Pantelleria, gli eventi dal 26 al 31 luglio: domani si inizia con Nuccia Farina e il suo libro "La strage di Cannachi" – Il Giornale di Pantelleria

2022-08-27 03:08:54 By : Ms. Felicia Ye

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PANTELLERIA, GLI EVENTI A PANTELLERIA DAL 26 AL 31 LUGLIO

LIBRI, AMBIENTE, CONCERTI E SAGRE, UNA SETTIMANA PIENA DI EVENTI PER GRANDI E BAMBINI E CON DUE EXTRA RISPETTO AL PROGRAMMA

Teatro, libri, ambiente e Sagra: una settimana di appuntamenti per grandi e piccini in giro per l’isola di Pantelleria. Anche in questo fine mese ci sono degli EXTRA al programma della Stagione Culturale Estiva 2022, che coniuga cultura ambientale e tutela del mare e parte proprio dai panteschi più piccoli.

Arriva nella Contrada di Bukkuram domani, 26 luglio alle 21.30, posticipato rispetto al programma, al Circolo Produttori il libro di Nuccia Farina “La strage di Cannachi” che l’Autrice presenterà con la partecipazione di Gianni Bernardo. Si tratta di uno degli eventi che vedono protagonisti i Circoli panteschi, nelle varie Contrade dell’isola.

Il 29 luglio, due EXTRA fuori programma arricchiranno l’offerta culturale del Comune.

Durante un’uscita in mare del PON della Scuola Media Almanza di Pantelleria, è stata individuata una tartaruga imprigionata e in difficoltà che è stata salvata dalla Guardia Costiera e alle ore 16.30 la tartaruga di circa 45 kg, a cui è stato anche dato nome Hermione dai bambini, sarà rilasciata a Cala Levante. All’evento partecipano, oltre al Comune di Pantelleria, Assessorato all’Ambiente, anche Marevivo e l’AMP Egadi e sarà dedicato soprattutto ai bambini che, con l’occasione, potranno apprendere tante cose sulle tartarughe, sul mare e sulla sua tutela.

Altro EXTRA, nella stessa giornata, sarà il Concerto di beneficienza organizzato dal Rotary Club di Pantelleria alle ore 20.30 alla Chiesa di San Gaetano di Scauri con Gabriella Cavasino, soprano ed Elide Datri, pianista.

Il 30 luglio uno degli appuntamenti più attesi della Stagione con la presentazione del libro di Luana Rondinelli “Fimmine” che vedrà la partecipazione dell’attrice siciliana Valeria Solarino, artista di calibro che abbiamo visto in film come Vallanzasca, Smetto quando voglio, A casa tutti bene, solo per citarne alcuni. L’accompagnamento musicale sarà a cura del violoncellista Vincenzo Toscano. Per questo evento l’ingresso è su prenotazione al numero 3318101111.

Il 31 luglio dalle 20.30 sarà la volta della prima Sagra della Stagione. L’Associazione Crescere Insieme ha organizzato la SAGRA DELLA SALSICCIA SICILIANA a Scauri, in Piazza Grande. Oltre ad assaggiare il tipico piatto siciliano insieme al bacio pantesco, si potrà ballare con Giuseppe Spata ed Enzo Troia.

Ricordiamo anche che dal 23 al 31 luglio ci sarà la mostra ‘CANI, GATTI E… SCATTI” presso il Circolo Ogigia, organizzata dall’Associazione PANTELLERIA BAU che gestisce anche il canile comunale. Tutti gli eventi dell’Associazione hanno lo scopo di aiutare il canile/gattile e di sensibilizzare alla cura dei nostri amici a quattro zampe.

23-31 luglio, dalle ore 18.00 alle ore 21.00, Circolo Ogigia

Mostra-concorso ‘CANI, GATTI E…SCATTI’ a cura dell’Associazione PANTELLERIA BAU. Ingresso libero.

26 luglio, ore 21.30, Circolo Produttori Bukkuram – Via Venedisè, 6, Bukkuram

Presentazione del libro di NUCCIA FARINA dal titolo ‘La strage di Cannachi’, con la partecipazione di Gianni Bernardo.

29 luglio, ore 16.30 Cala Levante (EXTRA)

RILASCIO DI UNA TARTARUGA MARINA HERMIONE da parte della Guardia Costiera in collaborazione con Marevivo, la Scuola Media di Pantelleria, l’AMP Egadi e il Comune di Pantelleria. Sono invitati soprattutto i bambini.

Ore 20.30 Chiesa di San Gaetano, Scauri (EXTRA)

Concerto di beneficienza del Rotary Club di Pantelleria con Gabriella Cavasino, soprano e Elide Datri, pianista.

30 luglio, ore 19.00 presso Il Mulino di Scauri

Presentazione del libro di LUANA RONDINELLI dal titolo ‘Fimmine’. Sarà presente l’Autrice, letture dell’attrice VALERIA SOLARINO e musiche del violoncellista, Vincenzo Toscano. Ingresso su prenotazione al numero: 331 8101111.

31 luglio, ore 20.00 Piazza Grande a Scauri (di fronte al Cinema San Gaetano)

SAGRA DELLA SALSICCIA SICILIANA a cura dell’ASCD Crescere Insieme.

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Nell’emozionante scenario del Parco Archeologico di Segesta per la prima edizione del

Due gli appuntamenti in programma per venerdì 26 agosto 

Arriva uno dei maggiori esponenti della scena coreutica contemporanea internazionale

VIRGILIO SIENI SATIRI 26 agosto h19.30 TEATRO ANTICO

Progetto site specific in Prima Nazionale

La musica di Bach, la presenza di due tra i più interessanti interpreti della danza nazionale, il segno inconfondibile di uno dei maestri  della coreografia contemporanea, Virgilio Sieni. 

Al tramonto, nell’incantevole Teatro Antico di Segesta, il 26 agosto l’artista toscano presenta in Prima Nazionale una versione site specific di Satiri, la nuova creazione del Centro di Produzione della Danza Virgilio Sieni, che ha debuttato in Prima Assoluta lo scorso luglio al Festival Civitanova Danza. 

Il duetto vede in scena Jary Boldrini e Maurizio Giunti in una performance con la musica eseguita dal vivo dalla violoncellista e cantautrice irlandese Naomi Berrill.

Nella visione di Sieni il satiro è una figura umana non umana che evoca e si riconnette alle parole di Nietzsche ne La nascita della Tragedia (1872) e, per richiamo sapienziale, a Giorgio Colli ne La nascita della filosofia (1975). È colui che getta lo sguardo nell’abisso dicendo sì alla vita: non la notte ma la sua primavera.

II duetto racconta per ellissi e cerchi concentrici un “contagio  dall’interno”. Una danza per dermatoglifi che tracciano l’aria e una sintassi che sembra riferirsi all’embrione del gesto che incontra il suo simile, riconoscendolo diverso e amico. Forme d’intesa e di empatia che si aprono a una disposizione musicale, mentre le danze segnano lo spazio della materia inebriante che parla con il corpo. Il mondo quotidiano qui prende il largo e si separa dal gesto enigmatico che esplode tra il dionisiaco e l’apollineo. Ancora una volta la danza si presta a laboratorio della vita, affronta azioni disperate, titaniche, si pone sulla soglia con atteggiamento vigile, mantico, divinatorio. Ma è essa stessa scienza dello stare, specchio di risonanze e richiami cognitivi. 

La nuova creazione della Compagnia Virgilio Sieni è uno dei progetti di punta del Segesta Teatro Festival, la rassegna di arti performative con la direzione artistica di Claudio Collovà che, iniziata lo scorso 2 agosto, proseguirà fino al 4 settembre in uno dei parchi più affascinanti della Sicilia, il Parco Archeologico di Segesta diretto da Luigi Biondo, fra il Teatro Antico, il Tempio di Afrodite Urania e i comuni Calatafimi Segesta, Contessa Entellina, Custonaci, Poggioreale e Salemi.  

Dopo Segesta, Virgilio Sieni sarà dal 5 al 13 settembre negli spazi di Palazzo Abatellis, a Palermo, per una tappa di Territori del Gesto, il progetto biennale – curato dal coreografo – in cui si intrecciano i percorsi sul rapporto tra il gesto e l’arte, la cura della relazione e l’incontro con le opere e i luoghi: una mescolanza di tracce, memorie, e vissuti, secondo la narrazione poetica di ciascun territorio.

A seguire, alle ore 22.00 al Tempio di Afrodite Urania, il monologo musicato su testi di Ghiannis Ritsos, Elena, musiche di Ubi Ensemble after Claudio Monteverdi e George Friedrich Händel; con Oriana Martucci (voce recitante), Irene Ientile (mezzosoprano Alfonso Vella (sax soprano e baritono), Marcella Napolitano (violino e viola), Ornella Cerniglia (pianoforte e sintetizzatore), Gianluigi Cristiano (basso elettrico e chitarra elettrica), Giuseppe Rizzo (live electronics, real time sound processing, soundscapes, sound design). 

Il recitar cantando e la musica al servizio della parola, nella ricerca che porta avanti Ubi Ensemble, diventano evocazione di un dialogo compositivo tra antico e contemporaneo: i recitati vengono amplificati all’infinito, le armonie sono flussi in continuo movimento, fluidi che trasferiscono i punti di attrazione tonale verso nuove possibilità, la triade diventa incarnazione discontinua, metafora inconscia di un lontano passato, che trova posto su strutture che non danno più certezze. Elena e il suo immaginario interlocutore che stenta a riconoscere la figlia di Zeus “che alle dee immortali terribilmente somiglia”, sono i personaggi della storia del quotidiano di ognuno di noi, che si muovono a stento tra la sedia e il letto in una casa polverosa che sa ineluttabilmente di morte. 

Biglietti disponibili, anche con possibilità di abbonamenti, al botteghino del Parco oppure online sul sito di CoopCulture www.coopculture.it/it/eventi/evento/segesta-teatro-festival/ o su www.vivaticket.com/it/tour/teatro-di-segesta-festival-2022/778.

coreografia e spazio Virgilio Sieni

interpretazione Maurizio Giunti, Jari Boldrini 

violoncello dal vivo Naomi Berrill [musica Johann Sebastian Bach (Suite n. 3 in Do Maggiore, BWV 1009; Suite n. 4 in Mi bemolle Maggiore, BWV 1010)

produzione Centro di Produzione della Danza Virgilio Sieni 

in collaborazione con AMAT & Civitanova Danza, Galleria Nazionale delle Marche

con il sostegno di MIC Ministero della Cultura, Regione Toscana, Comune di Firenze, Fondazione CR Firenze

Danzatore e coreografo si forma in discipline artistiche e architettura dedicandosi parallelamente a ricerche sui linguaggi del corpo e della danza. Nel 1983, dopo anni di studio sul senso dell’improvvisazione tra Amsterdam, Tokyo e New York, fonda la compagnia Parco Butterfly e, nel 1992, la Compagnia Virgilio Sieni, affermandosi come uno dei protagonisti della scena internazionale. Dal 2003 dirige a Firenze – CanGo (Cantieri Goldonetta) – oggi Centro Nazionale di produzione della Danza, nato per sviluppare ospitalità, residenze, spettacoli e progetti di trasmissione fondati sulla natura dei territori. Nel 2007 fonda l’Accademia sull’Arte del Gesto, contesto innovativo di formazione rivolto a persone di qualsiasi età, provenienza e abilità, professionisti e cittadini per creare e approfondire percorsi sull’idea di comunità del gesto, democrazia del corpo e sensibilità dei luoghi. Dal 2013 al 2016 è direttore della Biennale di Venezia-Settore Danza attuando un piano quadriennale sul concetto di abitare il mondo, polis e democrazia, concependo la città attraverso la sua metafisica. Nel 2013 è nominato Chevalier de l’ordres des arts et de lettres dal Ministro della cultura francese. Nel 2015 sviluppa Atlante del Gesto presso la Fondazione Prada di Milano a cui segue il progetto Thauma | Atlante del Gesto per la città di Matera, Capitale Europea della Cultura 2019 con diversi progetti satellite tra Palermo, L’Aquila, Torino, Marsiglia. Nel 2018 nasce anche la Scuola sul Gesto e il Paesaggio che sviluppa percorsi di formazione sulle tematiche intorno alla relazione tra uomo e natura, sull’idea di corpo come luogo di accoglienza delle diversità e come spazio per sviluppare la complessità archeologica del gesto, a partire dal concetto di trasmissione e tattilità e dai temi della risonanza, della gravità e dell’illimitatezza del gesto. Lavora per le massime istituzioni teatrali, musicali, fondazioni d’arte e musei internazionali. Nella sua biografia artistica, molti i premi e riconoscimenti tra cui numerosi Premi Ubu, il premio Danza&danza”, il premio Lo straniero. Del 2018 è lo spettacolo Nudità, frutto del dialogo in scena con il maestro puparo Mimmo Cuticchio (ripreso in questa ultima parte di stagione e iniziato nel 2016 con Atlante. L’umano nel gesto, a Palermo), un lavoro unico nel suo genere, in cui le storie narrate cercano, nei meandri dell’incontro tra i due uomini, il gioco della trasmissione che “sbriciola” la loro maestria.

Il cantautore e polistrumentista LUIGI STRANGIS, vincitore dell’edizione 2022 di Amici, arriva sabato 27 agosto all’Anfiteatro Falcone e Borsellino a Zafferana Etnea per il suo tour 2022. Prodotta e organizzata da Vivo Concerti, la tournée sarà l’occasione per ascoltare dal vivo i brani tratti dal suo primo lavoro discografico “STRANGIS” (pubblicato su etichetta 21co e distribuito da Artist First) che ha debuttato al primo posto della classifica italiana.

Luigi Strangis ha iniziato a suonare la chitarra a 6 anni. Oggi, a 21, oltre alla chitarra suona il pianoforte, la batteria, le percussioni e il contrabbasso. Proprio grazie alla sua esperienza come polistrumentista a 15 anni inizia ad autoprodurre i suoi pezzi.

A settembre 2021 presenta ad Amici l’inedito “Vivo”, brano che gli regala l’ingresso al programma. A “Vivo” seguono i brani “Muro”, “Partirò da zero”, “Tondo” e in ultimo “Tienimi stanotte”. Durante le puntate serali del programma Luigi ha interpretato più volte cover di successo mettendosi alla prova come musicista e arrangiatore.

I biglietti per le date di Luigi Strangis sono disponibili su vivoconcerti.com.

Mercoledì 17 Agosto 2022 | Porto Recanati (MC) @Arena Beniamino Gigli

Giovedì 25 agosto 2022 | Lamezia Terme (CZ) – Stadio d’Ippolito

Sabato 27 Agosto 2022 | Zafferana Etnea (CT) @Anfiteatro Falcone e Borsellino

Sabato 3 Settembre 2022 | Ortona (CH) @Italian Style Festival – Piazza San Tommaso

L’organizzatore declina ogni responsabilità in caso di acquisto di biglietti fuori dai circuiti di biglietteria autorizzati non presenti nei nostri comunicati ufficiali.

Pani schittu cala rittu (Cosa significa Pani schittu cala rittu? Significa, letteralmente, “Pane senza companatico va giù facilmente”. (Questo proverbio siciliano vuole dirci che l’affamato non ha motivi di fare lo schizzinoso) La storia del Pane in Sicilia… Nella nostra cultura culinaria il pane ricopre un ruolo primario e a differenza di altre città del meridione l’andare al “Panificio” è un rito quotidiano che si ripete sempre prima dei pasti e che segue i ritmi delle “infornate” a differenza di altri luoghi dove viene acquistato una sola volta al giorno; per questo abbiamo deciso di raccontarvi le Origini del pane. Molte volte nella trinacria (simbolo siculo) si trovano raffigurate le spighe di grano, questo perché l’isola era considerata il granaio dell’Impero Romano, ma la fertile Sicilia conosceva già l’arte di preparare il pane ai tempi degli antichi greci; Il mito di Cerere (madre Terra), la dea delle messi, della terra e dei campi, raffigurata come una nobile matrona con veste dorica ed una corona di spighe sul capo, colloca infatti proprio in Sicilia la civiltà del grano. Nell’isola, inoltre, le dominazioni che si sono susseguite hanno lasciato traccia anche sui banconi dei fornai: la varietà di frumento chiamata “tumminia” è riconducibile, ad esempio, al “trimeniaios greco”, il soffice “spincione” e collegabile alla “sponghia” (spugna) ellenica, mentre la “giuggiulena”, spesso spolverizzata su filoni e mafalde, rappresenta un retaggio della tradizione araba. Infine, un’altra caratteristica dei pani siciliani è che sono ricoperti in superficie di semi di sesamo, ingredienti importanti della cucina araba per esaltare gli aromi dei cereali che li compongono; la cottura avviene in forno a legna con rami d’ulivo o quercia.

Il giorno del pane con la nonna Marianna… Il venerdì di ogni settimana veniva a casa nostra la nonna Marianna per fare il pane in casa, era una bella consuetudine che consentiva alla nonna e alla mia cara mamma di scambiarsi vedute e novità ed era pure un momento di condivisione per tutta la famiglia. In quel periodo io e la mia famiglia abitavamo in una modesta casetta ubicata in un cortile di via Ioppolo a Ragusa ibla; nella parte alta della casa vi era solamente una camera da letto, un bagno ed un piccolissimo balconcino dove la mia cara madre teneva due vasi in terracotta uno di basilico l’altro di prezzemolo… ingredienti indispensabili (così asseriva mia madre…) per la cucina.

Nella parte bassa della casa vi era un dammuso, praticamente un monolocale diviso a metà da un paravento di legno che delimitava la zona tra il mio letto e la zona pranzo, infine c’era la cucina rigorosamente a legna… (allora quasi nessuno aveva la cucina alimentata con il gas…) fatta da piastrelle di un bel colore azzurro e i bordi con richiami floreali. Dopo una facile trattativa, mia madre riuscì ad ottenere il co-utilizzo di un altro locale cui si poteva accedere tramite una scala nera di pietra lavica, centrale rispetto all’edificio e che portava al secondo piano, dove abitavano i proprietari della piccola palazzina. Accanto al dammuso vi era un locale che era stato ricavato ristrutturando la rimessa dei cavalli e là, dove prima c’era la mangiatoia, era stato costruito uno splendido forno a legna, sulla cui sicurezza nessuno si era mai occupato. Il solaio si animava ogni sabato mattina, tanto durava il pane fatto in casa ed il settimo giorno era buono quanto il primo.

Il ricordo del “giorno del pane”, nonostante siano trascorsi più di sessanta anni, è ancora vivo in me; per me, bambino, quel giorno era una festa. A quei tempi molti facevano il pane in casa. Alcuni avevano un appezzamento di campagna coltivato a grano duro, naturalmente, e molti avevano qualcuno, parente o amico, che regalava loro la farina o la barattava con altri prodotti della terra. Chi non aveva il forno in casa portava i pani da cuocere al fornaio, ne ricordo un paio in zone diverse nel mio quartiere natio (gli Archi…). La “festa” cominciava molto presto, al mattino, ed io appena sentivo scendere Marietta e Nonna, saltavo giù dal letto perché volevo partecipare al rito. Non ho mai saputo come si chiamasse la Marietta di cognome (era una amica della nonna… la seguiva in tutto), era una quasi zia a noleggio.

Nonostante la levataccia trovavo, sempre, già attrezzato il locale oltre la scalinata. Mia madre intenta a supervisionare la stanza in modo che non mancasse nessun elemento per l’evento settimanale, mentre la Marietta e la Nonna avevano già montato la “brìula” (o “scaniaturi” dipende dalla zona) una grande tavola di legno a forma di enorme racchetta, e già avevano versato sul pianale una montagna di farina col buco in mezzo. Praticamente ai miei occhi avevano costruito l’Etna e al centro avevano fatto un buco a forma di cratere dove veniva rovesciato il lievito madre. Ricordo ancora l’acre profumo e l’aspetto inquietante del lievito madre; ricordo anche che veniva immediatamente reintegrato perché si rigenerasse per la volta successiva. Nonna si sedeva cavalcioni sulla parte stretta della brìula e, piano, piano, formava l’impasto che, raccolta tutta la farina, doveva essere lavorato con l’aiuto di Marietta, la quale con movimenti ritmici, alzava ed abbassava il bastone di legno (briuni) sapientemente fissato alla base ad una staffa, entrambi, bastone e staffa, con fori appositamente predisposti e attraversati da un cilindretto di legno che ne bloccava la fuoruscita. Serviva a schiacciare l’impasto.

Ci tenevo moltissimo ad aiutare Marietta e lei pazientemente lasciava che mi attaccassi al briuni per “scaniari” il pane e ogni tanto un pizzico di pasta cruda mi finiva, di soppiatto, in bocca (per me era un vero divertimento…). Era buonissima e non era vero, come sostenevano i “grandi” per non farmela mangiare, che mi sarebbe venuto il mal di pancia. Mai successo. Aspettavo con impazienza la lievitazione dell’impasto che veniva avvolto in tovaglie di cotone e coperte di lana e, finalmente, dopo un paio d’ore, arrivava il momento di creare le forme del pane.

La fase “creativa”, non si fermava alle forme classiche che vediamo in certe immagini datate che ci prospettano forme con spighe o fiori, ma, specialmente durante le feste natalizie e pasquali si arricchiva di alberelli, stelle, pecorelle e cestini con uova sode. Io pretendevo il mio pezzo di impasto da lavorare e così infilavo anche la mia pagnottella in mezzo a quel ben di dio. Le forme composte si lasciavano riposare per una mezz’oretta. Nel frattempo, veniva presa la legna dal solaio che serviva per accendere il forno. Era una cupola di pietra di cui Nonna era il “tecnico”; conosceva le frasche che servivano per accenderlo e il segreto del tipo di legno da usare cioè un legno che non rilasciasse cattivi odori al pane. Credo usasse legno di ulivo. Accesa la fiamma mia madre chiudeva il forno con una porta di metallo e, quando il fuoco si esauriva, spostava ai lati del forno, con una specie di rastrello, le braci ardenti e infornava il pane utilizzando una grossa pala come quella per le pizze. Mia madre approfittava del “giorno del pane” per infornare anche le “scacce” (una specie di calzone), leccornia con all’interno pomodoro, cipolla, basilico e caciocavallo. In pratica mia madre aveva trasformato “il giorno del pane” in un “giorno del profumo” che si levava dal forno e si espandeva per la via annunciando che quel giorno, in quel dammuso, si sarebbe mangiato proprio bene, suscitando una certa invidia nel vicinato a cui per educazione si chiedeva: “volete favorire?” e i vicini altrettanto educatamente rispondevano: “Grazie, come se avessimo accettato”.

Noi bambini del ’57 così ci divertivamo, senza IPOD, IPHON e PC. Mio padre in casa non c’era perché il “giorno del pane” era sempre a lavoro presso la barberia… ma veniva con cuor allegro perché già degustava al solo pensiero le prelibatezze che avrebbe trovato a mezzogiorno… Ci tengo a dichiarare, per concludere, che nonostante il forno a legna, la scala del solaio a pioli e il pavimento non tanto solido, nessuno si è mai fatto male e non mi considero un sopravvissuto. Mi chiedo invece se supererò, con altrettanta nonchalance, le varie varianti del covid, i venti di guerra che soffiano da est o, come cantava Battiato, le correnti gravitazionali.

La poesia dell’amico fornaio E poi un amico, di indole sensibile dedica al pane alcuni versi che racchiudono una quotidianità scandita da gesti sapientemente misurati e la consapevolezza di un mestiere unico. Tra tanti panini e pani, iu, supra tutti àiu lu vantu, ca farina, l’acqua e a natura a livitari e poi lu mantu, facci a cruci e s’arriposa c’accussi un’è na cosa, n’tà maidda mpastanu li vrazza camìa, adduma ligna r’alivi e crozza. Vastidduna, menzichili e quartini i furnati l’amu a fari beddi chini, pigghiami sta tavula, proimi stu pani ca à essiri prontu prima di rumani, agghiurnò e prima ca lu addu canta a genti già pa strata ri lu ciavuru si ncanta. Cu su porta a travagghiari, cu su sarba pi tri ghiorna, cu sulu u tasta… e doppu torna cu lu fa cu tantu amuri tutti i notti li fa ghiorna, picchì ‘mpasta, aspetta… e ‘nfurna fa lu pani cu l’amuri tramannatu cu passioni e strasuratu, sfurnalu ch’è prontu, emu all’avutra e va ‘mpasta ca sta furnata un ci bbasta. Salvatore Battaglia Presidente Accademia delle Prefi

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AMP, a Pantelleria Insieme Live: zonizzazioni e Guardia Costa ausiliario. Gadir e il brillamento de Il Caldo

Stasera 4 Ristoranti a Pantelleria, con Alessandro Borghese. Ecco chi sono

Pantelleria, il PD segnala colorazione anomala e artificiale nella spiaggia del Lago di Venere

Pantelleria a lutto per Giovanni Maddalena, il galantuomo del Conitro

Pantelleria, è U Runcune il vincitore di 4 Ristoranti di Alessandro Borghese

Ultima Ora – Pantelleria. Identificata la donna morta per annegamento, il secondo suicidio in un mese

Pantelleria, allarmanti condizioni meteo-marine nelle prossime 48/72 ore: onde 6 da metri

Pantelleria, divieto di balneazione a Punta San Leonardo

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