METANODOTTO SNAM: VIA LIBERA DA GOVERNO, "OPERA STRATEGICA". NO DAI COMUNI, SI DALLA REGIONE | Ultime notizie di cronaca Abruzzo - AbruzzoWeb

2022-09-10 06:35:58 By : Mr. Tommy Peng

L’AQUILA – Il Comune dell’Aquila, quello di Sulmona e la Provincia dell’Aquila hanno detto no alla realizzazione del metanodotto Sulmona-Foligno, la Regione ha concesso invece il nulla osta.

Ma terminata la fase consultiva il governo, facendo leva sul carattere strategico dell’infrastruttura, darà in ogni caso l’ok, con l’entrata in esercizio del gasdotto anticipata dal 2034 al 2028, anche in considerazione delle incertezze per il Paese delle forniture di gas.

L’obiettivo di Snam è quello di potenziare con la nuova infrastruttura da 168 chilometri la rete esistente per il trasporto del gas, alla luce dell’aumento della richiesta, e realizzare a Sulmona una nuova centrale di compressione. Il metanodotto, quindi, interesserebbe tutta la catena appenninica, passando attraverso parchi nazionali e aree Sic.

Questo l’esito scontato della terza riunione di coordinamento convocata in modalità on line iri pomeriggio da parte del capo dipartimento per il Coordinamento amministrativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Sergio Fiorentino, a cui hanno preso parte   tutti gli enti coinvolti dal tracciato, tra Regioni (Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria), Province, Comuni, Comunità montane, Consorzi di bonifica, Parchi nazionali e Autorità di bacino.

Nel corso della conferenza, coordinata dalla presidenza dello stesso Consiglio dei Ministri, e a cui hanno preso parte i tecnici dei ministeri dell’Ambiente e della Cultura, della Snam, il sindaco di Sulmona Gianfranco Di Piero, ha fatto mettere a verbale l’incongruenza con la quale si procede all’autorizzazione senza avere prima uno studio geologico e sismico.

“Nutriamo fortissime perplessità sul fatto che non sia stato acquisito uno studio geologico e per questo abbiamo espresso un giudizio contrario all’opera – , ha detto Di Piero -. Ci hanno ribadito che lo studio verrà fatto dopo, ma a noi questa cosa non ci convince perché l’analisi deve essere preventiva. Inoltre non siamo convinti dell’utilità dell’opera. Se si dice che si deve rimediare al problema provocato dalla guerra in corso, a nostro avviso bisognerà trovare una soluzione immediata e non pensare a un gasdotto che potrebbe entrare in funzione nel 2028 o nel 2034. Porteremo avanti un’azione politica coi sindaci interessati al tracciato perché riteniamo che l’opera non sia strategica”.

Il comune dell’Aquila ha ribadito comunque le perplessità già espresse in precedenza, in particolare per quanto riguarda il tracciato interessato dal progetto.

Perplessità dovute alla presenza di valori e strutture pubbliche e private, che verrebbero ad essere compromesse dall’attuazione del progetto, così come è stato definito.

Il Comune dell’Aquila ha sottolineato inoltre come gli studi analitici dovrebbero indicare ipotesi alternative di tracciato, che tengano conto, nel complesso, delle situazioni che caratterizzano il territorio di riferimento; di qui la richiesta alla Snam di un procedimento di revisione condivisa del tracciato esecutivo.

“Con questo passaggio – hanno spiegato il sindaco Biondi e l’assessore all’Ambiente, Fabrizio Taranta – è terminata la fase di consultazioni con le realtà territoriali e ora la decisione finale spetta al Consiglio dei Ministri. L’auspicio è che venga accolta la nostra richiesta, che peraltro è pienamente condivisa dagli altri enti territoriali, e che, pertanto, venga definito un altro percorso del gasdotto. In caso contrario, chiederemo al Governo un ragionevole e adeguato indennizzo per i nostri territori, visto che l’opera in questione inciderà notevolmente sugli stessi con un impatto considerevole, anche per via del fatto che la nostra area, in particolare, è gravata da usi civici”.

Promettono battaglia i Comitati cittadini per l’ambiente Coordinamento No Hub del Gas.

“L’esito ci indigna ma non ci sorprende: del resto il Governo pochi giorni fa ha fatto un altro regalo alle compagnie energetiche, cancellando dal Decreto Bollette la nuova tassa sugli extraprofitti, mentre le famiglie italiane si trovano a fare i conti con bollette sempre più salate, alle quali si aggiungerà il costo di un’infrastruttura inutile come la Linea Adriatica. La Snam ringrazia un Governo sempre più asservito agli interessi delle grandi corporation delle fonti fossili e ringrazia anche Marco Marsilio che, tradendo l’Abruzzo, ha spalancato le porte ad un’opera che comprometterà l’ambiente e il clima nonché la salute e la sicurezza dei cittadini.

“L’inutilità dell’opera è confermata dallo stesso Governo. Infatti, il Ministero della Transizione Ecologica ha affermato testualmente che: Con il passare del tempo l’interesse si è ridotto in ragione delle esigenze di decarbonizzazione e perché le importazioni dal nord Africa erano diminuite rispetto a quelle provenienti dalla Russia. Ma, ha aggiunto il MITE, poiché è necessario sostituire il gas russo, la rete italiana, così come configurata sulla dorsale tirrenica (Transmed) non ci consentirebbe di aumentare i flussi da sud come sperato. Di qui la strategicità dell’opera nonché l’urgenza e la necessità di realizzare rapidamente i tratti mancanti della Linea Adriatica La giustificazione del metanodotto con la guerra in Ucraina è una bugia colossale perché, per sostituire il gas russo, il governo ha deciso di incrementare le capacità di importazione soprattutto da nord, dove il consumo di metano è molto più elevato e non da sud. Infatti, portando a pieno regime gli impianti esistenti più la produzione nazionale (in totale 25 miliardi di mc) e aggiungendo ad essi i nuovi impianti (10 miliardi dai due nuovi rigassificatori più 30 miliardi dal nuovo gasdotto sottomarino proveniente dalla Spagna) le importazioni dal nord raggiungeranno i 65 miliardi di metri cubi annui. Il che significa più del doppio del gas importato attualmente dalla Russia (29 miliardi) questi quantitativi occorre aggiungere le importazioni da sud (Algeria, Libia e Azerbaijan) dove la rete metanifera attuale, secondo i dati storici e le ammissioni dello stesso governo, è in grado di portare lungo la penisola oltre 50 miliardi di metri cubi annui. Questo significa che l’Italia avrà a disposizione almeno 115 miliardi di mc di metano. Ma occorre considerare che, se il consumo negli ultimi dieci anni è stato mediamente di 71,5 miliardi di metri cubi, nel 2030, in seguito allo sviluppo delle fonti rinnovabili, esso sarà ridotto a 50 55 miliardi di mc; quindi, la rete metanifera attuale del nostro Paese – senza la Linea Adriatica sarà in grado di trasportare una capacità di metano doppia di quella di cui avrà bisogno! Pertanto, realizzare l’inutile metanodotto Sulmona Foligno e l’intera Linea Adriatica, significa perpetrare una enorme truffa ai danni dei cittadini italiani, incrementare immotivatamente i profitti della Snam, e significa sconvolgere irreparabilmente territori, come quelli Dell’Appennino centrale, che sono di altissima valenza ambientale e di elevatissimo rischio sismico”.

Sullo stesso fronte l’Asbuc di Paganica e San Gregorio, visto che il tracciato attraverserà la valle della Madonna d’Appari, proprio di fronte al santuario, con una servitù di passaggio di circa 40 metri per lato sulle parti più impervie, in un’area a forte rischio sismico e di grande pregio ambientale, disseminato di cave di prezioso tartufo, compromettendo sentieri e sorgenti.

Ha detto il presidente Nando Galletti: “da 14 anni porta avanti il diniego all’attraversamento del gasdotto Snam Sulmona-Foligno sul nostro territorio. Il terremoto del 6 aprile 2009 provocò alla linea gas interna adiacente al ponte del mulino, tranciata di netto, un tubo da 20 centimetri che ha provocato un cratere di circa 20 metri quadri, per non parlare poi dell’acquedotto La ferriera, un tubo da circa 60 centimetri, reciso dall’evento sismico, e che ha ‘sparato’ un getto di acqua su una piccola collina portandola letteralmente a valle, e investendo varie abitazioni, arrecando notevoli danni. Questi due esempi sono di continuo davanti agli occhi dei cittadini paganichesi, ogni qual volta si parla di metanodotto”.

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