Il seme dell'agribosco - La Nuova Ecologia

2022-09-10 06:28:30 By : Mr. jing xie

di Roberto Andrés Lantadilla

Dal mensile – C’è un “intruso” che si sta facendo spazio nell’arcipelago industriale di Parma, tra il cemento dell’Autostrada del Sole e la linea del Tav, proprio di fronte allo storico stabilimento di produzione della pasta Barilla: si chiama “agriBosco”, un progetto di riqualificazione ambientale che si svilupperà su un’area di 23 ettari destinati all’arricchimento della biodiversità e allo sviluppo dell’agricoltura sostenibile. Realizzato dal Gruppo Barilla, in collaborazione con AzzeroCO2 e Legambiente, “agriBosco” ha l’obiettivo di crescere come un laboratorio all’aria aperta, fruibile dalla comunità, a cominciare dalle scuole, con quasi 3.000 alberi e arbusti messi a dimora: dallo “spino cervino”, con le sue capacità rigenerative del suolo, alle bacche nere della “lantana”, che attirano uccelli, insetti e piccoli roditori; dal melo al ciliegio, passando per il pero, l’acero riccio, resistente allo smog, e il tiglio argentato. Sono dodici le specie autoctone, selezionate insieme ai tecnici del Consorzio forestale Kilometro Verde Parma (vedi box), messe a dimora tra campi di grano e girasole. Le produzioni agricole seguiranno i criteri di sostenibilità ambientale, previsti dalla “Carta del Mulino”, alle base dei prodotti Barilla, dalla rotazione delle colture alla messa al bando del glifosato. E il girasole continuerà a sostituire l’olio di palma, nonostante la crisi dei rifornimenti causata dalla guerra in Ucraina.

A sottolineare la particolarità del progetto è anche AzzeroCO2, che con la campagna “Mosaico Verde”, sviluppata sempre in collaborazione con Legambiente, ha realizzato in Italia negli ultimi tre anni interventi di forestazione con oltre 300.000 alberi. «È l’unico caso di un progetto che ha previsto sia interventi forestali che agricoli», conferma Nicola Merciari, responsabile commerciale dell’Area sostenibilità di AzzeroCO2. Gli alberi che cresceranno avranno anche un’altra funzione fondamentale, oltre a quella di attrarre biodiversità e migliorare il paesaggio: «Assorbiranno oltre 2 milioni di kg di CO2, che corrispondono alle emissioni di anidride carbonica generate per soddisfare il fabbisogno di energia elettrica annua di circa 2.230 famiglie italiane», sottolinea Merciari. L’agriBosco si trova nel cuore produttivo di Parma. «Una zona estremamente urbanizzata, dove le aree a libera fruizione sono inesistenti», commenta Marta Mancuso, presidente del circolo locale di Legambiente, che sta sviluppando attività didattiche per le scuole del territorio. Nello scorso mese di maggio, la visita all’agriBosco è stata l’ultima tappa di un programma di educazione ambientale dedicato ad alunni delle scuole primarie. «Il progetto educativo – racconta Mancuso – ha riguardato gli ecosistemi: quali sono le componenti che devono essere presenti affinché funzionino? Quale la differenza tra naturali e antropizzati? Come possono questi ultimi essere resi più naturali possibile, anche in un contesto industriale o urbano?». I percorsi educativi si svilupperanno nei prossimi anni, in cui l’agriBosco funzionerà anche da classe all’aria aperta, per scoprire quanto siano intensi e profondi i cambiamenti generati dalla natura e quanto siano importanti i compiti che ci attendono per conservarla. Le persone potranno usufruire dell’area verde, con percorsi naturalistici dove c’erano prati incolti, ma a beneficiarne saranno soprattutto la flora e la fauna locale. «Le diverse specie autoctone a cui appartengono le piante faranno sì che questo luogo si trasformi in un vero e proprio laboratorio di biodiversità», riprende Nicola Merciari.

Diventando anche un’oasi per insetti impollinatori, grazie alla messa a dimora di piante mellifere e alla realizzazione di “mulini per le api”, in cui quelle solitarie possono trovare rifugio. Una scelta fatta in continuità con la decisione di Barilla di acquistare grano tenero solo da produttori che dedicano il 3% dei campi coltivati ai fiori utili agli insetti impollinatori, oggi fortemente a rischio sia per i cambiamenti climatici sia per l’utilizzo di prodotti chimici come il glifosato. Insomma, l’agriBosco, presentato lo scorso 4 maggio in occasione dei 145 anni di storia del Gruppo Barilla, è un “seme per il futuro”. Un apripista che mira alla replicabilità, lanciando lo sguardo verso un modo diverso di “fare mondo”, come sottolinea l’azienda. Nello scorrere naturale del tempo, i frequentatori vedranno gli alberi crescere, mitigando gli impatti ambientali dell’autostrada e dell’Alta velocità, magari anche grazie a nuove forme e sistemi di mobilità a “impatto zero”; vedranno la zona ripopolarsi della piccola fauna che qui troverà cibo e rifugio; e ancora vedranno 23 ettari di territorio, sostanzialmente inutilizzato, dotarsi di piccole infrastrutture, dai percorsi naturalistici privi di barriere alle aree destinate alla condivisione di orti e frutteti sociali. Del resto, per immaginare nuove opportunità che possano rendere il futuro migliore, bisogna saper coltivare il presente con la giusta attenzione e professionalità. Anche grazie a un pizzico d’incoscienza.

© La Nuova Ecologia 2020 lanuovaecologia.it è l’edizione digitale del mensile cartaceo la Nuova Ecologia (art. 3 c. 2 Decreto legge 18 maggio 2012 n. 63 convertito con modificazioni nella legge 16 luglio 2012 n. 103), "Nuova Ecologia (www.lanuovaecologia.it) è un periodico che ha percepito (già legge 7 agosto 1990 n. 250) e percepisce unicamente i contributi pubblici all’editoria (legge 26 ottobre 2016 n. 198, d.lvo 15 maggio 2017 n. 70) registrata al Registro della Stampa del Tribunale di Roma n. 543/1988 - dir. resp.: Francesco Loiacono - Editoriale la Nuova Ecologia soc. coop. via Salaria n. 403 Roma - n. ROC 3648 P.Iva 04937721001

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