura insolita per la Capitanata, un impegno economico che si supporrebbe pianificato a fronte di un mercato di committenza determinato già molto prima della semina, e magari era proprio così oppure il mio amico (che è un po' uno squalo) cercava solo qualche affare migliore, mi informerò...

Però, son dieci anni che cerco di capire dai contadini di montagna (appenninica) perché non riescano ad organizzarsi per agire con dieci aziende da venti ettari come una da duecento, ognuno padrone a casa sua ma coordinando le rotazioni che già fanno in modo da razionalizzare le attrezzature e le lavorazioni. E l'ho capito, perché alla lunga ho imparato a capirli, a condividere anche se non approvo: l'approvazione o meno è un fatto mio, il come vogliano lavorare è un fatto loro, le difficoltà che quel tipo di agricoltura di montagna comporta sono oggettive.

La montagna ha forzatamente dinamiche differenti rispetto alla pianura: non è funzionale a un'agricoltura "industriale", e per quanto io sostenga pubblicamente e reiteratamente il contrario, è dubbio che sia funzionale ad una agricoltura "di qualità" - non in tutti i settori, almeno, dipende quali... Ma la montagna, l'alta collina, ha un bisogno indispensabile della piccola proprietà contadina: come "presidio del territorio", per mantenere quelle conoscenze "tradizionali" che permettono alla montagna di non adempiere al Secondo Principio della Termodinamica e quindi non scendere a valle.

L'Appennino, signori miei, son centinaia di migliaia di anni che scende a valle, come faranno le Alpi che son più giovani, anche se in maniera diversa (ne so niente, ma è giusto per placare subito qualche geologo col ditino pronto... ), e se negli ultimi tre millenni ne abbiam tenuto su una parte (sostituendone magari i boschi con qualcosa di più edule) lo si deve non solo all'agricoltura, ma soprattutto all'intima conoscenza del territorio che solo la "piccola" agricoltura può alimentare, non i cercatori di funghi o fragoline in mezzo ai boschi.

Ma è da prima del tempo dei Gracchi che la naturale tendenza delle cose va verso "l'assemblamento" dei terreni, e quante Riforme Agrarie son state fatte da quei tempi per ricostituire o proteggere la "piccola proprietà contadina"? Al tempo di Caio Mario era per certe esigenze militari, adesso è (o sarebbe) per evitare di militarizzare tutta la montagna, che nessun muro può arginare una frana...

bravo zeb, faglielo capire ai q incollati alle sedie! L'Italia non è la Germania delle pianure o delle dolci colline. E poi l'agricoltura è solo seminativi?

E in America... Arizona: la durissima legge contro gli immigrati irregolari, varata il 23 aprile 2010 dal governatore repubblicano Jan Brewer, rischia di trasformarsi in un micidiale boomerang per la più fiorente e ricca produzione agricola dello stato dove si coltiva, in tandem con la California, il 95% di tutta la lattuga americana, 1 miliardo di dollari l’anno. E senza i braceros messicani senza documenti, pendolari o stagionali, la lattuga è destinata a marcire nei campi.

zeb è da trent'anni che in Francia esiste la conduzione delle aziende in GAEC, cioè proprio ciò che tu ipotizzi per gli agricoltori dell'Appennino per condurre le loro aziende in associazione. Solo che la Francia da tempo vi ha legislato su. D'accordo con te che l'Italia non è un paese di pianure, ma allora dobbiamo avere il coraggio di non mescolare tutto. Io propongo di parlare di "AGRICOLTURA" per la pianura padana padana e le altre pianure o zone assimilabili che abbiamo (purtroppo in poca misura) e di parlare di "AGRICULTURA" quando la componente ambientale diviene preponderante. Ma facendo ciò occorrerà che la politica agisca con coerenza nel legislare e soprattutto non si mescolino le due.

Stella non sono uno con il "c ...incollato alle sedie" vivo in una corte agricola che ha dato da mangiare a cinque generazioni di Guidorzi, purtroppo con la polverizzazione, in conseguenza delle suddivisioni ereditarie, ho dovuto andare a pestare la terra degli altri ... e sai quanta ne ho pestata.

p.s. gli agricoltori della Capitanata che non vogliono seminare pisello proteico si sono scordati che i loro genitori,che tra l'altro non avevano da mangiare, seminavano la sulla per fare la rotazione con il grano duro.

@Alberto Quella che lancia epiteti di scaldasedie agli altri è una che da tempo qui crede di sapere di agricoltura, ma di fatto non sa nemmeno da che parte si afferra una zappa. Lascia perdere. Piuttosto, cos'è tutta questa passione per il pisello proteico? E' delicato, produce poco e male, per riuscire richiede fortuna. Sarai mica convinto anche tu che rappresenti il futuro per la nostra agricoltura?

@Alberto Guidorzi Perchè bacillus sa tutto, no? Bisogna essere stupidi per parlare di ciò che non si conosce.

Comunque non mi riferivo a te in particolare, ma ai molti che parlano di agricoltura senza conoscerla. L'Italia è un paese molto differenziato e di agricolture ce ne sono tante e diverse. Il problema della tutela del territorio è forse il principale problema italiano (misconosciuto), e siamo molto in ritardo.

@ bacillus citavo il pisello proteico solo in quanto leguminosa (tra l'altro ho dimenticato la soia). E' certo che nessuna specie e varietà si adatterà in italia se continuiamo ad usare quelle selezionate per altri ambienti. Il nostro stato sul miglioramento verietale è pietoso, ora mi sembra anche entrato in coma. Nella granicoltura abbiamo sfuttato (nel senso deteriore del termine) la genetica di Strampelli per quasi un secolo, ma essa come tale non risponde più ai tempi. Non essiste una coltura che rappresenti il futuro ma tante coltivazioni che nell'insieme e condotte il meglio possibile ci danno un reddito accettabile in un ambito di agricoltura durevole.

@Stella d'accordissimo con te, la tutela del terriotio e la sua cura è e potrà diventare una nostra ricchezza inestimabile (Toscana docet) ma occorre tenerla distinta dall'agricoltura (quella con la "o") altrimenti si fa solo dell'utopia nell'uno e nell'altro dei casi.

L'espressione "tutela del territorio" abbonda sulla bocca di coldirettisti, slowfoddisti, leghisti, ambientalisti e naturalmente pseudo-contadinisti. Poi, ovviamente, niente da dire sui fabbricati rurali costruiti in mezzo ai campi (tanto lì non serve licenza edilizia), sulle pale eoliche, sugli impianti fotovoltaici che occupano, deturpano, stravolgono il territorio. A me tutta questa preoccupazione di "tutelare" fa un po' paura. Io piuttosto preferisco il bosco. Lì ci pensa la natura a farlo nel migliore dei modi. Ma dove si può fare agricoltura con la A maiuscola la si faccia, intensa e produttiva. Punto e basta.

In mezzo al bosco passa un torrente che scava le radici degli alberi, che ci cascano dentro e il torrente esonda. L'agricoltore padrone del bosco e dei campi esondati passa tre giorni a ripulirlo, poi arriva il Forestale che dice: "Non mi hai chiesto il permesso" e multa. L'agricoltore fa ricorso, e la multa si trasforma in denuncia penale perché il torrente è possesso demaniale. Come dico sempre ai miei contadini: tenete un paio di maiali vecchi, sono di compagnia, ma ricordatevi che l'unica cosa che non mangiano del Forestale sono la pistola e il distintivo...

@Alberto Guidorzi Non ho messo insieme tutela del territorio e agricoltura, rispondevo solo a zeb. Mio fratello è laureato in geologia, i problemi del territorio riguardano anche la "desertificazione", e sia al nord che al sud. Noi dobbiamo fare agricoltura produttiva (che non è solo seminativi, eh) e agricoltura (in genere di montagna ma non solo) volta alla tutela del territorio (qui tutto il discorso di un esperto come zeb è validissimo) anche se dovessimo "foraggiarla", semplicemente perchè i disastri, non possibili ma sicuri, ci costerebbero mooolto di più.

@Zeb su questi argomenti sei la bibbia Bisogna che il Parlamento, ufficialmente, si decida ad affrontare questi problemi di GESTIONE DEL TERRITORIO, sono veramente troppo gravi. Noi abbiamo il territorio più problematico di tutta Europa, bellissimo ma...

L'agricoltore le cui proprietà confinano con dei torrenti si informa su quali sono le regole. Per le aree demaniali che identificano il corso del fiumiciattolo basta una semplice domandina e la forestale ti lascia buttar giù tutto. E' interesse di tutti. L'Italietta è fatta così. Ognuno interpreta le cose a modo suo e poi la colpa è sempre degli altri.

Quanto alla "tutela del territorio", tanto per rincarare la mia dose, trattasi dell'ennesima scusa per ciucciare denaro pubblico, ovviamente. Riporto una bella espressione che si può leggere su uno degli articoli di Salmone.it: "Il modello di una agricoltura a scopo paesaggistico (o turistico come sostengono autorevoli ex-presidenti di Legambiente) porta al disastro e dissesto finanziario". Bosco, bosco, bosco... e cinghiali, tutta la vita.

...ah, poi c'è il discorso della biodiversità. Eh, caspita, è davvero un problema! E la "monocoltura intensiva" ne è la principale minaccia. Basta con mais e soia, bisogna che gli agricoltori seminino favino, miglio, pisello, sulla, grano saraceno, avena, ceci, magari riscoprendo varietà antiche (frumenti con lo fusto alto un metro e mezzo), proprio a tutela della biodiversità. Poi, però, se ci sono aree dall'orografia "impegnativa" in cui sarebbe più logico che bosco e pascolo si appropriassero del territorio con la loro sapienza e soprattutto con la loro preziosa biodiversità, ecco che si improvvisa un'agricoltura "modello Toscana", con la solita "valorizzazione del territorio", con il solito ancestrale "rapporto uomo-natura". E allora, sai cosa ti dico? Dove si può, mais e soia in rotazione continua... Quest'anno 150 q/ha di mais, il prossimo 60 q/ha di soia, l'anno dopo altri 135 di mais, e avanti così all'infinito...

Domandina sto par de ciufoli, Bacillus: parla per la Regione tua, che il federalismo cialtrone ce l'abbiamo già da decenni. E comunque è il motivo per cui è meglio io non abbia mai della terra mia: il fiume che ci passasse in mezzo, lì in mezzo sarebbe mio, e farei quel che si deve fare "per buona pratica", al massimo "comunicandolo" a chi di dovere, non chiedendo permessi a chichessia, fosse pure il Creatore (dei cignali, caprioli, cervi, lupi - lunedì vado da un pastore a cui hanno sterminato mezzo branco - e zecche, zecche, zecche...)

bacillus, lo sai qual è la Regione italiana con la maggior percentuale di terreno boschivo? Beh, è la Liguria e credo che pochi se l'immaginino. Non è una regione agricola, d'accordo, ma se tu ai nostri (pochi e poveri) agricoltori facessi di persona l'elogio dei cinghiali.... non ti lascerebbero arrivare alla fine del discorso e ti mollerebbero una vangata in mezzo agli occhi! Così, a tutela dell'ambiente. Loro.

Ma i cinghiali per gli agricoltori (quelli che beccano il rimborso) sono una manna! http://www.ladeadellacaccia.it/index.php/il-cinghiale-nel-iii-millennio-509/ Per gli altri, a parte quando si tramutano in cacciatori, sono un esempio di biodiversità di cui farebbero volentieri a meno.

Comunque bisognerebbe camomillizzare il povero Zeb: se ha problemi con la domandina basta che chieda aiuto a Bac: è capace di scrivere un programmino facile facile mentre spiega pazientemente i dettagli più reconditi della fisica nucleare a Rubbia e ... zac la noiosa ma in fondo innocua burocrazia italiota viene by-passata alla grande.

Franco, lo sai, la soluzione del problema c'è. Anzi ce n'è due, sovrapposte. Se vuoi le trovi a Brescia...

alberto, come sai io sono un "cittadino" fatto e finito: da pochissimo tempo ho imparato a distinguere una rosa da un abete (le spine!) e una gallina da una mucca (dal numero delle zampe). Quindi, quando un esperto (zeb, bacillus, stella) mi dicessero "zitto e a cuccia!", mi ammutolirei all'istante con sguardo tremante e umido di paura. Pur in questa mia minorata condizione, ho avuto la fortuna di parlare talvolta con qualche contadino del nostro entroterra del "fenomeno cinghiali": avevano la bava alla bocca, altro che rimborsi! Interi campi distrutti, raccolti (già limitati di per sé) andati all'inferno, la fatica di mesi buttata al vento! E... prova a parlar loro degli animal-ambientisti: il "bacillus furiosus" del fatidico forcone ti apparirà mansueto come l'agnello di Fedro! Io, per parte mia, la prima volta che ho visto un campo "arato" da una coppia di cinghiali non riuscivo a credere ai miei occhi.

bac, sì, lo so: sono andati anche a reclutare esperti, ora disoccupati, da Berlino. E, poi, ci sono anche i daini e i caprioli, qui: che saltano anche i manufatti bresciani e ti fanno fuori tutti i germogli! Bambi, che ammmoooorreee!!

Una squadra di cacciatori e vedrete che il problema di cinghiali e daini si risolve in breve tempo,arrosto misto ci vuole

@ Harald Letizi: sono un po' in ritardo...comunque la tecnica dell'inserimento dei geni tramite elettroforesi con il gel non l'ho mai sentita. Per favore, lei laureato in agraria così preparato sugli OGM, può spiegare a me, povera biotecnologa agro-industriale, come si fa? Io conosco l'Agrobacterium tumefaciens usato come vettore, conosco la tecnica biolostica ad esempio, ma questa tecnica con l'elettroforesi non l'ho mai sentita...e sì che in 5 anni di studio sulle biotecnologie agrarie non ho mai sentito questo uso "alternativo" dell'elettroforesi, io ho sempre saputo che serve per visualizzare le bande di acidi nucleici o proteine per analizzarle...ma...

Questo articolo è stato segnalato su ZicZac.it....

Alcuni scienziati, disattivando il gene che produce la patata ,un enzima responsabile per la sintesi dell’amilosio, hanno ottenuto una patata completamente senza amilosio e l'hanno denominata "amflora" Questa patata, che ovviamente non ver...

@ Claudio non mi sembra proprio che le "aree rifugio" debbano avere questa estensione!

- nelle aree dove l'infestazione di piralide non è elevata 20%; - nelle aree dove c'è elevata presenza di piralide fino al 50%

http://www.ontariocorn.org/growing/BtGuide.pdf

http://www.nk-us.com/MC%20533-5%20GrowerGuide%20FINAL.pdf

Insect resistance to Bt crops: evidence versus theory di Bruce E Tabashnik, Aaron J Gassmann, David W Crowder & Yves Carriére

Population Dynamics of Spodoptera litura (Lepidoptera: Noctuidae) on Bt Cotton in the Yangtze River Valley of China di PENG WAN, KONGMING WU, MINSONG HUANG, DAZHAO YU, AND JINPING WU

[...] Ma se uno non vuole coltivarlo? È possibile, per un paese membro, vietare temporaneamente la coltivazione di uno specifico OGM già autorizzato appellandosi alla cosiddetta “clausola di salvaguardia”, prevista dalla legislazione europea. Tuttavia non è sufficiente richiamare genericamente il “principio di precauzione” ma si devono fornire nuove prove scientifiche di rischi, documentate, per la salute umana o per l’ambiente che possano giustificare l’introduzione di un divieto per uno specifico OGM. Prove che il Ministero dell’Agricoltura non ha mai fornito. L’Italia infatti non ha fatto ricorso, a differenza di altri stati europei, alla clausola di salvaguardia. Né per il mais né per la patata Amflora. [...]

[...] Ma se uno non vuole coltivarlo? È possibile, per un paese membro, vietare temporaneamente la coltivazione di uno specifico OGM già autorizzato appellandosi alla cosiddetta “clausola di salvaguardia”, prevista dalla legislazione europea. Tuttavia non è sufficiente richiamare genericamente il “principio di precauzione” ma si devono fornire nuove prove scientifiche di rischi, documentate, per la salute umana o per l’ambiente che possano giustificare l’introduzione di un divieto per uno specifico OGM. Prove che il Ministero dell’Agricoltura non ha mai fornito. L’Italia infatti non ha fatto ricorso, a differenza di altri stati europei, alla clausola di salvaguardia. Né per il mais né per la patata Amflora. [...]

Guarda dario che per supportare le mie affermazioni non c’è bisogno di grandi lavori scientifici è già tutto scritto sui libri di agricoltura e di biologia. Qualsiasi laureato in Scienze Agrarie o in Biologia avrebbe potuto sottoscrivere le cose che ho scritto. Comunque se ho scritto qualcosa di falso o di non vero fammelo notare. Era risaputo che gli OGM non avrebbero mantenuto le promesse. Tu stesso hai convenuto che la colza transgenica in Italia è forse meglio non coltivarla.

Sappi comunque che non ci fai una gran bella figura a chiudere i commenti su un topic che tu stesso hai aperto (10 risposte a Carlo Petrini sugli OGM). Significa che hai fatto un topic inconsistente fondato sul nulla, scardinato dall’ultimo arrivato.

A mio parere la cosa migliore è togliere il topic e tutti i commenti, per buona pace di tutti.

"Prof" claudio, hai avuto modo di esporre ripetutamente tutte le tue ragioni... Il fatto che praticamente nessuno ti dia retta o sia illuminato dalle tue ragioni dovrebbe essere un argomento di meditazione solitaria chiuso nel tuo studiolo, non una continua ripetizione delle stesse argomentazioni, perchè in questo modo rompi solo i coglioni a tutti... Per cui sei caldamente invitato a smetterla, o a trovare argomenti, SCIENTIFICI, diversi dalle solite solfe che stai propinando da settimane... Cosa non ti è chiaro nel HAI ROTTO LE PALLE A TUTTI ed in più I TUOI ARGOMENTI NON SONO CONVINCENTI... Vuoi che ripeta?

Qualcuno ti ha evocato come esperto panificatore nel topic della farina. Sono in attesa di consigli

http://pubs.acs.org/doi/abs/10.1021/tx1001749

Con l'imbuto te lo faccio bere, se ti metto le zampe addosso...

http://www2.emmegipress.it/blog/2010/10/02/svezia-ogm-scoperta-patata-non-autorizzata/

Anche i contadini russi s'impietosivano di fronte allo spettacolo patetico delle truppe che ripiegavano in rotta, sconfitte dal Generale Inverno più che dagli attacchi estemporanei o manovrati dell'Esercito, prima Russo, poi Rosso, poi Russo di nuovo... eh, così va la vita...

http://www.nature.com/nbt/journal/v26/n2/abs/nbt1382.html

http://www.pnas.org/content/early/2010/09/22/1006925107

@claudio: scuse rifiutate. Sia l' articolo su Nature (già citato credoi da te stesso in passato) che quello su Pnas (anch' esso già citato da altri) vanno tenuti in considerazione. Si tratta di fatti scientificamente accertati che fanno parte di un mosaico assai più ampio.

Parlando di articoli, ne è appena uscito uno sui benefici indiretti (a chi non semina mais bt) negli USA. l'articolo originale però non l'ho ancora letto http://www.eurekalert.org/pub_releases/2010-10/uow-iw7100610.php

http://www.annualreviews.org/doi/abs/10.1146/annurev.ento.54.110807.090518

Certo che citare una fonte per farsi "harakiri" non è un sintomo di gran furbizia.

L'amido di Amflora è "commestibilissimo" (Basf è stata obbligata a chiederne l'autorizzazione solo per usi industriali e alimentazione animale per accelerare i tempi d'autorizzazione in quanto lo scopo era di creare una filiera industriale) Le patate comuni che noi mangiamo contengono già più dell'80% di amilopectina ed hanno sfamato per duemila anni componenti del genere umano e quindi anche quelle che ne contengono il 99% sono commestibili.

La nuova patata OGM Amatea se sarà dichiarata adatta anche all'alimentazione umana renderà la filiera libera di coltivare la nuova patata ovunque, senza le contraintes di dover tenere diviso le due organizzazioni di filiera.

La fioritura di Amadea, la patata non autorizzata, non ha arrecato nessun danno in quanto occorrerebbe che prima di paventare il flusso genetico di una pianta se ne conoscessero le caratteristiche botaniche: Infatti:

1° nelle condizioni naturali europee la riproduzione sessuata e rarissima (in selezione si deve obbligatoriamente eseguire la fecondazione manulmene) 2° la patata produce una quantità esigua di polline in quanto è presente un grado elevato di maschiosterilità. 3° sul nostro Continente il polline della patata può fecondare i fiori del Solanun nigra (la sola specie selvatica ad essere compotibile), tuttavia gli embrioni che si formano non sopravvivono alle prime divisioni cellulari.

Pertanto, dato che il fiore bianco ha permesso di individuare la qualche pianta di Amadea prima della tuberizzazione completa, la sua distruzione ha risolto il problema radicalmente.

Quello che hai riportato, se si rivelerà totalmente degno di fede, è un’ulteriore dimostrazione di quello che ho sempre affermato, vale a dire che gli agricoltori biologici devono ringraziare gli agricoltori convenzionali che con i loro trattamenti di difesa mantengono un controllo dell’inoculo parassitario al punto da permettere ai blandi trattamenti biologici di avere un qualche effetto. Però questi non si augurino di crescere oltre il 5% (le loro associazioni hanno il coraggio di dire che si fa biologico su 1 milioni di ettari che è l’8% della nostra superficie coltivabile, balla più potente non c’è, a meno di non includervi i prati-pascoli stabili che non hanno bisogno di coltivazione) in quanto le cose per loro comincerebbero a cambiare di grosso.

Guidorzi: in realtà la cosa pare sensata. Ho sentito più di uno scienziato esperto di protezione dire che il biologico (almeno alcune colture) si sostiene anche grazie ai fitofarmaci utilizzati nei campi tradizionali, che mantengono la protezione alta. Un po' come succede per i vaccini, dove raggiunta una certa percentuale di popolazione vaccinata (che è meno del 100%) c'è l'immunità di branco e anche i non vaccinati ne beneficiano. Poi, studi precisi non so se ce ne sono e se ci sono mi piacerebbe leggerli una cosa analoga è successa e documentata alle Hawaii doe la papaya tradizionale e biologica sopravvive, protetta dal virus Ringspot dalle piantagioni di papaya transgenica resistente al virus

dario, come al solito tu di agricoltura............

Guarda che l'agricoltura biologica in Italia occupa più o meno il 4-5% delle superfici coltivate. Alla faccia del vaccino che è adottato dal 99% della popolazione: ergo....esempio che non regge.

Poi gli agricoltori biologici saranno molto contenti con insetti resistenti alla tossina BT, poichè le piante OGM BT avendo promotori inducibili favoriscono la comparsa di individui resistenti (e pensare che sarebbe già possibile creare piante OGM BT con promotori inducibili).

Queste piante OGM sono vecchie!

Claudio, vedo che i problemi a capire quello che scrivono gli altri permangono. Pazienza. Sono convinto che altri lettori hanno capito perfettamente

Claudio, lasciando stare gli agricoltori biologici che devono gia' pensare agli insetti resistenti che hanno selezionato col BT in spray, ti faccio notare che quello che hai scritto conferma quanto scritto da Alberto e Dario: il biologico e' favorito dall'immunita' di branco (herd immunity). Il 4-5% delle coltivazioni biologiche rientra perfettamente nelle soglie note per la diffusione di malattie nell'uomo. Poi va da se' che le piante non si muovono e che si potrebbero avere percentuali maggiori di biologico. (per alcune percentuali http://en.wikipedia.org/wiki/Herd_immunity)

PS: ovviamente l'associazione e' vaccinati-->convenzionali e non-vaccinati-->biologici.

PPS: la diffusione di epidemie nell'uomo, noti il tasso di infettivita', quello di mortalita', etc. viene simulata molto bene dai modelli matematici. Nonostante tutta la complessita' dovuta agli spostamenti. Si veda e.g. V.Colizza, A. Barrat, M. Barthelemy and A. Vespignani "The Modeling of Global Epidemics: Stochastic Dynamics and predictability", Bulletin of Mathematical Biology 68, 1893-1921 (2006).

Figuriamoci se ci sono difficolta' a simulare le piante...

...qualunque nick tu usi, claudio, sei una mezza sega di rara fattura... fai figure di merda e, non contento, ti parli pure addosso. Ma lo sa, il Carlìn, cosa stai combinando? Guarda che ti si prospetta un futuro difficile.

sì sì! pigliatelo pure per i fondelli e intanto LUI tiene lezione a Harvard http://www.faculty.harvard.edu/about-office/events/895/slow-food-founder-carlo-petrini-talk-book-signing dice che gli avanzi (di cibo) son tanto buoni, che bisogna tornare tutti contadini (sul terrazzo di casa) e li 'mmeregani lo applaudono!

questo fake non sa neppure l'italiano

per quelli che dicono che la patata non ha problemi di coesistenza

http://wssajournals.org/doi/abs/10.1614/0890-037X(2002)0160620:VPSTCW2.0.CO;2?journalCode=wete

Article Citation: RICK A. BOYDSTON, MARCUS D. SEYMOUR (2002) Volunteer Potato (Solanum tuberosum) Control with Herbicides and Cultivation in Onion (Allium cepa)1. Weed Technology: July 2002, Vol. 16, No. 3, pp. 620-626.

Volunteer Potato (Solanum tuberosum) Control with Herbicides and Cultivation in Onion (Allium cepa)1 RICK A. BOYDSTON2 and MARCUS D. SEYMOUR

Volunteer potatoes are difficult to control in onions and can greatly reduce onion growth and yield. Herbicides and cultivation were evaluated for control of simulated volunteer potatoes in onions in 1996 and 2000. Three interrow cultivations did not control potatoes in the onion row and the remaining plants reduced onion yield 50 and 73% compared with the hand-weeded checks. Three applications of oxyfluorfen (0.2 + 0.17 + 0.17 kg ai/ha) or bromoxynil plus oxyfluorfen (0.2 + 0.17 kg ai/ha) at the two-, three-, and four- to five-leaf stages of onions followed by a cultivation after each application reduced potato tuber weight 69 to 96% and tuber number 32 to 86% compared with cultivation alone and prevented onion yield loss associated with potatoes. Ethofumesate applied preemergence at 0.6 kg/ha followed by postemergence ethofumesate plus bromoxynil and cultivation reduced potato tuber weight 90% and tuber number 68% compared with cultivation alone, and onions yielded equal to hand-weeded checks. Two applications of fluroxypyr (0.3 kg ai/ha) plus bromoxynil (0.2 kg ai/ha) at the two- and three-leaf stages of onions followed by a cultivation after each application reduced potato tuber weight by greater than 90%, but onion yields were reduced 38 to 66%.

Magari! Ma nel famoso: "Batti?" "Come, ma mi da del tu?" "No, dicevo: batti lei?" "Ah! Il congiuntivo!" almeno le intenzioni non erano equivoche o equivocabili.

Il compito che questa larva pare invece essersi posto, è di "far scendere" Dario dalle sue convinzioni: da buon insicuro cerca di smontare le - vere o presunte - certezze altrui. Il guaio è che lo viene a fare in un Blog scientifico, dove per avere delle risposte logiche e consequenziali bisogna spintonare qua e là, ma se si supportano argomenti più o meno logici e più o meno consequenziali, tutti alla fine remano dalla stessa parte. L'evanescente qui, invece, la Scienza è abituato a manipolarla un po' come il famigerato "Pubblico" è abituato a pensare che venga manipolata, legge a volo di barbagianni e capisce quel giusto che i suoi neuroni superstiti son in grado di capire: ad occhio e croce una parola e una no di un normale abstract, figuriamoci quando lo deve utilizzare qui...

Quindi, che dire: siamo un'Armata Brancaleone, tiriamoci dietro anche l'appestato, sperando che...

Buona sera a tutti Piove di nuovo,,,,,ho letto sia i link di Bressanini che quelli di Claudio A me non sembrano in contraddizione Definiscono i vari aspetti della tecnica bt Riduce la piralide ,fa sorgere resistenze che per ora si cerca di contenere con l’attuazione delle zone rifugio e lascia residui bt nelle acque di scolo nei residui colturali e nel suolo Cosa questo comporti in tempi lunghi non è chiaro Non vedo cosa ci sia di cosi sconveniente nel constatarlo. Quindi se in futuro si aprisse il mon 810 in Italia occorrerà farlo, tenendo presente ,che se si vuole che la tecnica BT duri nel tempo ,le zone rifugio, anche se di difficile realizzazione , sono indispensabili e un vantaggio per tutti ; per chi coltiva bt per chi fa bio e altri mais e tenendo conto dei nuovi studi che si faranno, almeno mi auguro, Non finanziarne o occultare quelli che non danno risultati graditi significa voler solo far soldi con i brevetti che si detengono ,non di certo perseguire il bene comune In Italia sono diversi gli insetti dannosi al mais elateridi,afidi cicaline piralide e diabrotica e si possono contenere senza l’uso di alcun insetticida ,sono molti gli agricoltori che non li usano e non li hanno mai usati esistono dati nazionali in proposito? quello che mi interessa non mi pare sia stato studiato e pubblicato non ho trovato link che spiegano quello che vediamo (se qualcuno conosce link in proposito se li mette fa un servizio poi se qualcuno altro li ritiene non affidabili, spiega il perché) Nei campi di mais in Rotazione , la presenza di catture e danni nei perimetri esterni, sia da piralide ,che diabrotica, sono superiori alle catture e ai danni all’interno degli stessi campi Questo credo sia dovuto ai campi vicini in monocultura a mais Campi che hanno danni superiori e rese economiche inferiori ai campi in rotazione sia in una valutazione annuale e anche della durata della rotazione Vista volatilità dei prezzi e le variabilità climatiche La rotazione e dove possibile la vendita a prezzi medi annuali o contratti a termine prima della semina sono un mezzo meno rischioso di conti del tipo: conviene di più il mais la soia o il frumento etc?come fanno anche alcune riviste specializzate. Questi sono conti che invogliamo a seminare mais in monocultura per scoprire poi a fine anno che si è perso o guadagnato poco

dati amerciani sui benefici del bt non sono molto utili in Italia Dato Che sono probabilmente risultato di confronti su campi di dimensioni americane in monocoltura di mais bt con campi in monocultura di mais non bt Esistono dati italiani Tra mais in monocultura e in rotazione? Vorrei valutare il beneficio di coltivare e/o di avere un vicino che coltiva mais bt in monocultura con la diabrotica che abbiamo con la Coltivazione in rotazione Beneficio che nei campi piccoli è più importante che nei campi grandi Servirebbero studi che confrontino i vari benefici di una rotazione con il benefico di un inserimento del solo ogm bt

Per ridurre e chissà magari in futuro eliminare l’uso di fertilizzanti di sintesi e diserbanti senza intaccare la produttività e la qualità delle commodities ,più che ogm resistenti agli erbicidi e agli insetti servirebbero cereali ogm in grado di non necessitare di azoto di sintesi ( dovrebbe bastare quello della mineralizzazione della sostanza organica ,dei sovesci , delle successioni a leguminose e degli apporti organici) e piante in grado di competere con le infestanti ogm con queste caratteristiche esistono e sono stati testati?

non sarebbe meglio potenziare la ricerca pubblica in questa direzione e cercare di migliorare la tecnica agricola invece di inserire bt e magari rr che di fatto rappresentano soluzioni che non risolvono i problemi alla fonte ma al contrario se inseriti senza adeguata regolamentazione rischiano di favorire il mantenimento di tecniche agronomiche (monocultura ,fertilizzazioni azotate squilibrate , lavorazioni destrutturanti etc)che sono la causa dei problemi che si vuol risolvere e se inseriti senza responsabilità possono crearne di nuovi di più difficile soluzione ?

Chi sente i numeri dei "biologici" li può giacare al lotto. Nessuno conosce i veri dati del coltivare biologico si sentono solo delle percentuali di aumento, ma non si conosce il valore su cui applicarle.

I numeri che si ripetono sono questi 1 milione di ettari e cinquantamila aziende (la superficie media aziendale di agricoltura biologica è quindi pari a 20 ettari, mentre la superficie media delle aziende agricole italiane è di sei ettari). Ogni anno si sparano tassi di aumento dell'8/10%. Queste cifre sono sparate da chi si fa pagare per certificare la produzione biologica e quindi deve supportare tutto quanto gli amanti di biologico consumano, ma che non è prodotto in Italia.

L'ultima sparata fatta qui è del 4/5% di superficie biologica calcolata sulla superficie coitivata, che è ben diversa dalla superficie coltivabile.

Anche questo è una dato che in Italia è sconosciuto, ne avevamo 15 milioni quando coltivavamo anche i cucuzzoli delle montagne, vale a dire al tempo della "buonanima". IN più di mezzo secolo quanta superficie non coltiviamo più? Quanta se n'è persa? Il dato che circola è che si coltivino solo 12,5 milioni di ettari. Io sono convinto che se superiamo gli 11 milioni di superficie veramente coltivata potremmo essere contenti.

In Francia il dato ufficiale dice che hanno perso una superficie pari al 20% rispetto a prima della guerra, cioè 6 milioni di ettari. Il biologico è appena sotto al 2%. IN Francia le statistiche sono aggionate di anno in anno in quanto a livello di organizzazioni professionali ( a cui sono demandati compiti istituzionali) hanno uffici appositi.

Accettiamo per buono il dato francese e applichiamolo in Italia. Abbiamo dunque 12 milioni di ettari coltivabili vale a dire, accettando il dato del 5% di biologico, 600 mila ettari. Di questi però il 50% sono pascoli ed il 10% olivi e quindi rimangono 240 mila ettari disponibili per fare grano, farro, mais verdure, legumi e quant'altro (il vino biologico in Italia si sta sprecando!) che è un dato credibile. Tenere a biologico un pascolo non mi sembra difficile, mentre nel Sud vi sono molti piccoli uliveti abbandonati a se stessi che per prendere il contributo sono dichiarati biologici. Vi è però un fatto ulteriore, questi sono coltivati a biologico per l'85% in quattro regioni del sud (fonte focus Corriere della Sera, mai smentito), ma gli abitanti del Sud mangiano biologico solo per il 15% (forse conoscono meglio di qualunque altro quali sono i livelli di serietà dei loro concittadini).

Sta ora partendo il censimento agricolo finalmente, vorrei sperare in rilevatori coscienziosi, e quindi forse potremo sapere dei dati meno cervellotici. Infatti anche quello che ho appena affermato è solo frutto della mia esperienza e della mia logica di operatore del settore.

Ammazza che scarponi da guerra che ciai, Guidorzi! Sarà pure che ce ne hai una collezione discendente dalle famose schiere etc etc, ma son tutti belli lucidi e pronti all'uso, eh?

Voglio dire: questo non è un orto biologico, qui non è necessario schiacciare le lumache appena se ne vede una o correr dietro ai cavoli dove si è posata la farfalla... sarà pur vero che possiedi una faretra piena di frecce, ma non per questo penso sia fardello da dover scaricar a mitraglia, eh... su...

Nel tuo intervento ci sono alcuni punti che non tengono conto della realtà o che sono basati su conoscenze imperfette.

1° La disinfestazione del letto di semina è una pratica ormai acquisita sia che si faccia la rotazione o che non si faccia. Quando si seminava bietole o granoturco dopo tre o quattro anni di medicaio (dove gli elateridi avevano potuto proliferare) e non si aveva a disposizione geodisinfestanti, i danni spesso erano un vero disastro al punto da dover riseminare. Laddove poi si avevano dei prati polifiti di più lunga durata la presenza di parassiti alla rottura del prato era tale che bisognava mandarci dentro i tacchini per tentare di limitare il danno.

2° la piralide non si è mai combattuta ma c'è sempre stata, forse tu non hai mai denudato le pannocchie a mano, ma se l'avessi fatto avresti visto quante rosure c'erano sulle pannocchie.

3° La diabrotica è un insetto nuovo, vedremo come evolverà

4° Il mais Bt non contiene per nulla la diabrotica in quanto la tossina è velenosa solo per le larve dei lepidotteri e non per quelle dei coleotteri (come lo è la diabrotica)

5° Pretendere cereali OGM con le modifiche cher tu prefiguri è fantascienza. Forse sarà possibile, ma fra quanto tempo, dovranno trascorrere secoli perchè si tratta di piante nuove di zecca . Forse non apparterranno nemmeno più ai cereali, ma ad un'altra categoria vegetale ancora da inventare. Queste piante però sono già esistite, solo che coltivate come tu dici producevano 10 q/ha di grano, 15 di mais ecc, al posto di 80 e 150 q/ha.

Il congiuntivo è un optional anche per chi crede di sapere l'italiano alla perfezione e soprattutto lo vorrebbe (condizionale) insegnare agli altri.

Mi vuoi dire che un bel tacer non fu mai scritto?

guidorzi 1)quale è la percentuale di superficie a mais che segue rottura di prati e medicai in Italia? E quale è la percentuale di mais disinfestato alla semina ora che sono vietati I neonicotinoidi?esistono dati nazionali? Non è necessario disinfestare tutta la superficie a mais in molti non abbiamo mai disinfestato ma usato saltuariamente i mais trattati con i neonicotinoidi quando ne era consentito l’uso e di determinate varietà si trovava solo seme trattato e non sempre era necessario Diciamo che era una forma di assicurazione secondo me valida Meno dannosa del trattamento insetticida per gli insetti utili presenti nel terreno ma ha creato problemi alle api dicono e ora non è attuabile per via dei divieti abbiamo sempre attuato un controllo attraverso tecniche agronomiche; rotazioni e lavorazioni adatte a contenerne e prevenire i danni da elateridi Sono stati pubblicati su l’informatore agrario valutazioni sulla reale necessita di disinfestare Ora non ne ne ho trovato il link Ho trovato questi http://www.dista.unibo.it/didattica/dottorato_entomologia/DeLuigi.pdf http://www.agraria.org/entomologia-agraria/elateridi.htm

2)Dal primo commento ho parlato di piralide e di soglia di danno Di pannocchie ne ho denudate parecchie sia di mais in rotazione che di mais in monocultura e ho notato le differenze ho notato pure le differenze legate all’andamento stagionale ,all’epoca di semina , alla concimazione e agli stress causati da vari fattori legati anche alla varietà e alle tipo di agronomia adottata la piralide si è sempre combattuta si combatte tuttora con metodi anche agronomici

http://www.agriok.it/magazine/wp-content/uploads/2010/02/diabrotica-fumonisine.pdf

3)sono anni che abbiamo trappole per le catture e rileviamo danni da diabrotica e di come si sta evolvendo, qualcosa si inizia a vedere. Quest’anno se ne parla meno sui media e vi sono meno danni eclatanti da larve ( allettamenti) ma sono visibili molti danni da scarso sviluppo radicale che si ripercuotono sulla produzione soprattutto in monosucessione e la presenza di adulti è visibile sia in campo con rosure e malformazioni delle spighe e lasciano un po preoccupati per gli anni a venire soprattutto se l’andamento stagionale ne dovesse favorire lo sviluppo a differenza di quest’anno E si vedono maggiori danni all’esterno dei campi in rotazione in confine con campi in monocoltura anche in questo caso aspettiamo dati nazionali

4) lo so come funziona il mais bt ed è per questo che sono preoccupato Di una sua eventuale diffusione in monocoltura e senza una seria applicazione della tecnica delle zone rifugio

5)io non pretendo ho solo chiesto perchè scorrendo la lista degli OGM registrati tra quelli che potrebbero essere vantaggiosi agronomicamente ho visto in maggioranza bt rr Ma più volte si è parlato di potenzialità in futuro di ogm volevo capire fin dove si poteva arrivare

Riguardo alle produzioni cerealicole ogm o non ogm si possono ottenere produzioni molto vicine e Piu convenienti sia dal punto di vista economico che ambientale con l’uso indispensabile di azoto di sintesi ma in quantita decisamente inferiore alle 200/300 e più unita a ettaro che ci sono state consigliate e usate fino a pochi anni fa Certo è piu complicato e occorre una adeguata tecnica agronomica .. Speravo che in futuro gli ogm servissero a non rendere necessaria quella quota di azoto di sintesi Che in caso di uso reflui non è molto elevata

http://www.nature.com/nbt/journal/v14/n9/full/nbt0996-1070.html

Franco, quanti quintali per ettaro di mais riesci a fare?

@Alberto A dire il vero, mais bt resistenti alla diabrotica ci sono. Il MON863, ad esempio, contiene il gene cry3Bb1 che esprime appunto una tossina letale per quell'insetto.

@ Bacillus mi riferivo al solo mais coltivabile in Italia

Sui punti 1 e 2 io parlavo non di ora, ma di quando si facevano veramente le rotazioni e si coltivava manualmente, vale a dire quando si scartocciava tutto il mais prodotto la sera sull'aia. Ebbene a quei tempi esistevano elateridi in gran quantità sui prati e medicai rivoltati e la piralide pure. La piralide è cresciuta con l'aumento della coltivazione del mais anche se in rotazione.

Circa i benefici della rotazione io e te ci siamo già messi d'accordo, è solo venuto il momento di avere aziende agricole di dimesione tale per cui la rotazione abbia un senso economico. Alcune potrebbero fare monocoltura rotazionale, ma questo è possibile solo con il part time agricolo o con l'istituzione di societa agricole come le SCAEL francesi. Finchè si ha la pretesa di vivere su realtà agricole totalmente fuori dal contesto economico tutte le bestialità tecniche sono possibili.

Le biotecnologie sono uno strumento non una bacchetta magica e per fortuna la complessità dei meccanismi vitali ci è ancora molto sconosciuta (ho detto per fortuna perchè l'uomo non è maturo per l'uso etico della scienza se lasciato libero di fare). Avendo poi fatto fare gli OGM alle multinazionali era logico che si siano preoccupati di ritorni consoni agli investimenti fatti con i soldi degli azionisti. Molta gente se la prende con ler multinazionali e poi investe in azioni e s'arrabbia se non ci sono dividendi.

Penso che sia fuori discussione la condanna d'aver fatto un'agricoltura scriteriatamente intensiva, occorre ravvedersi e due sono le strade o ritorniamo a mezzo secolo fa in tutto, anche con i consumi, oppure mediamo tra tecnologia, vivibilità e non restrizione di consumi. Per fare ciò gli OGM sono indispensabili (bada bene come strumento non come soluzione totale), anche in funzione dei tempi sempre più ristretti che abbiamo a disposizione.

Colui il quale ha lincato alle 8:37 la notizia sul cotone se fosse stato onesto intellettualmente avrebbe dovuto far conoscere a chi di agricoltura non è addentro anche le seguenti notizie e lasciar giudicare loro se il Cotone Bt non era necessario.

# Il cotone è la pianta più attaccata da malattie e insetti tra quelle coltivate, essa ASSORBIVA 1/4 DEL MERCATO MONDIALE DEGLI INSETTICIDI AGRICOLI.

# nel 1948 si è fatto un inventario mondiale degli insetti che vivenao sul cotone: se ne sono contati ben 1326 di cui 150 veramente nocivi alla coltivazione

# molti insetti che vicono sul cotone non sono dannosi ditettamente ma indirettamente, sono vettori di batteri, virus e fitoplasmi dannosi

# nel 1920 gran parte delle coltivazioni di cotone degli USA non si poterono più fare per i ricoirrenti attacchi d'insetti, i cotonicoltori dovettero cambiare coltura ed è così che è nata la soicoltura negli USA.

I coltivatori di cotone indiani non si suicidano perchè vi è il cotone Bt, ma perchè gli insetti distruggono i loro raccolti lasciandoli alla fame. Vandana Shiva ha solo invertito i fattori per imbrogliare l'opinione pubblica.

@ Alberto, sul cotone Bt in India, Cina e altri paesi in via di sviluppo, si parla a lungo qui: http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2009/11/02/un-ogm-buono-pulito-e-giusto/

Alberto: non era neanche un articolo scientifico, ma una news. E del 1996!!! Non mi è sembrato il caso commentare perché tanto a riportare queste cose preistoriche ci si riempie solo di ridicolo

è proprio quello che volevo mettere in evidenza, ovvero che è dal 1996 che si conosce la problematica, ma purtroppo come le scimmiette voi non ne parlate mai.

http://www.entsoc.org/btcrops.pdf

Claudio, tu sai vero che questo blog è seguito da molti studenti dell'Università di Pollenzo vero? Non credi di renderti ridicolo a continuare così? Te lo dico sinceramente

Il "Prof" claudio non ha idea di cosa significhi "rendersi ridicolo"... Per lui è un concetto allo stesso livello di "valore scientifico".... Non li capisce e basta...

però insiste a dire le sue cazzate che non hanno valore scientifico e che lo rendono ridicolo...

ci sarà un senso in questo?

mike: direi che la risposta è 42

in questo contesto l'unico che ha fatto una figura RIDICOLA se tu! Hai chiuso un topic con circa 2.000 contatti perchè non sei in grado di sostenere quello che hai scritto. Hai voluto criticare Petrini per farti pubblicità, ma purtroppo .........hai fatto una figura di m...a.

Vedi.....te lo ricordo, il campo coltivato non è un laboratorio di chimica. Per parlare di OGM in agricoltura bisogna conoscere l'agricoltura.

Lascia perdere l'agricoltura che hai già dimostrato di non conoscere e occupati di pentolini, di creme, di cacao, di mirtilli, di limonate, ecc. Te lo dico sinceramente.

claudio: ho chiuso quel post perché tu entri in loop, non capisci le risposte e ti autocopieincolli. Sei incapace di seguire il filo logico e razionale di una discussione. Citi cose che non c'entrano nulla e fuori contesto. Hai rotto i marroni a tutti, ai pro-ogm, ai contro, agli anti e a quelli che non gliene frega nulla Quando ricominci le lezioni osserva bene i tuoi studenti. Se qualcuno ti guarda sorridendo beffardo forse ha letto quello che hai scritto qui per mesi (5 post in tutte le permutazioni possibili, virgole comprese )

lascia che siano gli altri a giudicare

http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2010/02/12/dieci-risposte-a-carlo-petrini-sugli-ogm/

Etica dell'alimentazione? ETICA DELL'ALIMENTAZIONE? UAUAUAUAUAUAUAUAUAUAUAUAUAUAUAUAUAUAUAUAUAUAUAUAUAUAUA!-U!

@ bacillus lasciami finire questa campagna e ti do i dati completi dei diversi tipi di mais che coltivo io e di un campo prove che ho fatto per un ente pubblico di mais comuni che io di solito non coltivo vorrei darti i dati sia di produzione che di costi variabili dando i costi fissi per identici in una zona omogenea la sola produzione ettariale anche se buona non dice molto in se se non è confrontata con i costi di mezzi tecnici per sostenerla e vorrei fare un confronto sull utile di una rotazione e di una monocultura per gli stessi anni per la monocultura i dati me li devo far dare da qualche collega dato che io non la pratico certo che se sto lavoro lo facesse un ente preposto...

Dalle tue parti hanno abolito anche l'Ente preposto alla punteggiatura, Franco, o hai l'ambizione a scrivere un nuovo Corano?

franco dev'esser un genovese risparmia sulla punteggiatura d ora in avanti lo farò anch io

avete ragione scusate,sto essicando ,ero di fretta e ho inviato senza controllare

avete ragione scusate ,sto essicando, ero di fretta e ho inviato senza controllare

@zeb non aspiro proprio a scrivere un bel niente , ,faccio fatica, non essendo abituato e capace a farlo, lo ritengo un male necessario.

@Guidorzi In riferimento al suo post del 9 ottobre ore 10:55

Per attuare quello che lei auspica e che anche io condivido nei principi ,occorre conoscenza e buona volontà e forse non bastano neppure . L 'informazione ,soprattutto ultimamente,anziché diffondere vera conoscenza,a volte tende ad assomigliare sempre di più agli spot pubblicitari , televisioni e giornali schierati ognuno racconta la sua verità, (sostenendo che la sua è più vera ,di quella dell’altro)dietro alla quale molte volte, ci sono interessi di parte e/o competenze parziali. Le persone si sono assuefatte a questo modo di fare informazione al punto di sopportare e ritenere quasi legittimo raccontare verità parziali, se non balle, a tutela di interessi ( che ognuno ritiene ,più nobili di quelli dell’altro e a volte l’orgoglio , l’interesse , la presunzione e/o chissà cos’altro,impediscono di ammettere la ragione dell’altro) Concordo con lei quando dice di ravvedersi e mediare ( dove possibile) ma la vedo dura se si ci si limita a smascherare le verità parziali o le balle altrui omettendo le proprie . Questo sta succedendo anche nei siti internet cosi facendo si fa un danno ai siti stessi, che finiscono per non essere più credibili ed etichettati e ci si mal educa a vicenda . Riguardo ai consumi ( in molti casi sono veri e propri sprechi ) siano essi Personali,aziendali , e collettivi, se per assurdo ,si pagassero con la fatica per produrre i beni che si consumano ( anzichè pagarli con il denaro che molte volte è frutto di fatiche altrui,di generazioni passate o future) credo che verrebbero ridotti volontariamente e di molto .. fino a qualche anno fa il ricordo della fatica era sufficiente ad aver rispetto di chi la continua a fare , si sprecava meno e si condivideva di piu’ ,pur avendo meno . Ora che il ricordo svanisce, ci può solo aiutare la crisi ,se vera e estesa a più categorie. Non è cinismo ,ma un amara constatazione purtroppo. Chiedo anticipatamente scusa per gli errori di scrittura.

@franco Il problema non sono gli errori di scrittura, ma quelli di concetto. Discutiamo sui numeri, franco. Dicci quanti quintali di mais riesci a fare, se e come fai arature, concimazioni, diserbi, sarchiature, irrigazioni, poi la morale la caviamo insieme, ok? Qualcuno di noi ci capisce qualcosa di questi temi. Forse è dal confronto che possiamo trarre le informazioni più utili.

Ti ringrazio di aver definito assurda l'ipotesi di tornare al baratto, o ai kolkhoz per tutti...

@bacillus per i dati che mi chiedi ,devi avere pazienza ,( siamo si e no al 10 % di superficie raccolta) e dirmi come fare, per mettermi in contatto con te ,senza violare la privacy se mi mandi una mail ,ti posso inviare foto( alle volte, le foto, valgono più che mille parole, e spiegano meglio i numeri), file, fogli di exel etc.sulle lavorazioni, i diserbi ,le concimazioni …,ma non ho ancora tutti i dati produttivi. Ho bisogno di chiudere questa campagna ,per avere almeno dove è possibile , dati triennali e del tempo per raccoglierli in file ( in questi giorni , non ho ne uno ,ne l’altro)

avevo messo questo link tempo fa su salmone org

http://www.agriculture-de-conservation.com/Un-climat-tres-contraste-qui.html

e anche questo http://www.agriculture-de-conservation.com/-Philippe-Pastoureau-.html?couleur=4 a centro pagina 3 agosto 2010

tieni conto che Pastoureau ,ci ha messo un anno, a fare quel post ed è uno che ci sa fare molto più di me con il pc e ha lavorato in collaborazione con arvalis cetiom etc e probabilmente non sarà da solo

Quello che ti posso anticipare è che questi 2 link sono significativi e sono stati premonitori. Le cose che dice Thomas, si vedevano già ad agosto, anche qua e si stanno confermando ora con la trebbiatura e pesatura ,umidità etc

dopo i cereali autunnali ,anche le coltivazioni primaverili in convenzionale( vediamo a fine campagna, se le cose vengono confermate ) producono quest'anno, quando va bene come quelle in A E I, ma in molti casi meno e con molte più spese di fertilizzanti ,diserbi e gasolio

le ragioni di questo, sono, in parte , ancora da capire . mi è stato riferito che anche in una altra zona, le cose sono andate bene e in un'altra ancora invece no. non so nei dettagli cosa sia successo so solo che erano casi di semina su sodo occasionale non l’A E I e che le emergenze non sono state regolari e non sono riusciti a controllare le infestanti. può essere dipeso anche dalla macchina, dalla deposizione dei semi ,da un terreno diverso e chi lo sa sai come vanno le cose in campagna:se le cose funzionano bene ,in caso contrario vengono liquidate in fretta - Quello che sarebbe importate invece è conoscerne il meccanismo ,sia quando funzionano che in caso contrario ,per capire, cosa e quando fare, e se è il caso di fare dovessi fare valutazioni precipitose, venderei l'aratro ( quest'anno ho arato 1 ettaro , ripperato 30 ettari su 70 e seminato su sodo circa 80 ettari, tra primo ,secondo raccolto e sovesci ) ma vorrei veder negli anni futuri, in stagioni diverse cosa succede. Visto che è andata bene con i cereali autunnali e sembra vada cosi anche con le colture primaverili e i secondi raccolti.le semine di cereali e sovesci le sto facendo ancora su sodo,subito dopo la trebbiatura per ragioni di tempo,minori costi ,rischi etc

ho due domande da farti se puoi e vuoi rispondere 1) in base a cosa pensi che i miei concetti siano sbagliati e quali? 2)Chi è biotecnologie basta bugie?

[...] in Cucina 2010 Il post più letto nel 2010 è stato “Bio nutre di più?” seguito da “Amflora, la patata per la carta” e da “Il Ministero della salute vieta il lievito istantaneo. Ok all’azoto [...]

Vi segnalo questo mio video con una conferenza che ho tenuto a Ferrara sugli OGM

http://www.youtube.com/user/dariobressanini?feature=mhee

W l’ umile patata che, tra l’ altro, ha più geni di noi sapiens. http://www.nature.com/news/2011/110710/full/news.2011.407.html

Adesso che abbiamo sequenziato il genoma della patata e sapppiamo dove sono i geni, abbiamo tre strade per migliorare la patata.

- il sistema classico degli incorci, sperando di vincere alla lotteria dei geni

- L'uso dei marcatori molecolari, ma per fare questo prima bisogna distribuire i marcatori su tutto il materiale genetico disponibile, vale a dire associarli ai geni interessanti. Semplice a dirsi ma non a farsi.

- Prendere i geni e trasferirli uno ad uno mediante transgnesi.

Chi sceglierà la terza via correrà molto più forte degli altri, che rimarranno a guardare facendo gli schizzinosi.

Mah, Alberto anche per la transgenesi l' esperienza passata non è così incoraggiante come alcuni credono. In 20 e passa anni, con montagne di ore-uomo consumate nei laboratori di mezzo mondo e milioni di dollari spesi negli investimenti relativi, in pratica gli unici tratti transgenici davvero di successo per le piante edibili sono stati il BT ed l' RR; il resto è roba di nicchia. Mi sa tanto che i pro-gm in un eccesso d’ entusiasmo hanno sottovalutato non poco le difficoltà (e quindi le tempistiche) intrinseche alle applicazioni commerciali della tecnologia transgenica. Tra l’ altro riguardo alla patata è da qualche anno che la Russia aveva dato l’ ok a delle varietà transgeniche (credo di tipo BT): chissà com’è andata la loro diffusione sul mercato? Sarebbe interessante avere dati nuovi da valutare. Se qualcuno li scova andando o sbirciare “oltre cortina” fa un’ opera pia

C'è sempre la questione dell'autoprotezione del ritrovato biotecnologico. La patata non è una specie che vi si presta molto e quindi non rientra negli obiettivi di chi investe soldi per ricavarne molti altri. La patata è una pianta da ricerca pubblica, ma mancano i quattrini e molti ricercatori pubblici tendono a fare solo degli exploit delle loro ricerche per vedere se qualche privato li assume.

Non per niente essa ha fatto oggetto di ricerche per usi industriali, dove il contratto di coltivazione permette un maggior grado di protezione del ritrovato

@Alberto: non mi torna. Monsanto tempo fa ha investito soldi proprio sulla patata. Ed aveva ottenuto pure discreti risultati. Solo che aveva pestato i piedi a Mac Donald e non si poteva permettere una filiera separata per la patata gm perchè i vantaggi per i consumatori non erano spendibili sul mercato. Per cui è finita con(negli USA eh, dove gli Zaia, gli Alemanno ed i Pecoraro Scanio sono dei signor nessuno): bye-bye transpatata. Invece ripeto se qualcuno ha informazioni sulla transpatata russa (quanti ettari si coltivano? con quali rese? cosa dicono i coltivatori come ritorni economici? etc) brevettata uno o due anni fa è il benvenuto.

scusate l'ignoranza anche se nn so chi a scritto questo articolo io cercavo informazioni più dettagliate su la patata amflora e o trovato questo che mi sembra un articolo di parte verso la politica si intende e che tiene conto solo dei pro della coltivazione in campo ma come a detto claudio c'è da tener conto del rischio di infezione genetico fra piante bt e piante normali, in questo caso nn considero i nostri politici degli idioti ma penso che siano prudenti.

bay bay questo articolo nn mi è stato di grande utilità ma mi a fatto piacere sentire la tua opinione anche se nn sono daccordo

Hai idee abbastanza confuse. Amflora non è un transgene, cioè non è stato immesso nessun nuovo gene ne è stato silenziato solo uno che quindi non è più attivo per produrre amilosio (che è un componente dell'amido di patata e che da fastidio quando dell'amido se ne fa un uso industriale

Non esiste nessun pericolo di inquinamento salvo quello di mescolare i tuberi ma le filiere sono diverse. Se vuoi notizie più complete ecco il testo di un mio articolo.

Qui di seguito e per chi ha ancora il cervello aperto a giudicare se un ragionamento è logico o meno, si cerca di dare conto su: metodologie genetiche, confronto di tecniche, d’impatto ambientale, di coesistenza, di pericoli e di esigenze industriali che sono legate alla creazione di Amflora e degli OGM in generale e quali attese suscita la nuova varietà di patata OGM Fortune di prossima apparizione.

E’ utile fare una premessa, io so e ciò non mi da sensi di rifiuto che sicuramente queste parole saranno stampate su carta trattatata con amido, il quale, però in un futuro prossimo, si produrrà con fecola proveniente da patate GM. Ma quei giornalisti che da subito hanno scritto contro la patata Amflora dovrebbero fare mente locale a quanto detto e riflettere che il loro pensare contro si divulga grazie all’amido che compone la carta su cui scrivono e che prossimamente si ricaverà anche dalla fecola della patata AMFLORA. Per coerenza dovrebbero rifiutarsi che i loro scritti vengano “contaminati” da un mezzo OGM, ma se invece continueranno, come credo, si potrebbe anche dire loro fin da ora che: “Stanno sputando nel piatto dove mangeranno”. Cosa dirà il pubblico lettore nel manipolare della carta patinata con amido OGM? Io penso terranno lo steso comportamento di tutti quelli che da tempo ricevono banconote contenente cotone OGM che se le metteranno in tasca e stanno attenti a non perderle! L’amido di patata si chiama, infatti, fecola alla stessa stregua dell’amido di tapioca che si chiama manioca. Già in un articolo (Spazio Rurale maggio/2010) precedente ho cercato d’inquadrare le problematiche che hanno condotto alla creazione della patata Amflora ad uso esclusivamente industriale e della sua autorizzazione alla coltivazione. Si ribadisce ancora che si tratta di un OGM sui generis in quanto non è ne transgenetico e neppure cisgenetico, ma è stato ottenuto semplicemente silenziando il gene della pianta stessa che permette di produrre l’amilosio, e ciò al fine di ottenere un amido costituito da sola amilopectina. Viene annoverato tra gli OGM solo per la definizione che si è voluto dare a questi prodotti, volta a mettere al bando gran parte di una branca della biologia, quella molecolare. Il “silenziamento fenotipico” di un gene avviene in natura normalmente, cioè tutte le volte che un allele dominante “copre” un allele recessivo, ma non è il caso di Amflora. La proposizione della patata Amflora non doveva neppure sorprendere perchè la domanda d’autorizzazione data 1996 e l’EFSA ne ha dato avviso positivo già nel 1999 (40 scienziati, dei 42 a cui è stato sottoposto il dossier, hanno sottoscritto il seguente parere: “Non presenta nessun pericolo per l’ambiente, la salute umana e animale”. I politici ecologisti francesi hanno perfino affermato che non contestano l’OGM in se, ma il fatto del pericolo inutile di far correre rischi, senza precisare quali, con una coltivazione, che, secondo loro, non interessa la Francia. Se si facesse in Italia un’affermazione del genere, sarebbe passabile perché non abbiamo una filiera da fecola di patata, ma, invece, in Francia c’è ed è importante. Si tratta di una filiera industriale che produce carta che non assorbe inchiostro, plastiche biodegradabili, collanti e materiali da costruzione. Da questo risulta che è anche incomprensibile l’allarme lanciato da quegli imbonitori di piazza che sono i vari Capanna, Mirabella, giornalisti COOP, che hanno prefigurato di far mangiare ai consumatori italiani la patata Amflora. Questa patata non sarà mai coltivata in Italia, non abbiamo le condizioni pedoclimatiche per costruire una filiera, mentre dove sarà coltivata, lo sarà per soli usi industriali. Tuttavia poniamoci pure la domanda se era possibile ottenere una patata amilosio-free per altra via, visto che non possiamo contare sulla stessa mutazione che ha creato il mais waxi o ceroso che in America ha dato origine alla filiera amilosio-free? La strada ci sarebbe basterebbe applicare le metodologie empiriche della mutagenesi, che consistono nel trattamento chimico o mediante irraggiamento radioattivo del genoma di una pianta. Tra l’altro è un sistema che è stato appositamente escluso dalle metodologie definite OGM in quanto essendo l’applicazione precedente alle tecniche di biologia molecolare essa ha subito la promozione del tempo (vedi l’esempio del frumento Creso), cosa che, invece, non si vuol riconoscere neppure ai primi OGM usati ormai da un trentennio. Si tratta comunque di un metodo che comporta una lunga fissazione dei caratteri a causa dello rivoluzione che si genera nel genoma irradiato ed inoltre la mutazione non sempre è definitiva, essa spesso regredisce. Il gruppo industriale fecoliere olandese Avebe ha costituito una varietà di questo genere e si chiama Eliane ed è iscritta nel catalogo europeo dal 2004. Tuttavia essa si è rivelata di una produttività molto diminuita rispetta alla varietà di partenza, già di per sé non eccelsa a causa di una selezione datata. Ciò è ascrivibile al metodo che affida il tutto al caso e che quindi ha provocato mutazioni anche nei geni della produttività. E’ sulla base di quest’esperienza negativa che il gruppo Avebe nel 2009 ha chiesto di ricevere il permesso di mettere in coltivazione una patata OGM che si chiamerà Modena. Un’altra patata sarà costituita dal grande gruppo fecoliere tedesco Emsland il quale per la costituzione della sua varietà ha usato sì la mutagenesi, ma l’ha associata ad un metodo di riconoscimento delle mutazioni denominato “tilling” (Trageting Induced Local Lesion IN Genomes) il quale riesce a capire rapidamente dai geni mutati quali funzioni esse avessero in origine. Questi dunque non dovrebbero essere degli OGM a rigore di termini, ma gli ecologisti (quelli per intenderci del “tutto naturale” ed antiprogresso) hanno già detto che non si fidano e li hanno definiti degli “OGM clandestini”. Ai propugnatori del “tutto naturale” o della “natura intoccabile” bisognerebbe chiedere con che coerenza essi si nutrono oggi, quando i frutti, la verdura ed i cereali che mettono nel loro piatto non sono mai esistiti tal quali in natura? Abbiamo pure già detto che l’industria dell’amido mondiale si basa sul mais, sul frumento, sulla tapioca e sulla patata, ma quest’ultima rappresenta solo il 5%, pur avendo la caratteristica di produrre un amido speciale ed indispensabile per certi usi. In Europa l’industria usa la fecola di patata per l’80% ed è in concorrenza con il mais che è, però, in gran parte d’importazione. La produzione di fecola europea rientra tra l’altro in una Organizzazione Comune europea di Mercato (OCM) che prevede quote ed un trattamento economico particolare per la peculiarità della filiera (stagionalità e processi industriali più costosi per renderlo quasi totalmente amilopectinico). L’organizzazione però può subire radicali mutamenti a causa della ridiscussione della PAC dopo il 2012-13, tanto che l’interprofessione europea sta facendo il punto dello stato di salute della filiera. Questa filiera fecoliera rappresenta solo il 15% della produzione di patate in Francia, ma è il 50% in Germania. Si è convinti che solo migliorando la resa industriale questa filiera potrà sopravvivere di fronte al granoturco d’importazione waxi, cioè con amido a molecola amilopectinica esclusivamente e prodottosi per mutazione naturale. Dunque BASF, Avebe, Emsland hanno ben compreso che ne va del loro futuro: o si dotano di patate amilosio-free oppure devono soccombere di fronte alla concorrenza che si sta generando sul mercato dell’amido industriale proveniente da mais e manioca. Si è già cercato di controbattere anche circa il fatto che il conferimento alla patata Amflora della resistenza agli antibiotici fosse un pericolo grandissimamente improbabile, ma ora possiamo dire che si tratta ormai di una tecnologia obsoleta ed abbandonata in quanto ci si è dotati dello strumento dei “marcatori molecolari”, quelli tanto cari a Capanna al punto che, sempre per il fatto che quando parla di metodologie genetiche non si accorge di disquisire su cose di cui è completamente digiuno ed ignorante, li ha descritti come sostitutivi della transgenesi. Si cita per esemplificare i marcatori fluorescenti o i marcatori di selezione positiva ecc. Le prossime varietà BASF simili ad Amflora infatti si serviranno di queste metodologie. Il gridare allo scandalo circa l’attentato alla “biodiversità” e alla “contaminazione genetica” è stato come un “dai all’untore” di manzoniana memoria in quanto chi diceva ciò era tanto ignorante di botanica, d’agricoltura ed anche di biodiversità (vero Mario Capanna…?) che non sapeva che: 1° la moltiplicazione della patata non avviene per seme, ma per via vegetativa (tuberi), 2° nelle condizioni naturali europee la riproduzione sessuata è rarissima, 3° che la patata ha la particolarità di produrre una quantità esigua di polline in quanto è molto frequente la maschiosterilità maschile naturale, 4° sul nostro continente non esistono specie selvatiche compatibili, vi è solo il solanum nigrum, ma gli embrioni che si formano non sopravvivono alle prime moltiplicazioni cellulari. Qualcuno potrebbe dire che c’è il pericolo del mescolamento dei tuberi tra produzione da consumo alimentare e industriale, ma è una cosa pressoché impossibile in quanto la produzione industriale avviene sotto contratto ed è una coltivazione specifica, quindi non vi sono punti di contatto tra i due tipi di coltivazione perché non permessi allo stesso coltivatore o sulle medesime aziende. Vediamo ora di rispondere anche ad altre questioni che un comune cittadino si potrebbe porre per avere un quadro più completo. La prima potrebbe essere: alla fin fine qual è l’interesse di AMFLORA? L’amido oltre ad essere da sempre un ingrediente importantissimo nell’industria alimentare (lega, ispessisce, gonfia, da tessitura, stabilizza, gelifica….), dei piatti preparati e delle refezioni preso le grandi comunità (impiegano il 10% della produzione totale), è divenuto materia prima ricercatissima per delle utilizzazioni non alimentari (la carta per 75% dei consumi, ma vi sono poi le industrie della plastica, del tessile, delle costruzioni, della chimica di punta e della farmacia). Produrre dell’amido con quasi il 100% di amilopectina, oltre a non dover costosamente eliminare l’amilosio (economia d’energia, d’acqua, impiego di sostanze chimiche con perdita di qualità della fecola amilopectinica ottenuta), significa anche aumentare la produzione a parità di superficie investita a patate fecolifere. Tutto ciò messo assieme dovrebbe concorrere a dare competitività alla filiera dell’amido europea e difendersi meglio da quella americana che usa mais waxi. La seconda domanda potrebbe essere: ma dove e quando sarà coltivata l’Amflora? Innazitutto bisogna sapere che l’autorizzazione della Commissione non è stato un lasciapassare conclusivo, per poterla moltiplicare e coltivare bisognava attendere l’iscrizione nel Registro delle Varietà di un Paese dell’UE, al fine che potesse poi salire a Catalogo Comunitario delle sementi e avesse il via libera per la coltivazione anche laddove non era stata iscritta. La cosa, però, dovrebbe essere già fatta e le coltivazioni iniziare nel 2011. La Cekia, tuttavia ha anticipato i tempi e ne ha già seminati 125 ettari, mentre Germania e Svezia hanno ciascuna investito 25 ettari di moltiplicazione di patate da seme. La Francia e gli altri paesi UE che ne hanno seguito l’esempio del rifiuto potranno continuare a rimanere sull’Aventino? I gruppi francesi come Roquette e Spere-Adventagri potranno continuare a dire noi non usiamo amido OGM o anche loro cadranno dal pero? Possono passare sopra al fatto che il governo della Merkel e dei liberali in Germania hanno dato l’OK? L’opinione pubblica degli altri Stati europei OGM-free, come Italia degli Alemanno, degli Zaia e, a quanto sembra, anche dei Galan, e che hanno ignorato l’esempio della Spagna, fin dall’inizio non contraria agli OGM e dove nessuno è ancora morto e le farfalle continuano a volare, ora si troverà di fronte a nazioni quali la Svezia, l’Olanda, la Germania, la Polonia, la Cekia ed altre che non si faranno scrupoli ad investire terre con OGM, seppure, per ora, solo di patata Amflora per usi industriali. I dirigenti politici e l’opinione pubblica non si faranno sorgere il dubbio che fino ad ora si sono fatti imbrogliare e non gli è mai stata raccontata tutta la verità e che sono stati turlupinati da tipi opportunisti come il Mirabella di RAI3 che ha impedito che si spiegasse la cosa? Qual è l’interesse di un amido, in questo caso di patata, solo amilopectinico? Rispetto ad una fecola classica, la fecola di Amflora ha il vantaggio di essere più viscosa, con peso molecolare più elevato, una minore tendenza alla gelificazione ed alla retrogradazione, caratteristiche, queste ultime, ricercate negli usi alimentari ma non in quelli industriali. Inoltre essa offre una tessitura più stabile ed una migliore translucidità. Che cosa significa tutto ciò ad esempio per l’industria della carta? La carta che si produce è più bianca, più facile da pigmentarsi, più brillante, meno increspata, meno pelosa e più resistente agli strappi. Tutto ciò si ottiene senza tanti trattamenti preliminari costosi ed ambientalmente inquinanti, che invece si devono fare con una fecola normale. Ai giornalisti che si sono prestati a riportare peste e corna sull’OGM Amflora, adeguandosi all’ordine di scuderia degli ideologi di riferimento, dovrebbe essere interdetto l’uso di questa carta e condannati a scrivere sulla carta paglia. Tuttavia i campi che si apriranno davanti ad Amflora saranno anche altri, come quello dei biomateriali, ad esempio le bioplastiche (le sportine della spesa per intenderci o i sacchi per i rifiuti ed i films per imballaggi). Chi ha frenato l’avvento di queste plastiche biodegradabili è stata proprio la mancanza di materia prima più adatta e conveniente economicamente. Vi è pure un altro settore che potrà avvalersi della fecola da OGM ed è quella degli ecomateriali da costruzione dove serve per fare adesivi (i cartoni ondulati da imballaggio si fanno con adesivi di fecola) e trattare prodotti tessili. Una recentissima applicazione è quella della fabbricazione d’agenti naturali e rinnovabili da usarsi negli estintori di principi d’incendio. La patata come specie è però tenuta di mira anche da chi si avvale della transgenesi per migliorarla, in quanto essa si presta per innovare l’approccio verso la pubblica opinione, infatti ci si sta orientando di non più limitare il discorso di utilità di un OGM tra un selezionatore e l’agricoltore che lo semina, ma di andare oltre con il messaggio, arrivare cioè al consumatore che potrebbe essere più aperto ad accettare patate geneticamente modificate, ma a patto che, ad esempio, si offra loro un prodotto con nuovi nutrienti o con quelli classici migliorati: con meno zuccheri o addirittura con comportamento cambiato nei riguardi dell’uso fritto, vale a dire con minori capacità di assorbire olio e quindi con contenuti di grassi del prodotto cucinato limitati. Tra questi scopi vi è la limitazione dell’acrylamide che è la sostanza nociva che si forma nelle patate ed altre sostanze fritte. Sempre rimanendo in ambito pataticoltura, e ciò interessa anche l’Italia non si può sottacere il problema colturale di una malattia della patata non nuova, ma la cui difesa è divenuta insostenibile sia da un punto di vista dei costi che ambientale. Si tratta della peronospora (phitophthora infestans) che, a secondo degli ambienti, esige in coltura (cioè nello spazio di 50 giorni solamente) dai 5 a 15 trattamenti anticrittogamici. Per la gioia di Mario Capanna lo informiamo che sono stati individuati ben 11 geni di resistenza provenienti da una solanacea selvatica messicana (Solanum demissum), ma purtroppo tutti si sono dimostrati prima o poi aggirabili da modifiche genetiche (mutazioni) che intervengono sul parassita. Capanna però deve sapere che i suoi MAS, da lui descritti al volgo come un bacchetta magica risolvono solo una minima parte delle problematiche del miglioramento vegetale. Ma per ben capire il tutto egli dovrebbe studiare un po’ di genetica, ma col cavolo che lo farà; ci pensa Prodi a dargli tanti soldi per farlo continuare a comportarsi da imbonitore di piazza o affabulatore ed a fare da spalla ad ex-sessantottini impuniti come Mirabella che si permettono alla televisione pubblica di tenere comportamenti derisori verso chi vorrebbe spiegare scientificamente le cose, come il Prof. Morandini ed il Prof. Bressanini. Allora Capanna, lei deve sapere che patata è una specie tetraploide e quindi per se difficile da selezionare con i metodi di genetica classica, ma in più vi è la complicazione che la specie selvatica che porta i geni di resistenza è una specie addirittura esaploide. Cioè, volgarizzando per Capanna, significa che il numero dei geni nella patata è quadruplicato, mentre nella specie selvatica sono moltiplicai per sei. L’incrocio tra le due solanacee quindi implica il rimescolamento di un numero di geni enorme e non c’è marcatore genetico (quelli dei MAS di Capanna) che tenga, anzi il più delle volte ci si ritrova ad ottenere prodotti d’incrocio con tali e tante caratteristiche negative che la natura si rifiuterebbe di annoverarle tra le sue specie. Solo la transgenesi può aiutarci in tempi accettabili. Inoltre essa non deve servirsi dei geni prima detti perché aggirabili dalla crittogama, ma deve ricercarne altri. Essi sono stati trovati in specie selvatiche sudamericane come il Solanum bulbo-castanum, che è una specie diploide. Capanna, che stupido non è, potrebbe pensare che essendo diploide le difficoltà espresse prima vengono a cadere, ma in questo caso bisogna spiegargli che un tetraploide incrociato con un diploide genera un individuo triploide che è sterile (è per questo che non gli rimangono i semi di banana fra i denti, essi non si formano perchè la banana è un triploide naturale). La transgenesi di questi geni di resistenza alla peronospora è già stata effettuata dalla BASF sull’ottima varietà tedesca Agria e senza l’uso di resistenze agli antibiotici come marcatori. La nuova varietà si chiamerà Fortuna ed è già stata sperimentata In Svezia, Germania, Olanda, Inghilterra e Cekia con successo. Pertanto i paesi che si sono autoesclusi, oltre a non averne valutato le potenzialità, si troveranno a dover rifornire la filiera con le patate tradizionali. Potrebbe essere un atout commerciale, ma anche una grave perdita di concorrenzialità. Il tempo sarà chiarificatore. Trattasi di una varietà a destinazione alimentare umana che non vedrà la commercializzazione prima del 2014-15 se gli esperti dell’Efsa daranno il nulla-osta. L’altra caratteristica di questa varietà, risiede nella particolare attitudine alla fabbricazione delle patatine fritte, inoltre questa sua peculiarità potrebbe interessare un partner industriale.

Complimenti ad Alberto Guidorzi per il commento, che di per sè è una miniera di informazioni

Non capisco però una cosa: perchè la tecnica del dnai viene considerata come una tecnica i cui prodotti vengono considerati ogm? Mi domando ciò perché la Direttiva 2001/18/CE non contempla affatto il silenziamento genico come strumento per la produzione di ogm.

Nel commento precedente, riferendosi alla tecnica del silenziamento"fenotipico", dice: " Viene annoverato tra gli OGM solo per la definizione che si è voluto dare a questi prodotti, volta a mettere al bando gran parte di una branca della biologia, quella molecolare."

Ora vorrei capire se la definizione di ogm per amflora è una questione solo mediatica (cioè si dice in giro ogm per catturare l'attenzione) oppure nei termini "legali" amflora non è da considerarsi ogm?

un saluto e buone feste

Vedi Pietro la definizione data di OGM e le inclusioni e le esclusioni previste sono quanto di più ipocrita si possa pensare.

Innanzitutto la patata Amflora in termini legali era un OGM in quanto il silenziamento di un gene è una tecnica biotecnologica inclusa nella definizione; per i legislatori essa non avverrebbe in natura e quindi rientra nella definizione data. Se noti ho usato l'imperfetto in quanto la BASF ha ritirato Amflora dal commercio in Europa per sfruttarlo in USA (ma in qui hanno già il mais waxi per produrre amilopectina). Inoltre ora l'autorizzazione di commercializzazione data ad Amflora è stata ritirata per un inghippo burocratico, ma non certo per un pericolo presunto individuato.

Al che io rispondo che il silenziamento dei geni avviene in natura o è avvenuto in eccome. Esempio tutte le piante hanno geni silenziati, i geni insiti in meta del genoma del frumento sono tutti silenziati. La caratteristica della patata amflora di avere amido composto solo da amilopectina è una mutazione che possiamo indurre anche per irraggiamento. Questa però non è una pratica che genera OGM in quanto l'irraggiamento avviene in natura, ma con tempi imprevedibili, mentre con la scoperta della radioattività si è potuto ottenere la stessa cosa in tempi molto più brevi.

Adesso ti spiego dove arriva l'ipocrisia, il silenziamento di quel singolo gene ben conosciuto e posizionato è fatto oggetto di controlli quasi parossistici, mentre la patata mutata nella non produzione di amilosio ha subito una modifica genetica o più probabilmente tante modifiche genetiche che non conosciamo per nulla e per giunta la si può coltivare senza sottoporla a nessuna verifica che si è fatta per la Amflora.

Il frumento Creso non è un OGM ed è sttato ottenuto per irraggiamento, ha costituito negli anni 1980 1/4 della produzione di grano duro, non sappiamo cosa sia stato modificato nel genoma e ne avremmo avuto tutte le ragioni di controllarlo in quanto all'inizio non si sapeva se la mutazione aveva desilenziato qualche gene silenziato naturalmente. Non poteva nascondere un veleno subdolo?

La mutagenesi chimica mediante EMS (Ethyl Metane sulfonate) è stata largamente usata, esse crea molti mutanti anche in uno stesso gene, non viene considerata come una pratica OGM, anche se le mutazioni sono delle vere è proprie modifiche operate nel DNA. Ora sulla serie dei mutanti che la mutagenesi chimica genera in un gene che si conosce nella sua codificazione si basa il metodo Tilling che consiste nel verificare i tipi di mutazione che sono avvenuti e vedere quale di queste possa essere interessante. E' con questo metodo che sono state trovate delle resistenze a certi erbicidi ad esempio in girasole. Ebbene questa metodologia benchè sia biotecnologica e si basi su una modifica del DNA non è una tecnica create OGM e quindi nessun controllo è richiesto. Inoltre la dispersione nell'ambiente di questo gene mutato non da origine a nessuna remora come invece èp fatto sul mais OGM.

Paradossalmente possiamo dire che sono molto più coerenti i distruttori di coltivazioni ed impianti presunti OGM che le mutazioni indotte e le resistenze ricercate con il metodo Tilling consideramo( detti OGM nascosti) che non i legislatori. Non solo ma i prodotti alimentari ricavati da queste metodologie per il solo fatto di non essere compendiate dalla legge vengono vendute da Coop e e negozi di cibo biologico.

Mi pare che il link scritto in caratteri rossi "hanno invece disattivato un gene" non funzioni più. Il nuovo indirizzo potrebbe essere questo: http://www.gmo-safety.eu/science/potato/263.amflora-potato-industrial-applications-starch-potatoes-renewable-raw-material.html

La definizione "OGM" è astratta e unicamente burocratica. Nella Direttiva 2001/18/CE non si parla di DNA, ma di materiale genetico. La patata Amflora si ottiene con la "Antisense technique" ed entra in gioco il mRNA che è materiale genetico. (vedi il link di cui sopra). Che tutto ciò sia privo di senso l'ha ben spiegato Guidorzi.

Concordo pienamente sul poco senso e sull'ipocrisia della Direttiva e quindi la definizione di ogm sia unicamente burocratica

in sostanza, mi chiedo, l'uso dell' RNA interferece (non di dna) come strumento di modificazione genetica ma anche l'uso del più blando RNA antisenso sono , sempre secondo la Direttiva, da considerarsi tecniche per la modificazione genetica???

E PERCHE'? dato che non si ha in nessun modo ricombinazione del materiale genetico, ma prevedono solo lo spegnimento o disattivazione di un gene...??

la direttiva non contempla , mi pare, queste tecniche...salvo non si voglia generalizzare sul significato di "modificato in modo diverso da quanto avviene in natura"(che di per sè vuol dire poco) che compare all' articolo 2:

" ... il cui materiale genetico è stato modificato in modo diverso da quanto avviene in natura con l'accoppiamento e/o la ricombinazione genetica naturale."

neppure l'allegato all'art.2 fa luce sull'uso di rnai...

"Le tecniche di modificazione genetica di cui all'articolo 2, paragrafo 2, lettera a), comprendono tra l'altro: 1) tecniche di ricombinazione dell'acido nucleico che comportano la formazione di nuove combinazioni di materiale genetico mediante inserimento in un virus, un plasmide batterico o qualsiasi altro vettore, di molecole di acido nucleico prodotte con qualsiasi mezzo all'esterno di un organismo, nonché la loro incorporazione in un organismo ospite nel quale non compaiono per natura, ma nel quale possono replicarsi in maniera continua;

2) tecniche che comportano l'introduzione diretta in un organismo di materiale ereditabile preparato al suo esterno, tra cui la microiniezione, la macroiniezione e il microincapsulamento;

3)fusione cellulare (inclusa la fusione di protoplasti) o tecniche di ibridazione per la costruzione di cellule vive, che presentano nuove combinazioni di materiale genetico ereditabile, mediante la fusione di due o più cellule utilizzando metodi non naturali."

Il discriminante è appunto la naturalità, ma questo è un concetto molto molto relativo e se permetti ti spiego perchè la penso così:

1° In natura la transgenesi è avvenuta e ne godiamo i frutti, ed ancora avviene e probabilmente le generazioni future molto lontane da noi ne godranno. Cosa conosciamo delle profondità marine?

2° La fusione cellulare è avvenuta e avviene tutt'ora. Ma se fino ad ora sono state descritte circa 1.700.000 specie animali e vegetali, ma tutti sono concordi che potrebbero essere molte di più (forse 10 o 20 volte di più). Siamo carenti nella conoscenza dei microrganismi dal cui livello, tra l’altro, è partita la vita sulla terra ed evolvendosi ha originato l’uomo.

3° ma l'agrobacterium , sui consimili e soprattutto i Virus continuano ad immettere DNA e RNA all'interno di altri esseri viventi di altre specie, ma cosa farnetichiamo!

Quindi l'aver dimenticato queste cose nel formulare la definizione è altamente ipocrita e antiscientifico, fra un secolo e forse prima leggendo la definizione di OGm ci rideranno dietro tutti indistintamente, appunto perchè il progresso scientifico e ciò che ci darà di concreto avrà aperto gli occhi a molti.

Da Greenpeace news n112 Proibita la patata Amflora, nel dicembre 2013 la Corte di Giustizia Europea ha annullato l'autorizzazione aalla coltivazione della patata OGM .....Amflora contiene un gene che trasmette la resistenza ad alcuni antibiotici che potrebbe scatenare una resistenza batterica verso medicinali salvavita...BASF aveva annunciato di voler abbandonare i suoi piani di sviluppare colture OGM in Europa..oltre al flop commerciale é arrivato lo stop delle autorità...... Chiedo a voi che siete esperti: ma la storia del gene che potrebbe scatenare resistenza batterica a medicinali salvavita é credibile ? o la Corte di Giustizia Europea é una banda di incompetenti? Per me gli OGM vanno bene, solo che vorrei capire questa storia!

La Corte di Giustizia Europea ha annullato l'autorizzazione alla coltivazione della patata Amflora unicamente per motivi procedurali cioè per bizantinismi che comprendono solo i laureati in giurisprudenza. L'EFSA aveva già dato un primo parere parzialmente favorevole con richiesta di integrazioni. La Commissione aveva sottoposto questo primo parere ai comitati competenti ottenendo da loro un consenso alla coltivazione. In seguito l'EFSA, ottenute le integrazioni, aveva emesso un successivo parere completamente favorevole. La Commissione, visto che il secondo parere dell'EFSA era diverso, ma ancora più favorevole del primo, aveva ritenuto che non fosse necessario, secondo logica, interpellare nuovamente i comitati. La Corte ha ritenuto che il parere modificato, anche se completamente favorevole, doveva invece essere trasmesso nuovamente ai comitati. Nel frattempo la patata Amflora non interessa più a nessuno e non vale le spese legali per ricorrere. http://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/agroalimentare/2013/12/13/Ogm-Tribunale-Ue-annulla-autorizzazione-patata-Amflora_9774561.html

La patata in ogni caso resta un alimento eccezionale che ha salvato la vita a molte persone, soprattutto durante la seconda guerra mondiale, per le sue proprietà nutritive e per la sua capacità a resistere anche in condizioni climatiche avverse. Persino la buccia delle patate può essere reciclata per realizzare ottime tisane: http://www.ideegreen.it/bucce-di-patate-riciclo-20894.html

Matteo, non mi sembra una buona idea. Con le bucce delle patate ci si può anche intossicare http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/06/18/patata-experiment-1-patate-verdi/

Eppure si può fare un parallelo interessante tra la patata come specie botanica arrivataci dall'America e L'amflora. come patata da industria e per giunta OGM.

La patata quando è stata portata in Europa, tralasciando il fatto che la tuberificazione delle prima patate arrivate era troppo tardiva per affermarsi come coltivazione, comunque è stata considerata dagli europei un cibo non da umani, infatti i conquistadores e la cultura del tempo gli indigeni americani erano considerati subumani ed a maggior ragione se mangiavano una solanacee che per noi era sinonimo di veleno. Ci si mise anche la religione in quanto il sottosuolo era regno degli inferi e quindi i tuberi non potevano che essere altro che cibo del diavolo. Infatti la patata cominciò ad essere mangiata dagli uomini con la guerra dei trentanni (1618-1648) appunto per le carestie che i fatti bellici determinarono, Finito questo periodo, comunque il Parmentier ebbe il suo bel da fare a far assegnare alla patata la qualifica di cibo, che era veramente tale solo se anche gli aristocratici ne mangiavano.

Allo stesso ostracismo assistiamo ora con gli OGM, per i quali si dice esattamente la stessa cosa: un qualcosa di estraneo alle nostre abitudini, un qualcosa di immangiabile per gli umani, un contenitore di veleno alla stessa stregua delle solanacee.

La storia si ripete e gli uomini non ammettono mai di essere stati degli emeriti imbecilli, al massimo optano per dire, quando sono messi alle spalle al muro dall'evidenza, "ma si trattava di un altro contesto".

[...] il mais MON810 resistente ad alcuni insetti, che necessita di minori pesticidi, e Amflora, una patata per uso industriale. La patata nel frattempo è stata ritirata dal [...]

[...] il mais MON810 resistente ad alcuni insetti, che necessita di minori pesticidi, e Amflora, una patata per uso industriale. La patata nel frattempo è stata ritirata dal [...]

Fa ridere che non si può coltivare Amflora mentre sono in corso di sperimentazione trattamenti fitosanitari a base di RNA ... Domani posto l'articolo, non mi ricordo se è apparso su Terra E Vita o Imageline.

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Perché non possiamo non dirvi antiscientifici

La chimica del bignè - The movie

La scienza della pasticceria, o della chimica del bignè

Il mio problema con Greenpeace

Mettiamo dei (cavol)fiori nei nostri micro. (3)

Mais OGM: un bigino per i neoministri

Omeopatia non è curarsi con le erbe. Omeopatia è diluizione

Quanto sono esperti i giudici “esperti” assaggiatori di vino?

Lo zucchero più costoso al mondo

Quel microonde (impropriamente) chiamato forno. (1)

La bufala della dieta alcalina

Ma il vino biodinamico è buono?

Uno studio sul vino biodinamico

Patate viola e cavolfiori rosa

Buon estratto di Natale a tutti

Le ricette scientifiche: l'estratto veloce di vaniglia

Dieci VERO o FALSO sul biologico

Vedere gli atomi con la mente. Una storia in molto piccolo

Le parole sono importanti (consigli ad aspiranti divulgatori #2)

Perché ci piacciono i sapori che ci piacciono?

Le tre fasi del sorbetto

Il Made in Italy contaminato dagli OGM

Consigli non richiesti a giovani scienziati aspiranti divulgatori

Vino e biodinamica. The movie

Che ne sai tu di un campo di Kamut®

Le ricette scientifiche: la cacio e pepe

Consigli di lettura a Beppe Grillo e al Ministro De Girolamo

Il glucosio: diffusissimo ma poco noto

Mangia cioccolato e vinci il premio Nobel

Meringhe di latte e riduzionismo gastronomico

Le ricette scientifiche: liquorino di liquirizia

L'origine della Carbonara. Il commissario Rebaudengo indaga

Darwin e l'innaturalità del bere latte

E per chi al Festival della Scienza non c'era...

Le ricette scientifiche: la meringa svizzera

Miti culinari 8: le patate conservate diventano tossiche

Le ricette scientifiche: l'estratto di vaniglia

OGM: la Corte di Giustizia UE boccia il Ministero

Pasta alla bolognese e altre storie

Sapori di montagna: i Rundit

Scienza in Cucina in video

Le calorie contano, non le proteine

L'agricoltura biologica non sfamerà il mondo

Cubici e trasparenti. Cristalli di sale (5)

Le ricette scientifiche: mascarpone fai-da-te

Il triticale, un OGM ante litteram

Miti culinari 7: ossidazione e coltelli di ceramica

Sui grumi della farina e dell'amido

le Ricette Scientifiche: la besciamella

Di cibi acidi, alcalini, e meringhe colorate

Chiamate Striscia la Notizia! I piccoli cuochi molecolari!

Francesco Sala, l’eretico degli OGM italiani

Zero Chimica 100% Naturale. Sì, come no!

Il sale di Maldon (homemade). Cristalli di sale (4)

Il peso del sale. Cristalli di sale (3)

Cristalli di sale (2): quanto sale si scioglie nell’acqua?

Il ritorno di Pane e Bugie: il difficile compito di raccontare la scienza

Pericoli dal cibo: ora tocca ai meloni

Non toccate l’omeopatia (e la multinazionale Boiron)

Quanti gradi nel mio vino? (Con quiz)

Ancora sul ragù alla bolognese

Le ricette scientifiche: il ragù alla (quasi) bolognese

Le ricette scientifiche: il tonno scottato ai semi di sesamo

Paperino eroe per caso della chimica a fumetti

I giochi matematici di Fra’ Luca Pacioli

Vaniglia III: tra vaniglia e vanillina

Biodinamica®: cominciamo da Rudolf Steiner

Uve da vino: una grande famiglia

Le ricette scientifiche: il pesto (quasi) genovese

Il caso del pomodoro di Pachino

Il burro di cacao e l’etichetta del cioccolato

Saluti gastronomici dalla Sardegna: sa fregula

Le ricette scientifiche: il Dulce de Leche

Pesce di mare e di acqua dolce

Sapori d’alpeggio III: mirtilli

Neurogastronomia: il vino costoso è più buono?

Politeisti alimentari (secondo il Censis)

Il matrimonio tra pesci e acidi

Mangia (troppo e male) e poi muori

Appunti di viaggio – la carne

Sfida agli Chef. Un ingrediente in cerca di ricette

Agar, una gelatina che viene dal Giappone

Saluti gastronomici dalla Val d’Orcia

Il Senatore Cappelli e gli altri grani di Nazareno Strampelli

Amflora, la patata per la carta

I detective della mozzarella di bufala

Il Ministero della salute vieta il lievito istantaneo. Ok all’azoto liquido

Dieci risposte a Carlo Petrini sugli OGM

Via libera al mais OGM dal Consiglio di Stato anche senza piani di coesistenza

Arance anticancro e diete vegetariane

OGM: più che lo Slow poté il Fast Food

Che cos’è naturale. 1 – Atomi smemorati

Il Conte Rumford e la cottura a basse temperature

Un pranzo di Natale per sei persone con due capponi e 12 lire

Come l’acqua con il cioccolato

Tutti i gradi del peperoncino

Un OGM buono, pulito e giusto

Cosa (non) mangiavano gli italiani una volta

Un menù di 75 anni fa: Ottobre 1934

Un (vino) Primitivo in California

Norman Borlaug, l’uomo che ha nutrito il mondo

Appunti di viaggio – al supermercato (3) ortaggi

Appunti di viaggio – al supermercato (2)

Appunti di viaggio – al supermercato (1)

Le ricette scientifiche: il gelo di mellone

Appunti di viaggio: agricoltura, bio e non

Appunti di viaggio: la pizza

Quattro chiacchiere su alimentazione e chimica

Un esperimento con liquidi ed emulsioni

Gelato OGM. Ma quando mai! Anche il formaggio allora…

Miti culinari 6: lo zucchero veleno bianco

Le ricette scientifiche: la pita all’acqua gassata

Bicarbonato, lievito chimico o baking soda?

Il finto scoop di Striscia la Notizia

Saluti (gastronomici) dalla città eterna, con tanto di (a)matriciana

Miti culinari 5: le virtù dello zucchero di canna

Sulle proprietà endocroniche della Tiotimolina risublimata

Il bollito non bollito di Massimo Bottura

OGM: le ragioni di chi dice no

Il poeta e lo scienziato

Gastronomia darwiniana. Se è speziato, un motivo c’è

Le difficolta' del pane biologico

Il vino di Luca Pacioli

Le ricette scientifiche: il pollo Teriyaki

OGM: il ritorno di Schmeiser

Le ricette scientifiche: il maiale alla birra

Il glutine: chi lo cerca e chi lo fugge

Miti culinari 4: il cucchiaino nella bottiglia

Le ricette scientifiche: lo spezzatino base

Il buon latte crudo di una volta

Gli Ogm NON sono sterili, passando da Vandana Shiva (e Veltroni) a Nanni Moretti

BioWashBall, birra e l'esperimento di controllo

Pentole e Provette, la chimica ai fornelli

Che cos'e' lo zucchero invertito

Il Ministro Gelmini e Nature (contro i concorsi)

Il Fruttosio, lo "zucchero della frutta"

1934: sigillatura della carne e riviste d'annata

Ricette letterarie: il risotto di C. E. Gadda

Le ricette scientifiche: il guacamole

Ig Nobel italiano per il suono delle patatine

Monsanto contro Schmeiser, l'agricoltore "contaminato" dagli OGM

Le ricette scientifiche: la granita (algebrica)

Il diagramma di fase della granita

Il buco nero al CERN e la noce moscata

Chimica (e ricette) in versi

Le ricette scientifiche: il cioccolato Chantilly

Le ricette scientifiche: la panna montata

Contro la "spesa a chilometri zero

Requiem per una formula. Dramma in sei atti con sei personaggi

Vino al veleno e velenitaly, reprise

Un economista al (super)mercato

Chiarificare l'impossibile con i filtri molecolari

Non si butta via niente 2

Le ricette scientifiche: la carbonara

Miti culinari 3: la sindrome da ristorante cinese

Le ricette scientifiche: le meringhe

Miti culinari 2: il sale per montare gli albumi

La dolce neve della cucina

Quando Nature si occupa dell'Italia

Non si butta via niente

Mais, Micotossine e le "Precauzioni"

Al sangue, media o ben cotta?

Superboy e la camera a nebbia

Un uso alternativo per la Ketchup

Miti culinari 1: la sigillatura della carne

Il segreto di una buona bistecca (ma non solo) si chiama Maillard

L'OGM che non é mai esistito

Sei diventato Nero, Nero, Nero...