Forestazione urbana: la trasformazione green delle città

2022-09-03 04:04:53 By : Mr. yuanfei zhou

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Le città continuano a crescere e la popolazione che risiede nei centri urbani aumenta senza sosta. Per questo motivo, nella loro progettazione è fondamentale combattere l’inquinamento e ridurre l’impatto ambientale dei centri urbani, che diventano vero e proprio traino per un corretto sviluppo sostenibile. I progetti di forestazione urbana riportano il verde in città, riducono l’impatto ambientale e favoriscono una miglior qualità della vita per i cittadini.

A cura di: la redazione

Il termine “forestazione urbana” deriva dall’inglese “urban forestry”, disciplina che si occupa dello studio e dello sviluppo del verde nelle aree urbane. Due parole che richiamano la connotazione naturale del verde urbano e rivendicano la sua presenza in città.

Con il termine forestazione urbana si intende la progettazione e lo sviluppo di aree verdi urbane e periurbane, facendo della natura un’importante protagonista di questo paesaggio. Chiaramente è importante non solo progettare e sviluppare nuove aree verdi, ma anche rivalorizzare e riappropriarsi di quelle esistenti. Le soluzioni per aumentare gli spazi verdi sono molte, ad esempio è possibile creare veri e propri boschi urbani, orti, viali alberati, parchi pubblici, ma anche tetti e facciate verdi.

Alla base dei progetti di riforestazione urbana, però, non c’è solo un’azione di reinserimento puntuale del verde, bensì la volontà di attuare piani e programmi sistematici e strutturati, che vedono il territorio nella sua totalità e complessità. Ogni intervento “verde” deve essere inserito nel territorio e collegato con il contesto.

I motivi per cui investire sulla crescita del verde in città sono principalmente connessi alle criticità che la natura stessa delle città di oggi porta con sé. Negli ultimi decenni i centri urbani sono cresciuti spesso in modo incontrollato, allargando i propri confini e generando una serie di problematiche, sia ambientali, che sociali. Fino a 10 anni fa, erano di più le persone che vivevano in contesti rurali, mentre le stime prevedono che entro i prossimi 10 anni il 70% della popolazione vivrà in città.

Un rapporto dell’International resource panel, istituito dall’Onu nell’ambito del Programma per l’Ambiente (Unep), prevede che entro il 2050 ben 2 miliardi e mezzo di persone si trasferiranno in città, con un aumento del consumo di risorse naturali anche fino al 125%. Non possiamo trascurare il fatto che una città per “vivere” ingloba risorse ed energia, restituendole poi all’ambiente sotto forma di rifiuti, inquinamento e consumo di suolo. Anche se rappresentano pochi punti percentuali dell’intero territorio mondiale, sono la causa di più del 70% delle emissioni di gas serra, di più del 60% del consumo di energia e dell’innalzamento locale delle temperature per l’effetto isola di calore.

L’inquinamento, la riduzione costante delle risorse naturali e di suolo, i cambiamenti climatici, hanno inevitabilmente un impatto sulla qualità della vita delle persone, spesso compromessa anche da disparità sociali che si creano tra differenti quartieri delle stesse metropoli. Il verde può essere un’ottima soluzione per mitigare tutti gli effetti negativi riconducibili ad una crescita incontrollata e non pianificata delle città, in quanto migliora la qualità dell’aria, si valorizzano gli spazi pubblici urbani, si riduce l’effetto isola di calore e si tutela la biodiversità urbana.

Ma quali sono le principali problematiche ambientali da affrontare in città? Oltre all’emissione di gas serra, ci sono sicuramente la gestione e la dismissione di una grandissima quantità di rifiuti, un elevato consumo di acqua potabile e di energia, il traffico e infine il consumo di suolo.

Il tasso di crescita urbana è elevato e l’eccessivo consumo di suolo, spesso riducono drasticamente la disponibilità di spazi verdi.

Purtroppo, ad oggi, c’è un netto squilibrio tra risorse naturali, ambiente e sviluppo urbano, sempre dominante. Ma un approccio urbanistico moderno e ponderato prende in considerazione il contesto naturale in cui si colloca un centro abitato e valorizza la necessità di aree verdi, trasformandoli in veri e propri polmoni dedicati alla salute dei cittadini e a quella della città.

Le piante, per natura, sono in grado assorbire CO2 e depurare l’aria circostante da diverse sostanze inquinanti. Sono degli strumenti che l’ambiente ci offre per mitigare il microclima e l’impatto delle emissioni clima-alteranti, eccessivamente alto in città.

La fotosintesi clorofilliana permette alle piante di assorbire anidride carbonica e immettere nell’aria nuovo ossigeno, le foglie delle piante assorbono e degradano le molecole inquinanti (come monossido di carbonio e ozono) e fungono da filtro per le polveri sottili. Inoltre, la predisposizione di aree verdi aiuta a combattere l’effetto isola di calore, un altro problema tipico dei grandi centri urbani che comporta l’innalzamento della temperatura.

Il verde è anche una barriera naturale al rumore e garantisce un corretto deflusso delle acque piovane sul terreno. Inoltre, aiuta nella regolazione climatica degli edifici, riducendo la temperatura a loro circostante nei mesi estivi e proteggendoli dai venti freddi durante il periodo invernale.

Ultimi, ma non certo per importanza, tutti i benefici percepibili in termini di qualità della vita delle persone, con la creazione di spazi per la socialità, il tempo libero, l’attività fisica e il relax.

Sono i governi e le municipalità a dover assumere coscienza dell’importanza di questo tema e muoversi al fine di elaborare piani e politiche efficaci per lo sviluppo della forestazione urbana. A dimostrazione di quanto sia ormai importante promuovere progetti di forestazione urbana, ci sono i programmi e i bandi predisposti per finanziare e incoraggiare operazioni di questo tipo.

Un importante esempio in Italia è stato l’avviso pubblico per il “programma sperimentale per la riforestazione urbana”, come previsto dal DM del 9 ottobre 2020. La necessità di finanziare i progetti di messa a dimora di alberi e la creazione di foreste urbane, segue (a livello normativo) quanto definito con il Decreto-Legge 14 ottobre 2019 relativo alle misure necessarie per rispettare gli obblighi sulla qualità dell’aria previsti dalla Direttiva Europea 2008/50/CE.

Sono stati stanziati 18 milioni di euro per il 2021 con lo scopo di finanziare progetti di messa a dimora di alberi e di creazione di foreste urbane e periurbane. Il bando è specificatamente rivolto alle città metropolitane italiane, che possono presentare fino a 5 progetti. Proprio nell’ottica di ricorrere al verde urbano come soluzione per le problematiche viste nel precedente paragrafo, i criteri di valutazione dei progetti riguardano aspetti come la valenza ambientale e sociale dell’intervento, del grado di fruibilità dell’area e del livello di riqualificazione che comporta, la localizzazione e la qualità dell’aria della zona di progetto.

Quest’anno il Ministero della Transizione Ecologica ha pubblicato un avviso pubblico che mette a disposizione 330 milioni di euro per progetti progetti di forestazione urbana, con l’obiettivo di piantumare 6,6 milioni di alberi nelle città metropolitane entro il 2024..

I progetti e le città a cui ispirarsi non mancano, sono già in molte a muoversi in questa direzione. Ecco alcuni esempi.

Forestami è un progetto promosso dalla Città metropolitana di Milano in collaborazione con il Comune di Milano, Regione Lombardia, Parco Nord Milano, Parco Agricolo Sud Milano, ERSAF e Fondazione di Comunità Milano.

Lo scopo del progetto è quello di piantumare 3 milioni di alberi entro il 2030.

Il progetto di piantumazione, finalizzato a migliorare la sostenibilità della città e costruire un Parco Metropolitano, parte da un lavoro di censimento e valorizzazione del verde esistente. Ad oggi sono oltre 330.000 gli alberi piantati.

Anche Parma è uno degli esempi virtuosi sul territorio italiano per quanto riguarda la creazione di progetto di riforestazione urbana. Il progetto KilometroVerdeParma, nato nel 2015, si è posto come obiettivo quello di donare nuove aree verde alla città.

L’idea prende il via da un’intuizione, ovvero quella di creare un corridoio alberato lungo gli 11 km dell’A1, l’autostrada che attraversa la città. E da questa intuizione è stato creato un progetto più ampio e diffuso aperto alla cittadinanza. Come si legge sul sito dell’iniziativa, tutti possono prendere parte a KilometroVerdeParma, dimostrando di prendersi cura del verde cittadino: “Basta un giardino, una piccola area in cui piantare un albero o del tempo libero da voler dedicare al progetto”.

Il lavoro del Consorzio Forestale KilometroVerdeParma ha dato i suoi frutti: gli alberi e arbusti piantati in città sono ben 45.957, mentre la superficie rimboschita è di 40,6 ettari e la co2 stoccata tocca il valore di 701,403 t.

Anche Barcellona è impegnata nello sviluppo di un progetto strategico per la conservazione, valorizzazione ed implementazione delle infrastrutture verdi cittadine. Lo scopo è quello di riportare la natura in città, vedendola come un’importante risorsa per l’ambiente, ma anche per il benessere sociale delle persone. Obiettivo del Comune è realizzare 160 ettari di nuovi spazi verdi entro il 2030 e la Sindaca Ada Colau è molto attenta a sostenibilità e ambiente.

Per Barcellona, infatti, il verde deve diventare una vera e propria caratteristica della città, con una presenza importante e diffusa sull’intero territorio urbano. Oltre alla particolare attenzione al patrimonio naturale della città, Barcellona è famosa anche per i progetti che mirano a sensibilizzare e coinvolgere i cittadini, come avviene nel caso degli orti urbani.

La dinamica e cosmopolita Londra si tinge sempre più di verde.  La capitale UK è la prima città “parco nazionale” al mondo: dall’essere una giungla urbana, Londra si sta trasformando in un luogo ricco di verde. Ci sono ben 8,4 milioni di alberi in città proprio nel cuore della metropoli, numerosi parchi e riserve naturali che ospitano cica 13.000 specie locali.

Per questo motivo la città ha ricevuto il riconoscimento di “parco nazionale”, poiché il verde copre circa il 47% del territorio londinese.

La National Park City Foundation è l’ente di beneficienza dietro al progetto London National City Park lanciato nel 2019: obiettivo della fondazione è di incrementare la crescita verde nella metropoli londinese e al tempo stesso supportare le altre città nel mondo nel loro percorso verso la trasformazione in National Park Cities.

Vitoria-Gasteiz è una città che fa della sostenibilità la sua filosofia principale. Questa caratteristica città spagnola è circondata da una cintura verde che si estende per circa 800 ettari, un paesaggio naturale che abbraccia la città. Ma Vitoria-Gasteiz deve la sua fama non solo alle aree naturali, ma anche all’impegno più che trentennale in materia di sostenibilità. Lo sviluppo urbanistico, i progetti di riciclo, il coinvolgimento attivo della cittadinanza e la mobilità sostenibile hanno permesso alla città di ottenere il premio “Capitale verde europea” nel 2012.

Come riportato nel sito della Commissione Europea, gli abitanti di Vitoria-Gasteiz hanno accesso ad uno spazio verde pubblico ad una distanza massimo di 300 metri. La città è un’oasi verde: si stima che vi siano 479 m2 di boschi pro capite, 130.000 alberi nelle strade urbane e 210 parcelle coltivate ad agricoltura biologica.

Per combattere l’innalzamento della temperatura l’Australia ha iniziato ad investire molto in progetti per la forestazione urbana e l’aumento della resilienza delle città.

Nel caso specifico di Melbourne è stato elaborato un vero e proprio masterplan, i cui obiettivi riguardano la riduzione della temperatura in contesto urbano, l’aumento della permeabilità del suolo, il miglioramento della biodiversità e della qualità degli spazi verdi, la creazione di spazi pubblici di valore e la sensibilizzazione e il coinvolgimento dei cittadini sul tema della forestazione urbana.

Per questo è stata creata una vera e propria mappa interattiva e aperta a tutti i cittadini, utile anche per il monitoraggio del progetto e dello stato di salute degli alberi.

La città canadese conquista spesso i primi posti in classifica per la qualità della vita, anche grazie all’impegno messo dall’amministrazione per lo sviluppo sostenibile della metropoli. All’interno dell’area urbana si trovano più di 200 parchi, tra cui ad esempio lo storico parco pubblico Stanley, vasto 404 ettari.

Ma non ci si ferma qui, dato che il Greenest City Action Plan della città si pone nuovi ed ambiziosi obiettivi, tra cui quello di assicurare ai propri cittadini l’accesso ad almeno un’area verde in soli cinque minuti a piedi. Il progetto si basa su un programma strategico di piantumazione, che prende in considerazione la localizzazione degli interventi, le caratteristiche ambientali e alla disponibilità attuale di aree verdi.

L’iniziativa dei Green Corridors di Meddelìn, città colombiana che lotta con l’aumento delle temperature in ambito urbano e l’inquinamento atmosferico, è iniziata 5 anni fa con la nascita di corridoi verdi, all’interno dei quali si sono realizzate attività di rimboschimento e tutela ambientale.

Allo stesso tempo si è lavorato sui corsi d’acqua e sulla realizzazione di una vera e propria “rete verde”, che favorisca anche la biodiversità in ambito urbano e aiuti a migliorare la qualità dell’aria. In totale, si contano 18 “strade verdi” e 12 percorsi fluviali, con lavori di piantumazione e tutela ambientale.

In America troviamo diversi esempi di progetti dedicati alla forestazione urbana, casi-studio virtuosi in cui il verde torna a vivere nel cuore delle grandi città e diventa un tesoro da custodire per la comunità.

Un esempio è quello della food forest realizzata a Browns Mill (Atlanta): la “foresta urbana alimentare” è stato concepita dall’USDA come parte di una strategia più ampia per dare supporto alla comunità residente nelle aree a basso reddito e fornire così cibo fresco e nutriente.

Le food forest si avvicinano al concetto di “agroforestry”, ovvero di un’agricoltura urbana che integra alberi e arbusti per la produzione di cibo. Ciò non significa solamente utilizzare alberi e piante autoctone per la produzione di prodotti alimentari, ma creare un’area verde capace di fornire risorse alla fauna locale, filtrare l’aria, catturare lo smog e creare così un paesaggio urbano più sostenibile.

I progetti di foresta urbana alimentare si presentano come aree verdi in cui trovano spazio piante e alberi da frutto: per la comunità tutto ciò si traduce in cibo sano e a km 0, soprattutto in zone metropolitane dove vi è assenza di negozi di alimentari e dunque scarsità di alimenti freschi.

L’urban food forest di Browns Mill si trova in un’area che è stata definita “deserto alimentare”. Per ovviare a questo problema e per fornire un’alternativa sana in termini alimentari, è nato questo stimolante progetto green.

La foresta cittadina nasce su un appezzamento di terreno un tempo occupato da una fattoria: il Conservation Fund, in collaborazione con i cittadini, le associazioni locali, hanno recuperato questo terreno destinandolo alla creazione di un nuovo spazio verde ricco di orti e frutteti.

Dalla Georgia passiamo allo Stato di Washington: anche a Seattle ha germogliato il seme di una urban forest. Il motto della Beacon Food Forest è “We believe in caring for the earth, we believe in caring for the people, we work to create a fair share for all” : la comunità coltiva lo spazio verde e si occupa di gestire l’ecosistema locale con attenzione a rispettarne la biodiversità. I 2 acri di terreno accolgono una foresta naturale che incorpora piante alimentari per il consumo umano. Il risultato di questo progetto è la realizzazione di un’area verde in città ricca di alberi e colture agricole che richiede interventi di manutenzione minimi.

Sulle sponde del lago Erie sorge Cleveland, una delle più grandi città dell’Ohio. Questa città era così ricca di aree verdi tanto da meritarsi il nome di The Forest City. Lo sviluppo della vegetazione ha purtroppo subito un brusco arresto: secondo quanto riportato dalla Cleveland Tree Coalition, la Forest City ha perso circa la metà della sua tree canopy a partire dagli anni ’50.

Il Cleveland Tree Plan ha come obiettivo quello di ricostruire la foresta urbana della città. Secondo l’organizzazione gli alberi costituiscono una parte fondamentale della comunità: rendono l’aria più salubre, aggiungono valore economico alle case e sono “partner” fondamentali per affrontare le sfide ambientali. La roadmap prevede diversi step d’azione che vanno dal piantare nuovi alberi alla creazione di un piano di gestione forestale urbana, passando per la manutenzione proattiva del verde.

La Fao indica alcuni casi ritenuti esempio di successo, in cui la forestazione urbana ha reso le città luoghi migliori in cui vivere.

A Bangkok negli ultimi 4 anni sono stati realizzati 10 parchi urbani con specie autoctone, così come a Phoenix i problemi dovuti alla veloce ed eccessiva urbanizzazione sono stati combattuti con 3 milioni di alberi piantati.

A Lima lo studio del rimboschimento di alcune aree limitrofe alla città è stato fatto per ridurre i rischi di calamità naturali e stabilizzare il terreno.

A Pechino, invece, il “Forest City Program” ha avuto proprio lo scopo di riportare il verde in una città sempre più inospitale e inquinata, piantando 54 milioni di alberi e realizzando 23 aree boschive. Il Dongjiao Forest Park, interno alla città, ha raggiunto oggi dimensioni superiori di dieci volte a quelle di Central Park, mentre nelle aree limitrofe alla città interi villaggi hanno fatto spazio a nuove foreste.

In Europa un ottimo esempio è la città di Lubiana interamente gestita in ottica sostenibile e il cui territorio è composto per il 46% da foreste naturali, di cui la maggior parte di proprietà privata.

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