Ecco perché conviene investire nei mercati emergenti - MilanoFinanza.it

2022-09-03 04:04:33 By : Ms. Alice Huang

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La volatilità continuerà a far da padrona nei prossimi mesi e colpirà tutte le principali asset class. A lanciare l’allarme sono gli esperti di State Street Global Advisors: “le misure che cercano da un lato di frenare l’inflazione e dall’altro di contrastare la recessione sono all’origine dei recenti su e giù dei mercati. È molto probabile che a fine anno le piazze finanziarie si troveranno su valori simili a quelli attuali e saranno interessanti nei prossimi mesi da movimenti ribassisti a cui faranno seguito rimbalzi e fasi di “buy-the-dip”, spingendo gli investitori ad “adottare politiche di diversificazione per ridurre il rischio”, spiegano gli esperti.

Tra i fattori chiave da monitorare nei prossimi mesi, gli economisti di State Street Global Advisors ritengono che l’inflazione sia in pole position: “riteniamo che i problemi causati dall’aumento dei prezzi, comprese le pressioni sul costo delle materie prime, siano destinati a durare per l’intero anno”. In tale scenario, “il comparto energetico in primis e poi quello dell’estrazione mineraria sono in grado di fornire una copertura adeguata, mentre un'esposizione sovrappesata alle risorse naturali è uno dei motivi per continuare a rimanere investiti sul settore azionario britannico anche nel terzo trimestre”, aggiungono.

Altra variabile da tenere d’occhio è rappresentata dai tassi di interesse: in uno scenario di incremento dei tassi gli esperti consigliano una preferenza per le azioni “value” e poi per i titoli finanziari europei ritenuti ben posizionati e con un elevato valore intrinseco. “Più in generale, siamo maggiormente ottimisti sul settore azionario europeo rispetto a quello degli Stati Uniti, grazie alle valutazioni migliori rispetto ai rendimenti obbligazionari locali”, fanno sapere da State Street Global Advisors. I flussi degli ultimi mesi dimostrano che gli investitori stanno puntando specialmente gli asset con caratteristiche difensive: il comparto sanitario è tra i favoriti così come le azioni britanniche e i dividend aristocrats, che presentano un interessante mix di valore e qualità, capace di fornire un’elevata protezione dai ribassi. “Infatti, settori come quello dell'assistenza sanitaria, dei beni di prima necessità ed dei servizi di pubblica utilità hanno visto afflussi netti”. Mentre, dopo mesi di flussi positivi, a giugno il settore energetico ha registrato deflussi netti.

Con la ripresa post pandemia, le aziende hanno visto ritorni sorprendentemente positivi accompagnati da previsioni in crescita, ma per i prossimi mesi si prevede una battuta d’arresto, innescata dall’incremento dei costi delle materie prime, dalla pressione sui margini, dalle scorte in eccesso, dal sentiment dei consumatori e infine dai blocchi nelle catene di approvvigionamento. Inoltre, “prevediamo che i timori di una recessione e di redditi reali più bassi influenzino pesantemente il comportamento dei consumatori e diffidiamo in modo particolare dei settori dei consumi e dei servizi di comunicazione, che potrebbero risentire di una minor domanda”, spiegano gli esperti.

Tra i comparti industriali che hanno performato positivamente a seguito dello scoppio della guerra in Ucraina, gli analisti menzionano quello della difesa (in particolare quello europeo dal momento che alcuni Paesi dell’Ue hanno aumentato il budget per le spese militari); quello energetico (per garantire adeguati standard di sicurezza energetica stanno aumentando i progetti di costruzione di impianti rinnovabili); le aziende produttrici di telefoni, automobili, batterie, chip e apparecchiature mediche; gli attori presenti nella filiera petrolifera e in quella delle macchine agricole (elevati prezzi dei raccolti potrebbero prolungare il ciclo agricolo portando una nuova domanda di attrezzature). In particolare, gli analisti di State Street Global Advisors consigliano un’esposizione alle aziende industriali americane piuttosto che a quelle europee per quanto riguarda i settori della difesa e dell’aviazione.

Quanto al comparto finanziario, gli esperti consigliano un’esposizione al mercato europeo piuttosto che a quello statunitense: “il settore finanziario del Vecchio Continente sta vedendo un miglioramenti degli utili, cosa rara in un contesto come l'attuale, e per il prossimo anno le previsioni di crescita sono le più alte dopo quelle dei titoli tecnologici”, chiariscono. La solidità dei bilanci e dei flussi di cassa di banche e compagnie assicurative supportano una crescita dei dividendi interessante e le rendono più resistenti in tempi economici difficili. Il margine di reddito delle banche europee è influenzato delle decisioni sui tassi di interesse della Bce, della Banca di Inghilterra e della Fed che hanno già adottato misure politiche restrittive. Intanto, i rendimenti in crescita tra i titoli di Stato nell'Eurozona (ad esempio, da inizio anno il tasso a cinque anni è passato da -0,46% a 0,89%) consentono maggiori oneri sui prestiti. “Il settore bancario si caratterizza per ottimi rendimenti e minore ciclicità, oltre a una forte crescita strutturale”, aggiungono gli esperti. Secondo State Street Global Advisors, il settore bancario europeo presenta valutazioni basse specie se si considera il rapport prezzo/valore contabile (0,7 volte per il settore, meno di 0,6 volte per le banche, ovvero con uno sconto del 25% rispetto all’industria statunitense).

La bassa volatilità delle prestazioni sanitarie e la lor bassa correlazione con i movimenti del prezzo del petrolio rendono il settore una scelta ideale da accompagnare ad azioni del comparto energetico per offrire una diversificazione efficiente. Mentre quest'ultimo si muove con l’inflazione e con tendenze spesso cicliche, il settore sanitario è più stabile, presenta standard di qualità non facilmente reperibile altrove a un prezzo ragionevole e risulta maggiormente influenzato dalla crescita economica. “La nostra analisi mostra che l'aggiunta dei due settori in un portafoglio azionario ha fatto aumentare i rendimenti in uno scenario di inflazione”, indicano a State Street Global Advisors.

Nel percorso di transizione ecologica, i flussi di cassa disponibili possono essere impiegati per accelerare la transizione del settore energetico verso progetti a basse emissioni di carbonio, come l'idrogeno e i biocarburanti, nonché un impiego del carbonio attraverso l'efficienza energetica. Da State Street Global Advisors consigliano un’esposizione al mercato energetico americano dal momento che quest’ultimo registra una performance migliore, ma anche al mercato energetico europeo che ha mostrato maggior resilienza a giugno.

Per State Street Global Advisors le azioni dei mercati emergenti, che cubano l’80% dell'indice Msci EM, rappresentano un’opzione appetibile in un contesto in cui la crescita globale sta sostanzialmente segnando una battuta d’arresto, mentre le economie in via di sviluppo, trainate dalla Cina, dovrebbero vedere una crescita significativa stimata dagli analisti al 3,5% quest'anno e al 4,1% nel 2023. Nonostante le future decisioni normative di Pechino risultino ancora un’incognita, gli analisti guardano con favore alle ultime iniziative adottate, come il pacchetto di 33 misure adottato lo scorso maggio per rilanciare l'economia, oppure la decisione della Banca centrale cinese di mantenere una politica accomodante, diversamente da Bce e Fed. Tutti fattori che sostengono la tesi che le azioni cinesi vedranno a breve una crescita dopo mesi di cali a doppia cifra.

Secondo gli analisti, saranno l’India e la Cina a guidare la crescita, seguite da Taiwan e Corea del Sud. Al contempo, l’investimento in quei mercati emergenti esportatori di materie prime come Sud Africa, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Messico, è considerato una copertura efficace dai rischi derivanti dagli elevati prezzi di materie prime e prodotti energetici.

Nella prima metà di quest’anno, le azioni giapponesi hanno sovraperformato il mercato globale, registrando una perdita di appena il 5,9% a fronte di un calo del 20,2% delle azioni globali. Inoltre, nonostante l’inflazione in crescita, gli economisti prevedono che l’indice dei prezzi al consumo del Paese raggiungerà una media del 2,8% quest’anno, ben al di sotto dei livelli previsti per le altre economie avanzate. La Banca centrale giapponese continua ad avere un atteggiamento colomba, tenendo sotto controllo i rendimenti obbligazionari locali, e fornendo così supporto all'MSCI Japan sotto due dimensioni: condizioni di finanziamento favorevoli alle imprese e minori tassi di sconto applicati alle valutazioni dei titoli di capitale. Inoltre, il Giappone risulta essere uno dei mercati più convenienti, con un P/E forward a 12 mesi di 12,1 volte, che si traduce in un rendimento degli utili decisamente appetibile pari all’8,2%.

Infine, un occhio allo yen giapponese: “la valuta è sempre un'arma a doppio taglio, ma riteniamo che per le azioni giapponesi uno yen più debole rappresenti un'opportunità piuttosto che una minaccia poiché le società giapponesi globali, che generano ricavi e sopportano costi in valute estere, possono beneficiare del rimpatrio dei guadagni quando vengono convertiti in valuta locale”. (riproduzione riservata)

È stata accolta con sorpresa la recente decisione della Banca del Popolo cinese di abbassare i tassi di interesse e di immettere nuova liquidità nel sistema bancario: fino ad ora, infatti, non era mai successo che la sua politica monetaria si muovesse in palese controtendenza rispetto a quella della Fed che invece continua imperterrita nella sua stretta sui tassi.

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