Prima Ora

2022-08-20 05:52:54 By : Ms. EHANG Sales

Buongiorno. Una giornata segnata dalla furia del maltempo nel nord e centro Italia. Due morti e oltre 50 feriti in Toscana , danni all’agricoltura e stabilimenti balneari in Liguria e Versilia spazzati da raffiche fortissime , da 150 chilometri all’ora. Il Sud, invece, è stata colpito da incendi e temperature roventi . La storia più triste arriva da Carrara , dove una donna è stata uccisa da un albero mentre cercava di mettere al riparo una clochard. Il velista Giovanni Soldini ci racconta del suo trimarano scaraventato via dal vento. Il campanile di San Marco a Venezia ha subito danni. E poi l’incendio tremendo di Pantelleria , con 60 ettari di vegetazione andati in fumo. Secondo il sindaco non ci sono dubbi, gli incendi sono stati due e dolosi. Sara Gandolfi ha intervistato il fisico Antonio Navarra , presidente del Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici, che conferma gli allarmi: «Un’estate come questa potrebbe non essere una rarità ». Ecco la spiegazione scientifica dei nubifragi del Nord, delle trombe d’aria in Toscana e delle temperature bollenti al Sud: « C’è un contrasto tra una massa d’aria molto fredda che viene dal Nord Europa e una molto calda che stava su tutto il Mediterraneo. Così nascono le precipitazioni: quando l’aria fredda incontra una massa di aria umida e calda, fa condensare l’acqua e piove. È come una pentola che bolle in cui si creano e muoiono vortici e altri fenomeni tipici dell’atmosfera. Più ampio è il contrasto più i fenomeni sono violenti ». Medvedev invade la campagna elettorale italiana Non è la prima volta che accade ma stavolta l’invasione di campo politica è netta e particolarmente allarmante. Il vicepresidente del consiglio di sicurezza nazionale russo, Dmitri Medvedev , scrive su Telegram: «Alle urne vorremmo vedere i cittadini europei non solo esprimere il malcontento per le azioni dei loro governi, ma anche dire qualcosa di più coerente. Ad esempio, che li chiamino a rendere conto, punendoli per la loro evidente stupidità». Un’interferenza chiara che scatena la polemica. Attacca prima Luigi Di Maio (che pure da ministro aveva dato onoreficenze a diversi esponenti russi), poi una nota del Pd: «Sono passate 5 ore e ancora non sappiamo nulla di cosa pensano Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi delle parole di Medvedev sulle elezioni e su chi sosteneva lealmente il governo Draghi». Seguono diversi esponenti sulla falsariga della nota. Per Forza Italia non parla Berlusconi ma Stefania Craxi : «Le parole di Medvedev sono irricevibili, totalmente fuori luogo e segno di una personalità disturbata. Non meritano neanche una risposta». Fratelli d’Italia risponde subito dopo, definendo «risibili» le parole di Medvedev e confermando il posizionamento atlantista. Infine, Matteo Salvini , meno netto: «I problemi degli italiani non sono i tweet di Letta o di un russo. Votano gli italiani, non i russi o i cinesi». A Paola Di Caro, il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani aggiunge: «Quelle di Medvedev sono parole inopportune , di pura propaganda interna e da respingere nettamente. Non avranno effetti sul voto». Quanto alle accuse, «abbiamo le carte in regola, la sinistra su questo non ci può dare lezioni ».

Calenda con Draghi (e contro il Pd)

«Andare avanti con l’agenda Draghi, andare avanti col metodo Draghi. E avere possibilmente Draghi come presidente del Consiglio». L’incipit del pezzo di Marco Esposito rende bene l’idea dell’approccio di Carlo Calenda che ieri, insieme a Maria Elena Boschi, Luigi Marattin, Mara Carfagna, Maria Stella Gelmini e Elena Bonett i , ha presentato il programma del terzo polo. Mancava Matteo Renzi: assenza non tattica, ha spiegato Calenda, ma «gesto di grande generosità». Il programma di Azione e Italia Viva è improntato alla continuità: completamento del Pnnr, via libera a un salario minimo ma con revisione del reddito di cittadinanza, no alla flat tax, elezione diretta del premier e ogni euro in più del bilancio pubblico che va alla sanità. Poche promesse, come da dichiarazioni ripetute da Calenda, che non si fa mancare un affondo contro il Pd: «Cinque minuti dopo le elezioni si ri-alleeranno con i 5 Stelle» . Delle alleanze future del terzo polo, invece, non dice nulla. Neanche Maria Elena Boschi, che pure si allinea all’idea berlusconiana di rendere inappellabili le assoluzioni: «Per noi il giustizialismo è un’aberrazione».

Meloni e il programma Ancora non è stato pubblicato il programma , ma ogni giorno si delinea sempre più chiaramente. Prima, però, c’è l’ennesimo chiarimento sul fascismo, dato al settimanale britannico The Spectator (imperdibile la ricostruzione di Gianluca Mercuri sulla Rassegna). Meloni dice: «Quando sono qualcosa, io lo dichiaro. Io non mi nascondo. Se fossi fascista, direi che sono fascista . Non ho mai parlato di fascismo perché non sono fascista». Quanto al programma rivendica un sovranismo economico: «Sono per la difesa delle nostre produzioni strategiche e dei nostri marchi. Tim deve essere pubblica». Poi spiega che deve finire «l’apri e chiudi delle imprese, fatto soprattutto dagli extracomunitari, con aziende che non pagano un euro di tasse. Chi vuole lavorare è benvenuto, ma chi arriva da fuori dell’Ue, prima di aprire la serranda, dovrà presentare una fidejussione a garanzia del pagamento delle tasse». Tra le altre idee, alzare le pensioni minime e sociali. No, invece, al salario minimo , «specchietto per le allodole». Le liste del centrodestra e il fattore D L’incipit di Adriana Logroscino rende bene l’idea: « Il fattore D. Quando la definizione dei candidati sembrava avviata a una rapida conclusione, il meccanismo si è inceppato: i leader del centrodestra si sono accorti che manca una donna per rispettare l’equilibrio di genere (60-40) previsto dalla legge. Inevitabile rimandare l’annuncio dei nomi. Probabilmente a oggi, giornata che si vorrebbe conclusiva». Ma le trattative continuano e si registra un’autoesclusione sorprendente: si chiama fuori Gaetano Quagliariello , in Parlamento dal 2006. Era stato candidato fuori territorio, non in Abruzzo ma in Campania. Le liste dei 5 Stelle L’ex sindaca Chiara Appendino nei due collegi di Torino e in una regione del Sud, l’ex procuratore Federico Cafiero de Raho capolista in Calabria, l’ipotesi Stefano Patuanelli in Lombardia. E lo spettro dei «paracadutati» nel Mezzogiorno. Ancora da definire gli ultimi dettagli, ma ieri, in giornata, chi è stato scelto su SkyVote e da Giuseppe Conte è stato contattato da Roma perché iniziasse a preparare tutti i documenti utili al deposito delle liste. Non mancano le polemiche sui dati e sulla mancanza di informazioni. Pd, risolto il caso Amendola, Cottarelli si racconta Sembra quasi risolto il caos delle candidature ed Enzo Amendola , dopo ore di confronto, ha accettato il seggio non blindato. Resta il problema a Pisa, dove non è ancora risolta la questione di Stefano Ceccanti , costituzionalista stimato che rischia di rimane fuori. Chi è dentro a sorpresa è Carlo Cottarelli che a Enrico Marro spiega perché si candida con il centrosinistra: «Quando me l’hanno chiesto non ci ho messo molto tempo a decidere. Ci sono due visioni molto diverse dell’Italia. Dico subito che per me non c’è il rischio di un ritorno del fascismo . Ma sulle priorità dell’economia e sul rapporto con l’Europa mi sento molto più vicino a una visione che non è quella del centrodestra».

Fdi e 5 Stelle in crescita La caduta del governo Draghi pare aver giovato a chi più si è messo di traverso: Fratelli d’Italia a destra e il Movimento 5 Stelle a sinistra . I sondaggi indicano questo trend e la conferma arriva dall’ultima di Noto Sondaggi. Il partito di Giorgia Meloni oscillerebbe tra il 24 e il 25 per cento , guadagnandone un paio rispetto alla crisi. Il Movimento 5 Stelle, dal 9-10 per cento è salito al 12-13 per cento . «Gli elettori di sinistra, compresi quelli del Pd, che non si riconoscono nell’Agenda Draghi si spostano sui 5 Stelle» spiega Antonio Noto. Il partito di Matteo Salvini avrebbe perso ancora qualcosa e si attesterebbe tra il 12 e il 13 per cento. Fi sarebbe al 7-8. Il Pd al 21-22, Sinistra italiana- Verdi al 2-3 per cento, +Europa e Impegno civico all’1,5 per cento. Il terzo polo - Azione e Iv - sarebbe al 7-8 per cento. La par condicio e la Festa dell’Unità La «par condicio» scatta il 26 agosto e la festa dell’Unità è costretta a correre ai ripari. Il segretario dem Enrico Letta arriverà il giorno prima, giorno di inaugurazione, e troverà una festa senza simboli, né bandiere del Pd ma solo con il logo della manifestazione. Una situazione un po’ surreale (difficile immaginare che non si capisca che una festa dell’Unità è una festa del Pd) che prende origine dalle dichiarazioni del prefetto di Bologna , che ha ricordato ai dem le regole della par condicio. Prefetto che era stato sollecitato da Galeazzo Bignami , di Fratelli d’Italia che, nel luglio scorso, aveva sollevato il tema con un intervento sul «Corriere di Bologna».

Erdogan scende in campo e vede Zelensky Si è svolto a Leopoli un incontro trilaterale tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan , il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres e Volodymyr Zelensky . Un incontro importante, perché si è parlato di grano e della centrale nucleare contesa nella regione di Zaporizhzhia. Ma soprattutto perché Erdogan si pone come mediatore per colloqui che pongano fine al conflitto in tempi ragionevolmente brevi. «Erdogan — scrive Lorenzo Cremonesi — parla alla pari con i massimi partner della Nato e però è anche l’unico tra loro a trovare ascolto da Vladimir Putin, spiegano a Kiev i consiglieri del presidente ucraino». Anche il sindaco di Kramatorsk , intervistato da Cremonesi, concorda: «Erdogan è l’unico leader in grado di comunicare con Putin».

Il video di Sanna Marin

Un breve video nel quale si vede la premier della Finlandia, Sanna Marin , che balla con alcuni amici in una festa. Scoppia la polemica sui social e la premier è costretta a negare di avere assunto droghe, anche perché nel filmato a un certo punto si sente una voce che sembra parlare di «gang della farina », ovvero di cocaina. C’è chi sospetta che dietro la pubblicazione e le critiche ci siano soprattutto hacker russi .

Il contabile di Trump ammette 15 reati fiscali

Allen Weisselberg , ex direttore finanziario della Trump Organization e uno dei più fidati luogotenenti della famiglia, si è dichiarato colpevole a New York per 15 reati fiscali, con un accordo di patteggiamento che prevede 5 mesi di prigione contro una pena massima di 15 anni. In cambio della riduzione della pena, scrive Viviana Mazza, l’accordo prevede che Weisselberg testimoni in un processo penale contro la Trump Organization, che è sotto accusa per aver gonfiato il valore delle proprietà in modo da ottenere prestiti vantaggiosi e di averlo sottovalutato per pagare meno tasse. Weisselberg si è però rifiutato di testimoniare contro Trump. Più custodi o gli Uffizi chiuderanno La denuncia è clamorosa e chiara, fatta dal direttore degli Uffizi Eike Schmidt : o arriva più personale o si chiude. Un allarme pesante per il museo che nel 2021 è stato il più visitato in Italia, con oltre 1,7 milioni di presenze. «Se le risorse umane rimangono le attuali e le regole le attuali, in meno di un anno saremo costretti a tenere chiusi il pomeriggio alcuni spazi. E, successivamente, anche a chiudere Pitti o Boboli alcuni giorni la settimana, aprendo solo venerdì, sabato e domenica», puntualizza col «Corriere». Ad allarmare il direttore tedesco è un decreto, alla firma del ministro, che rivede del 9% al ribasso la pianta organica delle Gallerie . Il ministero ribatte spiegando che entro il 15 settembre saranno assunti 1053 nuovi addetti alla vigilanza in tutta Italia.

La truffa della nazione che non esiste Un generale della Guardia di finanza in pensione, Mario Farnesi , è riuscito a far credere ai «cittadini» che avevano aderito allo «Stato Teocratico Antartico di San Giorgio», di aver acquistato l’isola di Koneli, in Grecia. Bastava pagare dai 200 ai 1.000 euro per diventare «sangiorgesi» e ottenere documenti, patenti di guida, passaporti, attestati, titoli onorifici, sgravi fiscali e l’inserimento in albi professionali, qualora gli iscritti fossero stati radiati o sospesi. I soggetti che avevano aderito allo Stato Teocratico Antartico erano 700 ed erano stati convinti che sarebbero stati considerati cittadini di una nazione indipendente, con vantaggi inaspettati. È finita con dodici persone ai domiciliari , accusate di associazione a delinquere, truffa e riciclaggio. Il principe giordano sposerà una saudita Il principe Hussein di Giordania , primogenito di re Abdallah e della regina Rania, si è fidanzato ufficialmente con Rajwa Khaled bin Musaed bin Saif bin Abdulaziz Al Saif . Lui ha 28 anni e sarà il prossimo sovrano del regno hashemita. Lei, coetanea, figlia di un facoltoso uomo d’affari saudita, cresciuta tra la sua città natale, Riyad, e New York, dove ha studiato architettura alla Syracuse University, sarà al suo fianco come la nuova regina.

Medaglia d’oro a Tamberi, energia pura Il titolo rende l’idea: «Gimbo jet vola sull’oro ». E così è stato, con Marco Tamberi che - nella solita coreografia folle di saltelli, giravolte e smorfie - riesce a superare i 2,30 sotto la pioggia.

• Il pirata che travolse un 11enne a Milano è stato arrestato: guidava con la gamba ingessata, era drogato e non aveva la patente.

(in sottofondo, Tenderly di Bud Powell. Il brano lo potete ascoltare nella nostra playlist Il Punto 2022 Corriere della Sera) Buona lettura!

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Non si governa la Gran Bretagna se chi la governa non si riconosce nella monarchia, né la Francia se si rifiuta l’eredità della Rivoluzione. Allo stesso modo non si può guidare la Repubblica italiana se non si accetta il fatto che essa ha le sue radici nell’antifascismo . Un fatto stabilito innanzi tutto dalla storia : e chi non intende accettare i verdetti della storia è difficile che possa avere un grande avvenire in politica. Ma ciò detto — dunque con relativo invito alla destra perché si disfi senza se e senza ma di ogni rimasuglio nostalgico (perché alla fine di questo si tratta a me pare: di rimasugli) — ciò detto, esiste un altro ordine di considerazioni egualmente importanti che riguarda il passato italiano. Si tratta del fatto che in nessun altro Paese dell’Europa occidentale come da noi, tra fascismo prima e comunismo poi, si è avuta una così grande diffusione di culture politiche ostili alla democrazia liberale . Alle spalle dell’Italia che oggi va a votare ci sono insomma due lunghi passati antidemocratici, milioni di italiani che li hanno condivisi, tradizioni tenaci che da lì sono nate. (continua qui)

Con il taglio dei parlamentari il 25 settembre cambierà la storia della politica italiana. Ma quella che rappresenta a tutti gli effetti una svolta epocale non sarebbe che una «riforma per caso». Almeno, stando al racconto di un autorevole ministro, presente anche ai tempi del Conte due e testimone di un episodio che cambia radicalmente la narrazione sull’epopea giallorossa e sul provvedimento bandiera del grillismo. Il ministro ricorda come a metà di ottobre del 2019, dopo che il Parlamento aveva definitivamente approvato la riforma, al termine di una riunione di governo si fermò a parlare con l’allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio Fraccaro: «Che errore avete fatto », gli disse riferendosi alla riduzione dei parlamentari. E il grillino rispose a bruciapelo: «Ma chi poteva immaginare che il Pd l’avrebbe fatto passare così».

È vero, in estate il «taglio» era stato il cuore dell’intesa tra il Movimento e i Democratici per formare un governo e sbarrare la strada delle urne a Salvini. Ma tutto lasciava supporre che — prima dell’ultimo passaggio della riforma in Parlamento — i dem avrebbero chiesto il varo dei correttivi necessari a garantire la tenuta del sistema: dalla modifica dei regolamenti per Camera e Senato fino alla legge elettorale proporzionale. Insomma, si sarebbe andati per le lunghe. E se non si fosse arrivati alla fine del percorso, i dirigenti di M5S — come riconosce oggi uno di loro — già ipotizzavano di sventolare quella bandiera nella successiva campagna elettorale, «un po’ come la sinistra aveva fatto per vent’anni con il conflitto d’interessi contro Berlusconi». (continua sul giornale)

A n tony Fauci , un uomo che già trent’anni fa era una leggenda della medicina mondiale per il suo impegno nella lotta all’Aids, pochi giorni fa ha raccontato al Corriere in una brillante intervista a Giuseppe Sarcina come il virus ci abbia preso in giro per due anni e mezzo e come, sebbene in molti di noi prevalga la stanchezza, non possiamo ancora dirci al sicuro. In verità, in Italia, come in molti altri Stati europei, continuano a morire migliaia di persone ogni mese, molte decedono con il virus e non a causa dello stesso, ma resta il fatto che il Coronavirus è spesso una concausa dell’aggravamento finale e che i numeri restano inaccettabilmente alti. Intanto in questa strana estate fatta di alleanze politiche senza convinzioni, opportunismi del momento e tatticismi di giornata, al povero cittadino-elettore resta da capire cosa stia accadendo sotto il sole di un Paese che non sembra proprio amare la stabilità. Mentre si versano lacrime di coccodrillo su un governo e un presidente di Consiglio amato, stimato ma affondato senza troppi scrupoli, ancora non si sente parlare dei contenuti sui quali dovrebbe basarsi la scelta di chi anzitempo è chiamato a votare. Se l’agenda Draghi viene invocata come il sacro Graal della salvezza, appare incomprensibile per chi di politica non vive perché il governo sia caduto e non potesse allora proseguire nella sua azione fino al suo termine naturale. In questo scenario risulta davvero difficile stupirsi della crescente disaffezione dei cittadini per la politica.

Fatte queste brevi considerazioni, una cosa oggi preoccupa tra le tante (e non mancano certo i possibili motivi di inquietudine tra guerra, siccità, vaiolo delle scimmie, ecc.): il prossimo autunno. Non solo per la difficile congiuntura economica che, secondo gli esperti, sembra delinearsi all’orizzonte ma anche per i possibili colpi di coda che la pandemia potrebbe ancora riservarci, mentre ormai da settimane la guardia è stata abbassata, forse eccessivamente. A ciò si aggiunga l’aumento della mortalità nelle persone fragili causata dal caldo di queste settimane, così come avvenne nella tragica estate del 2003. Un fenomeno che fa riflettere sia per la sua gravità, sia per l’impatto che i cambiamenti climatici hanno sull’eco-sistema e sul nostro organismo. (continua qui)

Lo spazio per il libero pensiero si sta restringendo in tutto il mondo. Ora che lo spirito illiberale sta riunendo le sue forze, l’attentato alla vita di Salman Rushdie appare terribilmente in sintonia con i nostri tempi. Nel 1989 le minacce di morte contro Salman Rushdie hanno indotto molti di noi a raccoglierci per protestare e dare sostegno. Nei mesi e negli anni seguenti abbiamo appreso e affinato un vocabolario per difendere la libertà di parola, pensiero e scrittura. Abbiamo capito che la libertà di espressione è la pietra angolare di tutte le nostre libertà. Tutti i diritti e le libertà che possediamo hanno dovuto essere enunciati e scritti perché potessero esistere. Allora non lo sapevamo, ma la fatwa fu pronunciata proprio mentre il mondo stava iniziando ad aprirsi. Negli anni Novanta le democrazie fiorirono in tutto il Sud America , nell’Europa orientale e in Sudafrica. Con la fine della guerra fredda, si diffuse un notevole ottimismo politico. Ora è diverso. La democrazia è sotto attacco. La Cina potrebbe presto disporre dei mezzi tecnici per perfezionare il suo modello totalitario. La Russia di Vladimir Putin è apertamente ostile alla società aperta e assomiglia sempre più a uno stato fascista. In due anni potremmo addirittura vedere la fine della repubblica negli Stati Uniti, Ungheria, Turchia, Pakistan, Stati del Golfo: lo spazio per il libero pensiero si sta restringendo in tutto il mondo. La pressione non viene solo da un potere trincerato dietro esigenze di sicurezza o da gruppi religiosi, ma dall’estrema destra così come da settori della sinistra. A volte sembra che il mondo abbia dimenticato come essere in disaccordo senza far ricorso alle armi o, all’estremo opposto, senza cancellare una cultura. Le istituzioni del ricco Occidente, timorose per la loro reputazione, si affrettano ad allinearsi con gli esagitati che le incalzano. Nel 1989 la fatwa appariva come un ultimo disperato affondo contro la modernità e tutte le sue laiche sicurezze. Ora che lo spirito illiberale sta riunendo le sue forze, l’attentato alla vita di Salman Rushdie appare terribilmente in sintonia con i nostri tempi. La nostra difesa della società aperta deve essere ancor più energica. (traduzione di Maria Sepa) © IAN McEWAN 2022, FIRST PUBLISHED IN «THE TIMES» , REPRODUCED BY PERMISSION OF THE AUTHOR C/O ROGERS, COLERIDGE & WHITE LTD., 20 POWIS MEWS, LONDON

S ul muro dell’ufficio elettorale di Medford in Oregon , Stato che nelle ultime 9 presidenziali ha sempre votato democratico, dopo la vittoria di Biden è comparsa una scritta: «Il voto non funziona: la prossima volta pallottole ». Vuota minaccia da delusione post-elettorale come i tanti messaggi che promettevano bombe nei seggi nei quali è maturata la sconfitta di Trump? Probabile, ma la speranza di una rapida fine dell’onda delle minacce dopo il voto è andata delusa. Oggi l’America deve preoccuparsi non solo di possibili nuovi assalti al Congresso o di rivolte e contestazioni dei risultati delle presidenziali 2024, chiunque vinca: a essere in pericolo è la stessa possibilità di svolgere le elezioni in modo corretto. In diversi Stati funzionari responsabili dell’organizzazione del voto e degli scrutini si stanno dimettendo spaventati da minacce, pedinamenti, picchetti fuori dalle abitazioni. Dietro i casi noti , come il segretario di Stato della Georgia Brad Raffensperger, costretto a lasciare l’abitazione insieme alla famiglia per le minacce e le aggressioni seguite al suo rifiuto di «trovare» gli 11780 voti necessari a Trump per capovolgere il risultato delle presidenziali in quello Stato, ce ne sono centinaia sconosciuti. Come Leslie Hoffman: ha lasciato la guida dell’ufficio elettorale della contea Yavapay in Arizona per le minacce e le aggressioni subite dai fan di Trump «nonostante io sia repubblicana in una contea nella quale il candidato della destra ha stravinto». In una recente audizione parlamentare sui rischi delle elezioni di mid term i capi dell’Fbi e dei servizi segreti hanno detto che temono sempre interferenze di Russia, Cina e Iran via social media, ma a questo punto secondo loro il rischio principale è quello interno: l’attenzione è concentrata sulla protezione degli election official che minacciano di disertare in massa se non adeguatamente tutelati. La Reuters ha censito 900 minacce di morte mentre, secondo un’indagine del Brennan Center for Justice della New York University, uno scrutatore su 6 è stato minacciato e uno su 5 pensa di ritirarsi prima delle presidenziali del 2024. Trovare sostituti è diventato quasi impossibile mentre molti degli 8800 uffici elettorali Usa rischiano di essere paralizzati dalla valanga di richieste di dati dettagliati sulle votazioni degli anni scorsi formulate dai supporter di Trump. Richieste di trasparenza che diventano spesso guerriglia condotta da società specializzate.

per me il Palio di Siena è uno spettacolo orribile , i cavalli arrivano stremati e spesso è successo che cadessero e si rompessero le gambe. Uno spettacolo da medioevo, come la corrida.

l e assicuro che si sbaglia . E non solo perché, se non ci fosse il palio di Siena, i cavalli che hanno corso l’altro ieri in piazza del Campo non sarebbero mai nati.

Chiunque giudichi il Palio non in base all’ideologia, ma perché lo conosce, sa che al Palio c’è una sola cosa sacra: il cavallo. Per il resto, tutto può essere comprato e venduto. Il Palio è l’unica corsa in cui il vincitore non riceve soldi, ma li versa agli altri. La trattativa tra i fantini e le contrade non solo non è proibita, ma fa parte della tradizione. I fantini sono ingaggiati da una contrada, ma spesso sono foraggiati anche dalle altre, e talora in passato accadeva che tradissero. Questo generava e genera risse omeriche, che non finiscono in tribunale, perché il confronto a volte non solo verbale sul tufo fa parte anch’esso della storia del Palio, che dura da secoli e per secoli durerà, anche a causa del grande interesse che la corsa accende nel mondo (in particolare nei Paesi arabi).

Se lei, gentile signora Fiorentini, avrà la pazienza di cercare in rete le immagini delle carriere più combattute e controverse — ad esempio quando il 2 luglio 2015 il fantino del Montone disarcionò quello del Nicchio —, vedrà che le due fazioni in piazza sono separate dal cavallo. Questo appunto perché il cavallo è sacro, e nessuno, anche nei momenti di maggior foga, rischierebbe mai di fargli del male, o anche solo di spaventarlo. Poi certo a volte gli incidenti accadono, ai fantini o ai cavalli, sia pure sempre meno: ci sono misure di sicurezza, ci sono cliniche specializzate per il recupero degli animali. Abolire il Palio vorrebbe dire disperdere lo spirito che anima le contrade — da secoli formidabile strumento di coesione sociale — e ha consentito a Siena di superare il disastro del Monte dei Paschi e la prova della pandemia, particolarmente dura per una città che vive anche di turismo e università. Poi ovviamente tutto può essere criticato e discusso. Ma quando leggo i toni minacciosi, il linguaggio, gli insulti di alcuni sedicenti paladini degli animali (e non mi riferisco ovviamente a lei), penso che non stiano rendendo un buon servizio alla loro causa.

È «Minions 2 - Come Gru diventa cattivissimo» il blockbuster dell’estate, inseguito dall’horror «Nope» e dalla fiaba medievale «Il Pataffio».

«Minions 2 - Come Gru diventa cattivissimo» di Kyle Balda, Brad Ableson e Jonathan del Val è il secondo spin off sugli ometti giallastri della saga di «Cattivissimo me», iniziata nel 2010. Il primo film uscì nel 2015 e incassò 23 milioni di euro solo in Italia. Origini di un progetto vincente. Come il giovane Gru sbaragliò i Malefici 6 sulla strada del male grazie all’aiuto buffo-lungimirante dei Minions. Voto: +++ 1/2 su 5 (nelle sale ).

«Nope» di Jordan Peele è molte cose insieme: thriller, horror, western , fantasy con alieni, parabola antirazzista e atto d’accusa contro la società della mala informazione. Presenze ostili aleggiano in cielo. L’allevatore di cavalli OJ (Daniel Kaluuya) ha un’intuizione: non guardare in faccia il pericolo è la chiave per sopravvivere. Voto: +++ su 5 (nelle sale ).

«Il Pataffio» di Francesco Lagi è un racconto medioevale tratto dall’omonimo romanzo di Luigi Malerba. Avanza nell’Alto Lazio l’esercito del marconte Berlocchio di Cagalanza, neo-sposo di Bernarda, accompagnato da frate Cappuccio, dal luogotenente Belcapo e dai giannizzeri Manfredo e Ulfredo. Lo aspetta il villano Migone. Interpreti: Lino Musella, Viviana Cangiano, Alessandro Gassmann, Giorgio Tirabassi, Valerio Mastandrea . Voto: ++ 1/2 su 5 (nelle sale ).

«Fabian - Going To The Dogs» di Dominik Graf è un brillante melodramma storico ambientato nella Berlino del 1931, dove il giovane Fabian (Tom Schilling ), dipendente di una fabbrica di sigarette, si trascina tra una vita dissipata e l’amore per Cornelia , aspirante star del cinema. Voto: +++ su 5 (nelle sale ).

«Tredici vite» di Ron Howard ricostruisce la storia del più imponente salvataggio che si ricordi . Accadde in Thailandia nel 2018. Un’intera squadra di giovani calciatori tra gli 11 e i 17 anni accompagnata dall’allenatore rimase bloccata sottoterra nelle caverne di Tham Luang. Furono tutti salvati: protagonisti Viggo Mortensen e Colin Farrell , intrepidi sommozzatori. Voto: +++ su 5 (su Prime Video ).

«Day Shift - A caccia di vampiri» di J.J. Perry segue i guai del cacciatore di vampiri Bud Jablonski (Jamie Foxx) costretto, per non perdere la famiglia, a un’ultima battuta contro le creature della notte (che di giorno sono speculatori immobiliari). Commedia horror non banale con un cast comprendente Dave Franco, il rapper Snoop Dogg, Scott Adkins e i cattivoni Oliver Masucci e Karla Souza . Voto: +++ su 5 (su Netflix ).

«Gli idoli delle donne» di Lillo & Greg ed Eros Puglielli racconta lo sventurato caso di Filippo il gigolò dell’anno, così irresistibile che le vecchiette gli cedono il posto sul bus ma gran spacciatore di luoghi comuni che deve rifarsi i connotati dopo un incidente. Risultato: Francesco Arca si trasforma in Lillo con le conseguenze del caso . Corrado Guzzanti fa il narcotrafficante colombiano che difende la virtù della figlia con il machete. Voto: ++ 1/2 su 5 (su Sky Cinema e Now dal 22 agosto, su Prime Video, Infinity, Chili, TimVision, Rakuten Tv, Google Play, iTunes ).

«Elvis» di Baz Luhrmann segue la parabola di Elvis Presley, il re del rock morto il 16 agosto 1977 a Memphis, Tennessee, a 42 anni, travolto dagli eccessi, da uno stile di vita dissipato e da uno strisciante mal di vivere. Un totem della cultura pop per un coloratissimo show. Lo impersona il semidebuttante Austin Butler affiancato da Tom Hanks nel ruolo del colonnello Tom Parker, il il mefistofelico manager di Elvis. Voto: +++ 1/2 su 5 (su Sky Primafila, Infinity, Apple Tv+, Prime Video, YouTube, TimVision, Chili, Rakuten Tv, Microsoft Film & Tv ).

«C’mon C’mon» di Mike Mills racconta la storia di un giornalista radiofonico di New York , Johnny (Joaquin Phoenix post Joker ), che mentre sta conducendo un’inchiesta tra i ragazzi, viene chiamato dalla sorella Viv (Gaby Hoffmann): il marito ha bisogno di cure psichiatriche e Johnny dovrà accudire al piccolo Jesse, 9 anni (Woody Norman). L’incontro cambierà entrambi. Voto: ++++ su 5 (su Prime Video, Chili, Rakuten Tv, Google Play, iTunes ).

«La figlia oscura» di Maggie Gyllenhaal si rifà all’omonimo romanzo di Elena Ferrante. Olivia Colman è un’insegnante di letteratura in vacanza sulle spiagge greche che viene irretita dall’atmosfera locale e da una giovane madre (Dakota Johnson ). La donna ha un passato che pesa sulla coscienza. Nel cast ci sono anche Jesse Buckley e Alba Rohrwacher. Voto: +++ 1/2 su 5 (su Prime Video, Infinity, Chili, TimVision, Rakten Tv, Google Play, iTunes, MioCinema ). (Qui in anteprima la Cinebussola competa con trame giudizi e premi)